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Controcopertina: Il Comune difende il Water Front dall'assalto della Goletta Verde

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 12 agosto 2009

Il Consiglio Comunale di Portoferraio, nella seduta del 6 agosto u.s., ha ratificato l’accordo di pianificazione sottoscritto con Provincia di Livorno e Regione Toscana per l’adeguamento del sistema della portualità turistica e della nautica di Portoferraio ed ha conseguentemente adottato la variante al Piano Strutturale, che prende atto degli indirizzi comunali in materia di pianificazione, nonché delle determinazioni del Piano di Indirizzo Territoriale – Masterplan dei porti approvato con Delibera del Consiglio Regionale Toscano. Con questo atto è stato compiuto un passo fondamentale per lo sviluppo socio-economico della nostra città. Infatti la variante al PS consente di dare corso a procedimenti e progetti finalizzati a garantire, a Portoferraio ed all’isola d’Elba, una adeguata struttura integrata per il turismo nautico che, corredata con attrezzature cantieristiche, possa rappresentare una ulteriore declinazione della filiera turistica, una integrazione della stessa per mitigare gli effetti di eventuali trend di segno negativo dell’economia tradizionale, una straordinaria occasione di riordino territoriale ed urbanistico di aree degradate e di sviluppo occupazionale. Per capire e spiegare il progetto bisogna partire da alcuni riferimenti: 1. la rada di Portoferraio è il porto naturale più sicuro della Regione e non solo; 2. la conformazione della rada consente l’individuazione di siti idonei alla realizzazione di attrezzature portuali a condizioni estremamente favorevoli e senza impatti su alcune risorse come la stabilità della linea di costa; 3. le condizioni attuali delle aree previste per la realizzazione delle attrezzature portuali corrispondono a siti storicamente utilizzati, a conferma della loro funzionalità e sicurezza, ed in passato già significativamente utilizzati anche per attività industriali, che ne hanno finito per caratterizzare profondamente morfologia e caratteri ambientali; 4. il paesaggio localizzato è frutto della confusa espansione urbana degli anni settanta ed ottanta, dove il valore è rappresentato non già dall’immagine attuale, ma delle potenzialità insite in processi di trasformazione finalizzati alla riqualificazione del water front; 5. Portoferraio è l’unico sito dell’isola che offre la possibilità di concretizzare gli obiettivi del Masterplan della portualità annesso al PIT, cioè di dare corpo alla filiera nautica; quindi è la condizione essenziale per fare in modo che si possa avviare una evoluzione positiva degli altri approdi esistenti, che non hanno nè tradizione nè spazio per le attività di filiera; 6. aree e bacini d’acqua interessati dalle previsioni del PS per la portualità turistica sono aree sostanzialmente già urbanizzate ed utilizzate da lungo tempo a seguito della trasformazione industriale della città avvenuta alla fine del 1800 e conclusasi al termine della seconda guerra mondiale, dove insistono molti volumi edilizi in genere di scarso o nullo valore architettonico, fatta eccezione per il capannone, detto hangar, del cantiere navale Esaom e per la ex Centrale Enel; 7. la morfologia dei siti consente di predisporre una pianificazione funzionale a dare una risposta articolata al fabbisogno di posti barca, ovvero di tipologie di imbarcazioni, dai maxi yacht alle imbarcazioni dei residenti, nel rispetto delle condizioni ambientali ed urbanistiche; 8. le condizioni dei siti consentono di realizzare un sistema integrato di attrezzature dove le funzioni si collocano come occasione di riconquista da parte della città di quel fronte mare che le fu sottratto con la scelta dell’industrializzazione pesante del secolo scorso; 9. la delocalizzazione del deposito costiero dei carburanti non è una “cementificazione”, ma una necessità, stante la sua vicinanza a strade ad alto scorrimento e scuole, che ne sconsigliano fortemente le futura permanenza nell’area attuale; 10. i posti barca citati in alcuni articoli di stampa (900) non possono essere considerati meramente aggiuntivi agli esistenti come è stato scritto; le ipotesi di studio, che il regolamento urbanistico definirà più puntualmente, non parlano –ovviamente- di 1500/1600 posti barca complessivi, ma definiscono come contingente per tutta la rada la quantità del vecchio