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A Sciambere del Santissimo Grande Raccordo Anulare dell'Arcipelago Toscano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 13 agosto 2009

Carissimo Elbareport, se mi è consentito, vorrei suggerire al trio Approdo/Bitta/Fanale un'operina che potrebbe completare degnamente l'operona varata in gran pompa pochi giorni orsono. Una volta completata la cementizzazione della rada credo sia il caso si occupino della mobilità interarcipelaghesca, al momento resa difficoltosa dalle difficoltà di approdo nelle altre isole. Opportunamente progettata, pubblicamente finanziata, cementisticamente realizzata e privatamente gestita potrebbero dare il via a una infrastruttura ovviamente di minimo impatto ambientale che permetterà ai milioni di ricchi turisti finalmente in arrivo di muoversi liberamente e velocemente per i vari scogli dell'arcipelago volendo bersi un aperitivo a capraia piuttosto che leccarsi un gelato al giglio. Diciamo che il paperone di turno, una volta arrivato a PF con il suo barcone di 70/80 metri, stanco della perigliosa navigazione, potrà finalmente sbarcare dal garagino dell'ammiraglia una fiammante granturismo e andarsene beatamente a pigliarlo in..ops, scusate il refuso, a visitare le belle isole toscane, magari ipotizzando di costruire a sua volta, almeno fin che c'è spazio, una villetta di 50 stanze. Sarà sufficiente, dico per rendere l'idea, realizzare un piccolo GRA (grande raccordo anulare) di non più di 14/16 corsie che, girando attorno all'elba, permetta, attraverso un numero limitato di svincoli (lasciamo per ora da parte gorgona, giannutri e l'africhella per non sciupare l'ambiente e far contenta sinistra e libertà),all' armatore di raggiungere in macchinone vuoi capraia che pianosa, vuoi il giglio che montecristo - naturalmente a montecristo le visite non potranno essere più di 10/12 mila al giorno -.ritornando al barcone prima di buio per prepararsi ad una dispendiosa nottatona in qualche discotecona dell'isola che, a quel punto, avrà tutti i titoli per dirsi padana. Il mitile ignoto Aulente Bivalve Quando ero più o meno adolescente, ed arrivai per la prima volta a Roma, mi stupii non poco nel vedere di quanta devozione era oggetto un particolare santo dal nome monosillabico, il Santissimo GRA, la cui esistenza mi era stata fino ad allora totalmente ignota, c'era pieno di cartelli che indicavano evidentemente la direzione da prendere per giungere alla sede del culto del Santissimo GRA. Cominciai ad andare nel casino quando vidi che l'indicazione della supposta basilica puntava ora a Nord ora a Sud ora a Est ora ad Ovest e pure verso tutti i rombi intermedi della bussola e che più mi addentravo nella città più le frecce indicavano una direzione di marcia opposta alla mia, finché folgorato mi dissi:"Eccheccazzo! Po'po' di fava! (espressione ferajese di forte autocritica NDR) S.S. G.R.A., cioè Strada Statale Grande Raccordo Anulare!" Sarà forse per questo pessimo primo impatto con i GRA che non mi entusiasma la sua proposta, che in fondo risolverebbe solo il problema di collegarci con l'aeroporto intercontinentale di Pianosa caldeggiato (seriamente) dalla guida spirituale dei leghisti scoglio-nati. E non mi entusiasma pure per una questione etimologica. Veda cozza il l'aggettivo "anulare" così come dal sostantivo dal quale in prima battuta deriva "anello" ha un etimo che secondo come si prende può risultare agghiacciante: il latino "anus" che ad una precisa regione anatomica si riferisce ed alla sua circolare conformazione. E' fuor di dubbio ch'io mi senta, in questi ultimi giorni, (metaforicamente eh, ci mancherebbe altro!) sottoposto ad un trattamento "anulare" da parte della Giunta di Portoturisticoferraio, (che tra un po' ribattezzeremo Portesaom o Tesecopoli o Salesia, nomi più brevi e così chi sbarca da queste parti capirà subito chi comanda) e incomincio a pensare con con questi ci sia pochissimo da scherzare, che peggio di loro solo quel torzolo che il porto turistico lo voleva fare in vasca a terra svuotando Le Prade o i leghisti che proponevano il canale navigabile tra Mola e Stiopparello. Un orgoglioso e notissimo detto barese suona "Se Parig ch'aves lu mère sareb 'na piccola Ber" - Se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. Ci viene da pensare che se Bari avesse Parigi il mare forse dovrebbe preoccuparsi.


mitile cozza

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