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Controcopertina: E poi ... Lettera dai paesi del terremoto

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 01 settembre 2009

La Dott.ssa Maria Antonietta Melchiorre, organizzatrice di eventi convegnistici residente a Bologa ma di origini aquilane ci ha inviato la lettera che riportiamo: Caro Sergio Di ritorno dalle aree del terremoto ho voluto scriverti per raccontarti che la situazione è tragica, che le notizie che mandano in tv sono palesemente faziose, ma questo lo sapevamo già. Solo che rendersene conto di persona è scioccante. Le famose casette consegnate la settimana scorsa a San Demetrio ne' Vestini così propagandate in tv, sono state consegnate al sindaco, non alla popolazione, sono vuote non possono essere arredate con i propri mobili perchè sono casette di legno basse e che necessitano di mobili su misura e sono n. 9. La ricostruzione non è neanche iniziata, ci sono ancora tutte le macerie per strada e il famoso decreto non finanziando le seconde case di fatto impedisce anche la abitazione di quelle agibili che sono adiacenti come è successo a mia cugina. Poi ti potrei dire che ci sono stati 9 suicidi di cui nessuno ha parlato. E poi i racconti delle persone che hanno perso tutto, che non vedono un futuro, che sono disperate, che sono stufe delle promesse. Settembre è arrivato e sono tutti ancora nelle tende e fra poco lì sarà freddo, molto freddo. E poi lascio per ultimo lo strazio dei luoghi dove sono cresciuta e che di fatto non ci sono più. Poi magari come metto in ordine i pensieri ti racconterò anche le piccole storie, come un paesino che sta cercando aiuto non in denaro, ma in materiali per costruirsi le case di legno, perchè essendo fuori dalla ribalta mediatica non ha l'attenzione di nessuno. Ho voglia di fare qualcosa ma non so cosa. Maria Antonietta Melchiorre Cara Maria Antonietta Le tue parole mi hanno profondamente toccato e la prima reazione di fronte alla notizia agghiacciante (ovviamente oscurata dai servi vecchi e nuovi del regime infomativo berlusconiano) dei 9 suicidi in tre mesi tra gli scampati al terremoto è stata un maledizione bella e cattiva: Che potessero quei morti gravare sulle notti di chi non ha fatto abbastanza, dei bugiardi di stato, dei dissoluti che intendevano sciacquarsi la coscienza con la partecipazione alla Perdonanza, degli ipocriti cinici che hanno trasformato una tragedia in spot propagandistico. Ma è una maledizione che andrà a vuoto i morti di ingiustizia in questo paese sono ormai numeri i sette bruciati a torino, i trecento uccisi dal sisma e soprattutto da chi ha costruito a cazzo in un paese dove le regole o non ci sono o sono relative, i trenta di Viareggio, i settantatré annegati nel canale di Sicilia (ultimi di una spaventosa ecatombe dalle dimensioni ignote). Cosa vuoi che siano altri nove morti? Hai ragione Maria Antonietta qui non è più tempo solo di resistere resistere resistere, ma è tempo anche di parlare parlare parlare, con tutti i mezzi che si hanno, ed in tutti i modi possibili perché, il sillogismo è ormai palmare ed incontestabile: senza una libera informazione non è pensabile parlare di democrazia, è in atto un attacco alla libera informazione, è la dmocrazia ad essere in gioco. Ed è quindi tempo di agire agire agire. Compreso (ci è arrivato pure Veltroni, forse) che siamo in presenza non di una raucedine, ma di un tumore, prendere delle mentine non serve, e che a fare patti con il demonio se ne esce sempre inchiappettati, occorre costruire davvero un'alternativa democratica imparare o reimparare a fare controinformazione, ad educare i nostri figli a discutere e criticare, a fare controcultura, a chiedere loro di spengere la TV e accendere il cervello. Occorre RESTAURARE e mi rendo conto di dirla grossa, da rivoluzionario quale penso di essere, i valori della vituperata prima (unica) repubblica, della Costituzione di cui questa banda di sciamannati e sciamannate vogliono fare strame. E bisogna, per tornare all'Aquila, da cui siamo partiti trovare quel legno e quando laddove non ci sono i padelloni, i riflettori delle TV per inquadrare la ministra-fica, anzi la fica-ministra per mettere in sequenza correttamente causa ed effetto, accendere tante individuali torce, perché Antonietta una canzone di tanti anni fa terminava: " .. è questo il nostro vantaggio: il numero e il coraggio.


Aquila dormitorio

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