Avevamo inviato a Mauro Avellini, il Vicedirettore de La Nazione, una nota per controbattere ad una sua risposta apparsa sulla Nazione del 15 agosto, nella quale dava ragione ad un lettore sul fatto che le isole dell'Arcipelago Toscano sono chiuse al turismo. Le cose non stanno così e chiediamo a voi di pubblicare questo articolo del Presidente del Parco Tozzi, dal momento che la redazione de La Nazione, dal 17 agosto ad oggi, non ci risulta l'abbia fatto. Grazie per la collaborazione Aurora Ciardelli Si riporta in successione la lettera apparsa sulla Nazione con la risposta del ViceDirettore e l'intervento di Mario Tozzi. La Nazione, Cronache 15 agosto 2009 "Isole super protette: paradisi naturali destinati al declino" HO LETTO da qualche parte che è quasi impossibile visitare le isole più piccole del Tirreno, da Santo Stefano di fronte a Formia a quasi tutte quelle dell’arcipelago toscano, Gorgona, Pianosa e altre. Non mi sembra giusto cancellare dalla cartina geografica queste bellezze e riservarle al godimento di pochi o ad esigenze dello Stato meglio praticabili altrove. Con la dovuta tutela ambientale si potrebbero «aprire» al turismo. Carlo G., Terni Risponde MAURO AVELLINI LE ISOLE sono belle, bellissime. L’ambiente è protetto, protettissimo. Ma sono isole inevitabilmente destinate al declino se alle restrizioni del parco non si accompagna un programma di recupero complessivo che non si occupi solo di fiori e farfalle. Le facce da documentario e quelle da galeotto ci sono ugualmente simpatiche, ma non è possibile sottrarre una parte così incantevole del paesaggio al godimento e alla fruibilità di tutti. Isole frequentate in età preistorica, raccontate da Dante, abitate da Etruschi, Greci, Romani e, più vicino a noi, da coraggiosi conquistatori inglesi e francesi, oggi sono solo un cumulo di divieti o laboratori di iniziative da vendere alla Comunità europea quando non diventano set cinematografici. Come si fa ad arrivarci? Devi chiedere a piccoli Caronte in cooperativa, alla Forestale o a nessuno, tanto in quelle più piccole non si può andare. Tra carceri ed ex si viaggia tra anacronistiche proprietà private (Santo Stefano) e severe blindature pubbliche (Gorgona, Pianosa) che allontanano anche il più temerario dei turisti. Davanti a quelle isole ci può passare una petroliera ma se ci arrivi con una barca a remi rischi di essere bombardato. Così si preferiscono altri mari. Protetti sì, ma meno chiusi. Dal Presidente del Parco Mario Tozzi per Mauro Avellini a proposito di " Isole super protette: paradisi naturali destinati al declino" Risposta alla Lettera del 15 agosto di Carlo G. Terni Caro Vicedirettore, vorrei rassicurare lei e il suo lettore Carlo G. Terni (La Nazione del 15 agosto) circa la possibilità di visitare le isole più piccole del Tirreno in particolare quelle comprese nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Tutte le isole dell’Arcipelago Toscano sono visitabili, nel rispetto delle regole dettate da normative dell’Unione europea e che sarebbero vigenti anche se il Parco non esistesse. Le posso assicurare che moltissimi turisti vengono a trovarci ringraziandoci di far rispettare le regole e di conservare quel poco che è rimasto. Del resto è stato proprio il Parco, contrariamente a quanto si crede, a riaprire le visite a isole che altrimenti erano sottratte alla pubblica fruizione (carceri, riserve di caccia). Nel 1996 il Parco ha riaperto alla fruizione l’isola di Pianosa, contribuendo a far chiudere un carcere di massima sicurezza, a cui si è fortemente opposto anche nei mesi scorsi, visto che qualcuno oggi lo vorrebbe riattivare. Di più, con il presidio carcerario esistente rimasto sull’Isola, collabora in virtù di una convenzione con l’Amministrazione Penitenziaria per il recupero dei detenuti con attività di manutenzione dell’ambiente e del territorio. E fa lo stesso con l’isola di Gorgona, dove invece vige un effettivo regime carcerario, che necessità di severe regole per la sicurezza, ma che è comunque visitabile. Montecristo è riserva naturale dello stato dal 1971 con decreto della Marina mercantile grazie agli studi del CNR e di alcune associazioni scientifiche e conservazionistiche. Dal 1977 è inserita nella Rete Europea delle riserve biogenetiche del Consiglio d'Europa. Con un Decreto della Marina mercantile del 1988 si estende la tutela integrale a mille metri di mare dalla costa per la protezione della foca monaca e nello stesso 1988, il Consiglio d’Europa gli riconosce il Diploma Europeo, distinzione internazionale che viene concessa dopo severe istruttorie a chi salvaguardia i beni naturali e le opere dell'uomo. Il Diploma europeo delle aree protette è un riconoscimento internazionale nato in seno al Consiglio d’Europa a partire dal 1965 riservato alle aree protette e agli spazi naturali che abbiano un interesse europeo eccezionale dal punto di vista della conservazione della diversità biologica geologica o paesaggistica. Si sono distinti in Italia ad oggi 8 siti, oltre alla nostra Isola di Montecristo solo il Parco degli Abruzzi, la Riserva naturale di Sasso Fratino nel Parco delle Foreste Casentinesi, Il Parco della Maremma, Il Parco naturale delle Alpi marittime Il Parco regionale di Migliarino san Rossore e il Parco del Gran Paradiso. Il Diploma è attribuito a spazi protetti per la loro alta qualità dal punto di vista scientifico, culturale estetico a condizione che questi spazi beneficino di un regime di protezione adeguata. Secondo leì si può aprire alla fruizione turistica senza regole un ambiente così delicato? Tutte questi vincoli sono nati prima del Parco. Attualmente Montecristo è gestita dal Corpo Forestale dello Stato di Follonica in collaborazione con il Parco e da due anni a questa parte il Parco stesso ha addirittura aumentato la fruizione di Montecristo per le scuole e i residenti dell’Arcipelago Toscano promuovendone la conoscenza con corsi informativi e visite organizzate. L’Isola di Giannutri, che non è certo chiusa alle visite, è priva di servizi pubblici ed ha avuto bisogno di una nuova regolamentazione perché, i turisti male informati e sprovvisti di qualsiasi assistenza sul posto, una volta li si arrangiano come possono, mettendo a rischio un ambiente da proteggere e di cui il Parco è responsabile. Sull’Elba, Capraia e Giglio non ci sono divieti di alcun tipo e sono aperte ai turisti. Il Parco non è solo chiusura e i vincoli sono in realtà opportunità straordinarie di sviluppo, a volerle cogliere. La disinformazione va combattuta e anche lei potrebbe aiutarci a farlo, magari documentandosi su quale sia la storia di queste isole e quello che il Parco fa e ha fatto o intervistando il Direttore. Può trovare molte altre informazioni sul sito www.islepark.it. E’ poi naturale che si preferiscano altri paesi, dove però un lussuoso resort costa 30 dollari al giorno e si mangia con 5 dollari. La scommessa sul futuro la perdono gli operatori esosi e poco accorti non coloro che tutelano l’ambiente.
Montecristo dall'Elba