Purtroppo siamo costretti oggi a parlare del nostro “amato” Scoglietto di Portoferraio non per descriverne le bellezze naturali, ma per segnalare un fatto increscioso verificatosi recentemente. Ricordiamo che lo Scoglietto rientra nell’area di tutela biologica antistante la spiaggia delle Ghiaie a Portoferraio e che è meta quotidiana e per l’intero arco dell’anno di Diving Center e Circoli dell’Isola, i quali in quella zona trovano un ambiente unico e affascinante. Lì infatti si possono osservare pesci che in qualunque altro sito di immersione, se presenti, sono comunque molto scaltri e difficilmente avvicinabili dall’uomo. Così, grazie al fatto che qualunque tipo di pesca è vietato nell’area, con il tempo, le cernie, i dentici, i barracuda, gli scorfani e molte altre specie si sono abituate alle sagome scure di noi subacquei e hanno maturato una familiarità inconsueta che fa dello Scoglietto un posto davvero speciale. Tutti i Circoli e i Diving Center sono i primi custodi del posto, operatori che rispettano l’ambiente da cui traggono lavoro e beneficio. Il loro lavoro non è sempre facile, ad esempio sono purtroppo costretti ad usare l’ancora per le proprie imbarcazioni, nonostante da anni si tenti di convincere i politici a sistemare nella zona boe di ormeggio che impedirebbero, quanto meno, un costante danno alla sottostante Posidonia oceanica. Anche Greenpeace si è adoperata in passato con le autorità politiche perché le boe venissero posizionate. In ogni caso per i numerosi ospiti dei Diving Center e soci dei Circoli lo spettacolo subacqueo dello Scoglietto è sempre stato meraviglioso. Una decina di giorni fa qualcosa cambiò. Dopo un tuffo sulle zone solitamente pullulanti di cernie e dentici, il nulla. Risaliti in barca iniziò un intenso scambio di telefonate e di comunicazioni via radio tra i presenti, sbigottiti della cosa. La ragione di questa assenza di pesce si è ben capita quando in una successiva immersione un gruppo di nostri sub ha rinvenuto sul fondo una rete contenente alcuni pesci catturati con un fucile subacqueo pur’esso contenuto nella rete, evidentemente allo scopo di essere ripescato dagli stessi fraudolenti pescatori ritornando sul posto in un altro istante meno trafficato. Questo atto è di gravità enorme. A parte la questione morale di uccidere prede praticamente “ammaestrate” in anni di convivenza con l’uomo, questione che evidentemente neppure sfiora le menti dei delinquenti che hanno cacciato allo Scoglietto, c’è un aspetto economico di non secondaria importanza: quanto vale in termini venali di soldi un dentice VIVO in quella zona ? Quanto vale lo stesso pesce morto ? Un dentice vivo in questo periodo dell’anno viene visto da centinaia di sub al giorno, che portano lavoro e beneficio economico agli operatori del settore. Lo stesso pesce, morto, può valere qualche decina di euro, una volta sola. Ma a valutazioni economiche vogliamo preferire valutazioni ambientali, che riteniamo di gran lunga prioritarie. La salvaguardia di un ambiente così unico nel nostro territorio è e deve essere l’elemento trainante per tutti. I Diving Center e i Circoli hanno l’appoggio incondizionato da parte delle autorità preposte alla salvaguardia e al controllo del mare, con le quali collaborano fattivamente: Capitaneria di Porto, Carabinieri e Finanza, tutti all’erta dopo la nostra denuncia e tutti da sempre vigili e attenti guardiani dello Scoglietto. Concludiamo per fortuna con una nota positiva: a distanza di una decina di giorni, alcune cernie e alcuni altri pesci hanno ricominciato a popolare la zona e, anche se un po’ più schivi del solito, stanno ricominciando a donarci quell’ambiente a cui siamo abituati e che tutti salvaguarderemo ad ogni costo.
pesci morti scoglietto