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La spiaggia del Felciaio impraticabile a causa delle alghe

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 29 agosto 2009

Gent.mo sig. Sergio Rossi, vedo che lei è molto sensibile alla cura e al mantenimento della bellezza dell'isola d'Elba. Anch'io amo molto l'isola, nella quale vengo a passare le mie vacanze da oltre trent'anni. Vorrei segnalare la triste situazione della spiaggia del Felciaio, lasciata in uno stato di incredibile abbandono dal comune di Capoliveri. Sono almeno tre anni che nella parte iniziale e più ampia della spiaggia si accumulano alghe che nessuno provvede a rimuovere, rendendola impraticabile. É soprattutto spiacevole vedere le alghe galleggiare in grande quantità nei primi metri del mare in contiguità con la spiaggia, per cui nessuno ha voglia di immergersi nell’acqua, che dà una sensazione sgradevole di sporcizia. È un vero peccato perché quella del Felciaio potrebbe essere una delle più belle spiagge dell’isola. I bagnanti si rifugiano in una caletta successiva che sembra meno sporca, ma la parte migliore della spiaggia è inutilizzabile. Allego alcune fotografie che ho scattato pochi giorni fa. Cordiali saluti Pier Giorgio Camaiani Gentile Signor Camaiani Su un punto non siamo d'accordo, che i residui secchi della Posidonia (che come ben sa chiamiamo convenzionalmente "alga" ma alga non è) siano da considerare "sporco", né va dimenticato che la presenza di posidonia secca testimonia uno stato di salute del nostro mare. Vero è che quando particolari condizioni meteo determinano un abnorme accumulo della posidonia secca sugli arenili o sulle spiagge di sasso, specie poi dove le alghe marcescenti emanano pure cattivo odore la potenzialità e la qualità della balneazione risulta compromessa. Fino a qualche tempo fa il problema della rimozione delle "alghe" era un vero rompicapo dato che una norma (assurda) le classificava alla stregua dei rifiuti speciali, con conseguenti costosissime procedure di smaltimento, oggi è possibile trattarle in maniera più semplice. Ma come? Va da sé che sotto un profilo ambientale, con buona pace dei bagnanti, sarebbe opportuno attendere che il mare da solo riportasse via quello che ha accumulato (lo fa, è solo questione di tempo) ma poiché il fronte mare praticabile alimenta la nostra economia è chiaro che quegli accumuli non ce li possiamo certo permettere. Per fortuna (e grazie ad una azione mirata di Legambiente, della Regione Toscana e di quella Sarda) la posidonia secca (non più come accennavamo rifiuto speciale) può essere trattata. La destinazione ottimale, riscoprendo una pratica che i nostri vecchi conoscevano benissimo, sarebbe quella di usare quel residuo ricco di sali come fertilizzante (i contadini isolani da sempre interravano "l'aliva" nelle vigne), nel caso se ESA e Comuni si attivassero si potrebbe lavorare la posidonia togliendola dalle spiagge depurarla dai residui sabbiosi e pietrosi e producendo ottimo compost. Tutto ciò però potrebbe valere per i tratti di costa serviti dalla viabilità necessaria a far avvicinare i mezzi adatti ai prelievi, temo che per quanto riguarda le piccole cale (come Felciao) distanti dalla rete viaria, il problema resterebbe insoluto, a meno che i Comuni non valutino che il gioco valga la candela e si sobbarchino spese notevoli per pulire anche quelle. La ringrazio di averci scritto


Posidonia felciaio 2009 1

Posidonia felciaio 2009 1

Posidonia felciaio 2009 2

Posidonia felciaio 2009 2

Posidonia felciaio 2009 3

Posidonia felciaio 2009 3