Egr. Direttore Ho troppe volte abusato dell’ospitalità di Elbareport per parlare dell’argomento acqua potabile all’Isola d’Elba e quindi ho resistito fino ad oggi al desiderio di controbattere le sue osservazioni di giovedi 16 aprile scorso. Lo faccio ora perché sento che si temono difficoltà nell’approvvigionamento dell’Elba e lo faccio con il solo intendimento di contribuire a chiarire alcuni punti. Lei sostiene che il rimedio sussiste solo sulla depurazione delle acque reflue e sul risparmio idrico. Vorrei farle presente che i risultati nel primo caso si hanno solo quando si è in presenza di sistemi fognari unificati cioè costituiti da reti idriche che collegano più centri tra di loro e che convogliano le acque reflue in un solo o in pochi impianti di depurazione. Gli esempi da lei citati consistono in potabilizzazione di grandi portate di fogna effettuati da grossi impianti singoli. Quando invece, come all’Elba, ci sono mille piccole reti fognarie tutte scollegate tra di loro, la potabilizzazione delle acque di fogna assume costi proibitivi che diventano ancora più elevati quando, come all’Elba, si tratta di far funzionare molti piccoli impianti costosissimi soltanto per un paio di mesi estivi. Non parliamo poi del risparmio idrico. In questo settore, oltre che delle condotte colabrodo, bisognerebbe parlare anche di un altro elemento molto e molto importante e soprattutto dell’elemento che lo scatena. Questi due fattori sono rispettivamente le perdite occulte che all’Isola sono elevatissime e la pressione di esercizio anch’essa anomala all’Elba. Ebbene quando anche tutta la popolazione elbana, turisti compresi, operasse un accurato risparmio idrico questo farebbe aumentare subito la pressione di rete e quindi la gran parte dell’acqua risparmiata si tramuterebbe immediatamente in una maggior perdita rendendo, oltre che dannoso, anche inutile il risparmio. Risultati molto ma molto più evidenti ed immediati si otterrebbero con la regolazione accurata della pressione, fermo restando che rimarrebbero irrisolti i problemi veri dell’Elba e cioè la presenza del boro nell’acqua proveniente dalla Val di Cornia e l’impossibiloità di farvi fronte con i metodi oggi in uso. Alla regolazione pressoria ha già cercato di rimediare l’Ente gestore ma in maniera tutt’altro che sufficiente, alla seconda no. Tenga presente che regolando in maniera razionale la pressione di funzionamento delle reti si otterrebbero, anche e soprattutto in presenza di condotte colabrodo come quelle elbane, percentuali di riduzione delle perdite così notevoli da far impallidire i dati relativi al più marcato risparmio idrico. Tanto per fare degli esempi, reti che perdevano il 55% dell’acqua prodotta lo hanno immediatamente ridotto al 25% senza sostituire le condotte ammalorate! Nessuno sa, invece l’economia reale ottenuta con un risparmio idrico che è delittuoso proporre nelle zone prettamente turistiche come l’Elba, dove non esistono corsi d’acqua perenne che consentano altre modalità di annaffiamento dei giardini o di riempimento delle piscine e nelle quali nessuno conosce l’ammontare vero degli aumenti di perdita occulta che, come detto, il risparmio idrico inevitabilmente provoca.
Getto d'acqua Val di Denari