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Dei curricola, della nassa e della perchia. Risposta a Tiberto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 03 settembre 2009

Caro Sergio E' difficile rispondere alla nervosa, chilometrica e ingarbugliata matassa di disinformazione e arroganza che il consigliere comunale campese Yuri Tiberto ha piazzato ieri su Elbareport, ma non posso esimermi perché stavolta mi pare abbia proprio toccato vette sublimi. Se mi permetti parto dalla constatazione di un vizio pervicace, che è anche una furbesca prepotenza che non appartiene solo al signor Tiberto, ma anche a qualche giovine sindaco: quando viene beccato a scrivere un’enorme minchiata reagisce dando del saccente a chi lo ha scoperto ed ha spiegato l’errore che ha commesso, la stessa tecnica contundente viene usata quando qualcuno risponde a tono ai suoi insulti e sberleffi: il saccente allora diventa anche violento e prepotente. Ora, se uno che sa (non per colpa sua) più cose di Tiberto è automaticamente un saccente, cosa è il consigliere padano-campese che esibisce il suo non sapere come se fosse una virtù, un “ignorente”? Ma veniamo alla richiesta che ha fatto tanto incazzare Tiberto fino a sciorinare pubblicamente il suo striminzito curriculum. Tiberto stia tranquillo, io conosco la 394/91 e non ho nemmeno il suo vizio di leggerla a pezzi secondo la mia convenienza, proprio perché la conosco ho chiesto i curricola dei magnifici 4 nominati nel direttivo del Parco dalla Comunità. A rischio di essere richiamato saccente, cercherò di spiegare in maniera didascalica al preoccupante (per il Sindaco) delegato del Comune di Campo nell’Elba 5 cose molto semplici: 1) E’ vero che la Comunità del Parco può nominare all’interno del direttivo del Parco anche il primo che passa per la strada a fare una ronda leghista (a proposito dei vincoli terribili della legge….), ma è anche vero che io e lo stesso Tiberto saremo presto o tardi chiamati a sceglier tra i magnifici 4 e Banfi il prossimo vicepresidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che forse qualche competenza ambientale, scientifica e di amministrazione di un’area protetta dovrebbe averla. Invece, per il delegato campese, uno scienziato e divulgatore come Tozzi avrebbe solo parziali competenze (Tiberto è sicuro che non sappia nulla di cacì, verdoni, perchie, ghiozzi e mocciche), mentre il vicepresidente che lo dovrebbe sostituire in caso di assenza e in riunioni istituzionali, o magari in incontri con qualche università ed istituto di ricerca, o per valutare progetti Life dell’Unione europea e richieste tecnico-scientifiche, potrebbe anche avere il miserrimo curriculum ambientale di Tiberto che praticamente qualsiasi socio di Legambiente, senza acquari di proprietà e ambizioni assessorili e da Ente Parco, potrebbe facilmente esibire. 2) Viste le attività e competenze esibite, é preoccupante che Tiberto si presenti già come il meglio del mazzo tra gli amministratori comunali nominati… tremo al pensiero di cosa potrebbe (o non potrebbe) esserci scritto negli altri curricula! 3) Tiberto fa male ad arrabbiarsi per una, come vede, dovuta richiesta informativa che mi permetterà di capire meglio chi votare come vicepresidente. Ad esempio, io ho sempre fornito il mio curriculum (e dichiarazioni dei redditi) ai vari sindaci che in Comunità del parco o fuori lo hanno chiesto senza averne diritto e competenza, nessuno mi ha poi fatto rilievi o detto che non era abbastanza “pesante”, si vede che come autodidatta saccente sono abbastanza preparato. 4) Il problema “politico” dei curricula non è la loro inconsistenza è che persone con così poche competenze ed esperienze vogliano, senza modestia alcuna, spiegare agli esperti cosa è un parco, perché la legge non va bene e perché le Amp bisognerebbe farle come in Francia ma senza i vincoli francesi… e, già che ci sono, spiegare anche agli ambientalisti come dovrebbero funzionare le loro associazioni e come si difende l’ambiente. Questo mi pare davvero il massimo della saccenza, mascherata con il populismo più becero delle frasi fatte della demagogia da bar. 5) Tiberto, come pescatore professionista, dovrebbe sapere che quando uno cala una nassa non bisognerebbe infilarcisi al volo, poi non se ne esce più. Stavolta ho calato la nassa dei curricula e non aveva nemmeno raggiunto l’aliba che ho preso subito il serranus scriba più grosso e inferocito del branchetto di amministratori. Ci ha dato subito una bella perchia, si direbbe alla Marina…


perchia allamata

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