Cari lettori Avete presente la Vergine Cuccia, la cagnetta di cui scrisse Giuseppe Parini, che solo per aver affondato l’eburneo dentino nelle podaliche carni di un volgare famiglio, fu da questo ingiustamente colpita con una “zampicata” che tre volte la fece rotolare, e tanto fece soffrire e guaire (aita aita parea dicesse ..) la povera bestiola finché la sua padroncina non la rincuorò e cacciò il vile servo tanto crudele condannando lui e la sua famiglia alla miseria. Bene, sembra che in un’isola tropicale lontana lontana, ma in fondo non molto dissimile dalla nostra, si sia registrato un atto di crudeltà verso gli animali ancora più vergognoso di quello di cui fu oggetto la Vergine Cuccia, di cui riferiamo così come ce l’hanno narrato. Due giovanotti se ne andavano in giro per le vie di un ridente paese immersi in lieti conversari ed accompagnati da una leggiadra cagnetta, a guinzaglio da un di loro tenuta. Orbene accadde che la bestiola spinta da impellenti necessità fisiologiche e individuato il luogo adatto alla bisogna, ivi si fermò a depositare ma, neanche il tempo per la graziosa di rimirare con soddisfazione quanto fatto, che irruppe sulla scena una insensibile comare la quale, con banali scuse e argomentazioni “ .. ma che si fa così .. si porta il cane a cacare sulla soglia di casa della gente?” aggrediva (per fortuna solo verbalmente) la poveretta. Ma le ragioni del gentile canide furono fieramente rappresentate dall’amico del padroncino che mise subito a posto la prepotente donnetta ricordandole evangelicamente di non guardare la pagliuzza nell’occhio dell’altro ignorando la trave che lei aveva. Trave o travicello o parete abusiva che certo lei celava dentro la sua dimora, e che se egli avesse incaricato chi di dovere di controllare, sarebbe emersa con grande disdoro dell’arpia. E alla petulante che protestava: “Ma almeno pulite dove ha sporcato!” sdegnosamente il campione rispondeva ribadendo che al suo posto la comare si doveva stare, per evitare guai. La Vergine Cuccia dei nostri giorni, parve capire e si allontanò rincuorata ed alleggerita non solo nel delicato intestino. (e tu Vergine Cuccia, idol placato/da le vittime umane, isti superba) Ci dicono che diversi abitanti di quella caraibica isola assistettero al fatto, e i più di loro plaudirono felici, non così fu ovviamente la punita nel suo ardire, e per la solita minoranza di “cani arrabbiati” che si allontanarono a loro volta dalla scena della vicenda profferendo parole sconclusionate come: “Ha perso il cervello sempre che ce l’avesse” e “Col cazzo che lo rivoto!”
Voluttà Vergine cuccia