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Acqua potabile: Una domanda breve (ed una ancor più breve risposta)

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 26 agosto 2009

Egr. Direttore Sergio Rossi In questi giorni pullulano ovunque le discussioni sul problema dell’alimentazione idropotabile dell’Isola d’Elba dovute chiaramente alle difficoltà presenti. Essendo a conoscenza della sua contrarietà nei riguardi della soluzione galleria-serbatoio sotto il Monte Capanna che da tempo il sottoscritto và propugnando, vorrei mi permettesse di rivolgerle una domanda breve e precisa, grato se vorrà pubblicarla sul suo apprezzato Elbareport assieme alla sua cortese e senza dubbio esauriente risposta. La domanda è questa: se fosse vero, come io vado sostenendo, che la costruzione effettuata quanto prima nel granito del Capanne di un solo chilometro o al massimo di un chilometro e mezzo di galleria di dieci metri di diametro, studiata ed ubicata in modo dare il minor fastidio e la maggior sicurezza possibili, risolvesse per dieci anni il problema principale e cioè la disponibilità di un volume d’acqua sufficiente a fronteggiare il fabbisogno dell’intera Isola lei come giustificherebbe la mancata realizzazione di tale opera? Si tratterebbe ovviamente di un rimedio alla situazione attuale con il permanere della fornitura della Val di Cornia e con tutti i problemi che la stessa presenta in fatto di boro ed in merito alle eventualità di una sua rottura ma che darebbe il tempo per realizzare in concreto la futura autosufficienza ed autonomia idrica dell’Elba, qualunque fosse la soluzione scelta per farlo. Vorrei anche farle presente come opere del genere vengano normalmente costruite ovunque. Ad esempio nel Veneto, dove risiedo io con grande nostalgia per la bellissima Elba, sono state costruite, per la realizzazione della autostrada Mestre-Belluno, gallerie molto più grandi di quella citata. Tra breve Cortina, la Perla delle Dolomiti, costruirà per la sua viabilità gallerie enormi perforando le montagne più belle e delicate del mondo, come appunto le Dolomiti. La ringrazio. Marcello Meneghin Gentile Sig. Meneghin Di mestiere attuamente faccio il giornalista e cerco di farlo il meglio possibile, per il resto ogni volta che mi trovo a sconfinare in terreni dove il piede non mi poggia sicuro tendo ad andarci cauto. Ci vado cauto quando si parla di acqua, emungimento delle falde etc. anche se paradossalmente ne dovrei sapere abbastanza, se non altro perché una grande parte dei pozzi romani che ci sono all'isola li hanno scavati mio padre, mio zio, mio fratello. Circa il suo progetto mi limito a ripeterle ciò che già altre volte ho scritto: così com'è mi pare che collida con la normativa vigente sia italiana che europea sulle aree protette, la quale se ha, come ha, tra i suoi punti fermi la non opportunità di intervenire sul naturale equilibrio idrogeologico deve avere ragioni ecologicamente valide. Ciò premesso non sono affatto contrario al fatto che si realizzino bacini di raccolta là dove la legge (e la sicurezza delle persone) lo consentono, così come credo che sia abbondantemente ora di puntare sul risparmio idrico, con investimenti veri sulla depurazione, sulla eliminazione delle dispersioni e sulla doppia circuitazione delle acque, e sarebbe il massimo se poi si procedesse ad un contenimento di quella razza nociva che è l'homo cementificans atque asfaltans ergo poco sapiens, che deforestando ed impermeabilizzando le superfici isolane è la prima fonte di dilavamenti ed alluvioni, mancato ricarico delle falde e dispersione massiccia delle acque meteoriche. Quanto alle gallerie che mi citava beh speriamo che abbiano effetti meno gravi di quelli che ha avuto lo scavo della per la TAV in Mugello, dove si è giunti al disastro idrogeologico senza mezzi termini con torrenti cancellati ed aree ubertose trasformate in sterpaie. La ringrazio di averci scritto.


monte capanne

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