LIVORNO. Secondo l’ International Union for Conservation of nature (Iucn) «la Francia ha notevolmente incrementato i progressi verso una migliore tutela dell'ambiente marino». Il presidente Nicolas Sarkozy, parlando il 18 6 luglio scorso a Le Havre, ha annunciato la creazione di aree marine protette (Amp) che copriranno il 20% della Zona economica esclusiva (Zee) della Francia e il 24 agosto, in occasione di un’immersione con un sommergibile di alta profondità in canyons sottomarini al largo di Cassis, organizzata dall’Agence des aires marines protégées, il ministro dell’ecologia, dell’energia e dello sviluppo sostenibile Jean-Louis Borloo ha annunciato che la Francia ha deciso di dichiarare all’Onu una Zona economica esclusiva in Mediterraneo. «E’ un “changement de cap" che mira a proteggere la pesca francese ma soprattutto a proteggere i pesci e ad evitare l’arrivo di flotte potenti ed armate nel Mediterraneo un mare chiuso – ha detto Borloo – La Zee si estenderà su un perimetro approssimativo di 70 miglia che corrisponde all’attuale zona di protezione ecologica». La politica francese per le Amp e la Zee piacciono molto a Dan Laffoley, vicepresidente per il mare della World commission on protected areas dell’Iucn, che parlando di Sarkozy ha detto: «Il Presidente ha fissato l’obiettivo ambizioso che la metà delle nuove Aree marine siano “no-take” (senza prelievo di pesca, ndr) e la Francia si impegna a diventare il nuovo leader mondiale nella conservazione marina. Questo è particolarmente impressionante, visto che la Francia ha il secondo più grande territorio marittimo del mondo dopo gli Stati Uniti: circa 11 milioni di chilometri quadrati». Al centro del progetto del governo di centro-destra francese c’è il “libro blu” che definisce la strategia marittima francese indicata dalla "Grenelle de la Mer" e che entrerà in vigore entro la fine del 2009. A le Havre, annunciando la svolta per le Amp con l’impegnativo discorso “sur la politique maritime de la France”, Sarkzy aveva detto: «Voglio farvi comprendere l’accordo che è stato raggiunto alla Grenelle de la Mer. Oggi, la Francia protegge meno dell’1% del suo spazio marittimo. Entro il 2012, intendo fare in modo che le Aree marine protette si estendano fino a rappresentare il 10% di questo territorio. Entro il 2020, queste Aree marine protette dovranno raggiungere il 20% degli 11 milioni km2 dei mari posti sotto la sovranità della Francia. E conto che la metà di questa estensione sia costituita sotto forma di riserve e di “cantonnements” di pesca da definire con i pescatori, gli scienziati ed i protagonisti locali. E’ là che sarà preservata biodiversità marina. E’ là che potranno ricostituirsi le risorse che permetteranno domani alla pesca di perpetuarsi nel nostro Paese. Nel 2020, la rete delle Aree marina proteggerà dunque più di 2 milioni di km2 di oceani e di mari sotto sovranità francese. Questa rete di protezione si estenderà sia lungo le coste metropolitane (nella Francia europea, ndr), in particolare nel Mediterraneo, che attraverso tutto l’oltremare francese: dalle Antille alla Nuova Caledonia ed alla Polinesia. Questa rete completerà in mare la trama verde e blu creata dalla Grenelle de l'Environnement sulla terra, senza dimenticare la “trame bleue marine” così cara ad Isabelle Autissier (la famosa navigatrice in solitario francese, ndr). Quel che andiamo a fare con questo obiettivo in materia di protezione marina non lo ha mai fatto nessun altro Stato al mondo. Questo esempio che la Francia darà aprirà la via ad un movimento senza precedenti di salvaguardia degli oceani, di ricostituzione delle risorse alieutiche e di salvaguardia di tutti coloro che vivono e dipendono ogni giorno dalla fertilità dei mari». Resta da vedere ora come prenderanno il discorso di Sarkozy e gli applausi dell’Iucn i critici italiani dell’istituzione di Aree marine protette, a partire da quelli che nell’Arcipelago toscano magnificano la politica delle Amp francesi come esempio di gestione permissiva rispetto ad un presunto proibizionismo della legge italiana. Sarkozy e Borloo infatti sono stati chiarissimi e quel che dicono riguarda due date limite che richiamano anche gli impegni europei ed internazionali, sottoscritti dall’Italia, per l’incremento della protezione del mare: entro il 2012 circa mezzo milione di km2 di mare protetto francese saranno “no-take” e vi sarà vietata o fortemente limitata la pesca, nel 2020 si supererà il milione di km2.
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