PREPAT regionale e cioè 1050 posti barca, compresa la Darsena Medicea. I numeri citati in articoli di stampa sono quindi errati; 11. nelle norme adottate si stabilisce la risoluzione di storiche questioni connesse alle bonifiche ambientali, anteponendole a qualsiasi intervento di trasformazione urbanistica od edilizia; 12. le norme adottate stabiliscono altresì, contrariamente a quanto scritto, specifici criteri di salvaguardia ambientale e paesaggistica. Si veda quanto prescrive l’art. 23-ter: “Ai fini dell’inserimento ambientale ed urbanistico dei porti turistici previsti il RU detterà specifiche prescrizioni in relazione a: a. compatibilità ambientali e paesaggistiche, ovvero divieto di realizzare opere portuali di altezza superiore all’altezza dei moli del porto commerciale; b. compatibilità ambientali, ovvero tutela dell’oasi naturalistica di S.Giovanni e del promontorio delle Grotte; c. compatibilità paesaggistiche ed urbanistiche, ovvero discontinuità degli insediamenti di servizio ed urbani lungo Viale Tesei tra la rotatoria Manganaro ed il porto commerciale al fine di assicurare nuovi cannocchiali visivi del mare dalla città; d. compatibilità paesaggistiche ed urbanistiche, ovvero qualificazione naturalistica e paesaggistica delle aree libere di Punta della Rena e del corridoio limitrofo al Fosso della Madonnina; e. compatibilità paesaggistiche ed urbanistiche, ovvero collocazione dell’edificabilità di servizio a S.Giovanni a distanza dal mare e con interposizione verso il mare di fasce di verde urbano; f. compatibilità ambientali, approvvigionamento idrico per usi non potabili da fonti diverse da quelle dell’acquedotto tramite recupero acque piovane, acque di lavorazione e acque reflue depurate, trattamento di acque marine per i fabbisogni anche potabili funzionali agli ormeggi ed alle imbarcazioni; g. compatibilità ambientali, approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili per almeno il 30% del fabbisogno annuo stimato per ogni singola destinazione funzionale, costruzione nuovi edifici con destinazione diversa da quella produttiva, con metodiche e tecniche di bioedilizia”; O si veda l’art. 29 delle norme della variante: “1. Sono individuate le seguenti Oasi naturalistiche, comprendenti anche i siti Bioitaly (Zona a protezione speciale - Dir. CEE 409/76 - D.C.R. 342/98) nelle quali sono presenti biotipi di particolare valore: - Oasi delle Terme di San Giovanni (area umida con presenza di specie ornitiche rare e di endemismi funzionali alle attività termali e complementari ); - Oasi de Le Prade (area umida) – comprendente il sito Bioitaly SIR B07 Zone umide di Schiopparello; ………omissis………………………. 5. Ai fini della tutela dell’Oasi delle Terme di San Giovanni lo specchio acqueo antistante il bacino delle terme, delimitato in cartografia, è individuato come area di salvaguardia ambientale, quindi dovrà essere libera da punti di ormeggio e campi boe, e ivi non si potrà ormeggiare alla ruota. E’ definito analogo livello di protezione per lo specchio acque antistante il promontorio e la Villa Romana delle Grotte, anche in funzione della tutela dei beni archeologici”; 13. nelle norme adottate non sono contenute modifiche alle volumetrie attuali di piano strutturale, esistenti fin dal 2002, e larga parte degli interventi consistono in recuperi di volumetrie derivanti da immobili incongrui da demolire e ricostruire; 14. la partecipazione attivata, i confronti che hanno fatto seguito all’avvio del procedimento del giugno 2007, hanno sostanzialmente confermato e dato un senso di condivisione alle ipotesi formulate dall’Amministrazione Comunale fin da quell’atto; 15. Nella variante approvata è prevista una completa riqualificazione di quella che è la zona che si presenta a chi arriva all’Elba, il primo biglietto da visita: l’ex Centrale Enel. Attualmente l’area è caratterizzata da attività dismesse, dalla vecchia centrale abbandonata, con palazzi storici come il Coppedè e la ex Cromofilm che richiedono interventi di restauro finalizzati alla loro conservazione e valorizzazione; 16. Nel progetto immaginato è prevista la nuova stazione marittima, il porto pescherecci con il mercato ittico, finalmente una vera piscina pubblica, un’attività ricettiva a servizio del porto, giustificata anche dalla progressiva chiusura di alberghi a Portoferraio, la possibilità di attività artigianali e commerciali legate alla nautica. Sarà individuata una pista ciclabile