Non sappiamo se a causa del casino ferragostano che coinvolge pure la nostra redazione, per difetto di comunicazione o che altro ci è giunta solo di sponda la notizia dell’ordinanza del Sindaco Barbetti e Papi (relative la prima al divieto di fumo per i minori di anni 16 a Capoliveri,) di cui hanno finito per parlare pure i mezzi di informazione nazionali e di cui crediamo si parlerà ancora nel caso che al proclama seguissero davvero quelle multe da 250 a 500 euro previste per i giovani trasgressori. Atteso infatti che le intenzioni finali della giunta Barbetti sono le più lodevoli, che il fumo fa male (molto male) e che è opportuno limitarne la diffusione tra le più giovani generazioni, il metodo adottato ci pare sbagliato almeno quanto lo sarebbe il tentare di eliminare i pidocchi dalla testa di qualcuno prendendolo a martellate. Senza mettersi a fare della psicologia dell’età evolutiva d’accatto tutti sanno che in quel non facile momento da vivere che è l’adolescenza (proprio perché i cuccioli d’uomo si avviano a non essere più tali) si è particolarmente inclini al contrapporsi con il mondo degli adulti, al trasgredirne alle regole. A nostro fallibilissimo parere con il provvedimento adottato e con il “puzzo” che se ne fatto intorno si è ammantata del fascino del severamente proibito dal pubblico (quindi dell’allettantemente trasgressivo) una pratica che dovrebbe essere evitata con l’informazione e la persuasione degli ambiti educativi e della famiglia (autorizzata moralmente quest’ultima a somministrare anche qualche sacrosanto scappellotto) e con quella potente arma che è l’ironia (perché anche il prendere per il culo ha una forte valenza pedagogica). Ci pare già di vederli i tabagisti capoliveresi in erba andarsi a fumare la sigaretta nelle calanchiole con l’aria di uno che svaligia una banca, magari poi trovando chi dice loro: proibito per proibito fatti una canna no? Così i trasgressori non avranno la stessa nostra fortuna, quella di incrociare il Dott. Gragnoli che fulminandoci con la battuta: “Fumi? Eh sì passano le pecore e i cacarelli fumano!” che ci indusse ad interrompere a rimandare almeno di un par danni la pratica del fumo, ma il severo tutore dell’ordine che, “dura lex sed lex”, gli affibbierà la multa facendone nella cerchia degli amichetti un rivoluzionario martire. Che la comunità capoliverese sia un po’ indisciplinata e incline all’anarchia, più che un parere è acclarato dato storico, che l’educazione alla legalità dovrebbe essere un poco più curata in quel paese è palmare, ma che si incominci da spezzare le reni a qualche favetta lessa fumante ci pare almeno bizzarro.
Sigaretta