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Evaso da Porto Azzurro catturato a Torino, altri particolari, denunciate le figlie.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 13 agosto 2009

Si è conclusa con la denuncia in stato di libertà delle due figlie dell’evaso DADDIEGO Michele, 67enne da Bari, la vicenda che ha visto quest’ultimo protagonista di una fuga che per fortuna si è conclusa nel migliore dei modi, ma che di fatto poteva trasformarsi in una tragedia, avendo trovato i Carabinieri a seguito di perquisizione personale del DADDIEGO due caricatori pieni per la pistola Calibro 22 e altri 50 colpi in un sacchetto, il tutto rubato qualche mese prima a Cuneo da ignoti. Tutti lo descrivevano come un detenuto modello: in carcere era preciso e ligio alle regole come lo rappresentano gli operatori che lavorano tra le mura del penitenziario e anche dal Tribunale di Sorveglianza giungono solo voci positive, ma molto probabilmente quel comportamento era solo un atteggiamento di facciata. Grazie a questo comportamento si era assicurato sin dal 2005 permessi orari e giornalieri per svolgere anche attività lavorativa all’esterno della struttura carceraria: operando quale manutentore e cuoco, in attività commerciali e ristoranti presenti sull’Isola d’Elba, anche in questi casi senza dare mai segni che potevano far pensare a una sua fuga o a propositi criminali. Di fatto però, DADDIEGO Michele, ristretto per aver assassinato la moglie, ma con alle spalle precedenti inerenti armi, rapine e furti, covava probabilmente qualcosa ed aveva in animo di compiere una qualche azione che avesse a che fare con l’arma che gli è stata trovata addosso. Dopo che l’evaso ha ricevuto il permesso di lasciare l’istituto di Porto Azzurro, immediatamente si sarebbe diretto verso Asti e Torino, come stanno accertando i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Portoferraio, e avrebbe cercato il sostegno dei famigliari che ormai da Bari si sono stabiliti permanentemente nella zona delle Langhe. Come se si dovesse ricostruire un puzzle, i Carabinieri di Portoferraio hanno messo insieme tutti i dettagli per ricostruire le reti di relazioni e conoscenza del DADDIEGO, riuscendo a fornire anche così indicazioni preziosissime ai colleghi della Compagnia Carabinieri di Torino San Carlo per individuare e bloccare l’evaso. Quando il soggetto è stato bloccato a Torino, i Carabinieri lo hanno trovato in possesso, oltre che naturalmente della pistola, anche di due caricatori pieni di proiettili calibro 22, oltre che altri 50 cartucce sempre per la pistola che aveva in suo possesso e circa 2000 euro in contatti. Avendo avuto questo riscontro, era palese che il soggetto si stava riorganizzando per compiere una nuova azione criminosa di qualsiasi tipo e anche in questo ambito deve essere letta la collaborazione delle due figlie del detenuto. Le due donne, poco più che trentenni, dimoranti ormai ad Asti da anni, stavano portando, infatti, del denaro contante al padre per poter proseguire la sua latitanza, quando insieme al genitore sono state bloccate dai carabinieri. Anche durante l’intervento, le figlie hanno dimostrato tutto il loro supporto al genitore, aggredendo i Carabinieri e dando il tempo necessario all’evaso di estrarre la pistola. Fortunatamente i militari dell’Arma hanno dimostrato sprezzo del pericolo e prontezza di riflessi nel bloccare la pistola, impedendo all’uomo di esplodere dei colpi che avrebbero potuto ferire tanto i Carabinieri tanto uno delle decine di passanti che in quel pomeriggio d’estate si trovavano in centro a Torino. Per tutti questi motivi le due figlie del DADDIEGO sono state denunciate in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria anche per resistenza a pubblico ufficiale.


carabinieri auto caserma

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