da Portoferraio a San Giovanni per ritornare a vivere ambienti e zone attualmente difficilmente frequentabili. In poche parole lavoro, sviluppo e qualità in un territorio che chiede nuove opportunità. Cosa ha a che fare tutto questo con la cementificazione e ancor di più con la speculazione? Siamo sorpresi che anche forze politiche che nel 2007 hanno approvato l’atto d’indirizzo che avviava il procedimento in questione, cerchino di alimentare un’opposizione a questa idea da loro condivisa quando erano maggioranza. Siamo ancora più sorpresi che un’associazione particolarmente attenta come Legambiente intraprenda posizioni rispettabilissime, ma scarsamente condivisibili, senza un confronto approfondito con l’Amministrazione, confronto al quale ci dichiariamo fin da ora disponibili nel merito di tutte le scelte definite, anche al fine di migliorarle. L’Amministrazione di Portoferraio è convinta che nel prosieguo del percorso intrapreso, nella variante al Regolamento Urbanistico che ne deriverà, al momento di entrare più specificatamente nel merito delle scelte, si individueranno le migliori soluzioni che possano garantire le opportunità di sviluppo della nostra città nel rispetto dell’ambiente. Il Regolamento Urbanistico approvato da questa maggioranza nella passata legislatura ha avuto i più importanti riconoscimenti in questo senso. Con il confronto ed il dialogo costruttivo sulle scelte, per il quale un importante contributo darà anche la Presidenza del Consiglio Comunale, sapremo sicuramente costruire al meglio per Portoferraio la più grande occasione di sviluppo sostenibile del dopoguerra. LA GIUNTA COMUNALE Alle argomentazioni della Giunta di Portoferraio Legambiante, ne siamo certi, risponderà in maniera dettagliata, quelle che non omogeneamente stendiamo qui sono impressioni personali di un cittadino (peraltro elettore dichiarato della attuale maggioranza) che dissente da come il centrosinistra portoferraiese sta operando sul versante del governo del territorio. Compagni miei ambientalisti immaginari Cari amici (e compagni), penso che ragionando di urbanistica siate vecchi, terribilmente vecchi, tanto da non riuscire a capire neanche lo spirito delle iniziative di chi la pensa diversamente da voi. Come i predicatori di alcune sette che tentano di erodere (atteso che le anime esistano) voi iniziate costantemente il vostro ragionare con un sottinteso o espresso "E' Dimostrato ..." Il punto debole del vostro pensiero forte (e ribadisco fortemente cementificatorio) è che al contrario, non è dimostrato un piffero di ciò che date per scontato. Nella fattispecie non è dimostrato che se non si realizzano a Portoferraio i 1050 posti barca previsti dalla ormai quindecennale Sacra Scrittura regionale (compresi o esclusi quelli delle strutture manutentive?), la nostra economia andrà a ramengo, perché solo da uno sviluppo della nautica da diporto e zone collegate dipendono le fortune del permanere su quest'isola di queste ed altre generazioni. Chi lo ha detto? "Lo ha detto - replicate - il mercato!", e allora? A parte il non trascurabile fatto che gli ultimi dati del vostro beneamato mercato parlano di una fortissima contrazione del settore, a parte che il mercato è stato "drogato" negli anni passati da quella sciagurata "deregulation nautica" che tanti diversi problemi (anche di sicurezza) quotidianamente crea, avete bisogno, dopo aver vissuto gli ultimi anni, di ulteriori prove della fallacità, della insicurezza del mercato? Siete progressisti, di sinistra, non vi fa suonare neanche un campanellino nelle orecchie la "felice astensione" raccolta dalle destre in consiglio, o pensate che sia davvero normale, che sia logico che destra e sinistra abbiano le stesse identiche ricette economiche per il governo di Portoferraio? Siamo alle solite: voi rinunciate a governare il mercato (e la domanda) ma vi fate condurre dove vi portano. A Portoferraio è gia stato edificato quanto basterebbe ad ospitare forse una popolazione più che doppia e voi continuate a far costruire, continuate (anche voi, compagni che dovreste essere più sensibili) ad usare la lisa formula dello "sviluppo sostenibile" con una insostenibile leggerezza del non leggere quanto sta accadendo di nuovo su questo pianeta. Rendetevi conto che non è affatto detto che gli interessi di qualche potentato economico coincidano necessariamente con quelli della comunità, e rendetevi conto che tra lo "sviluppo sostenibile" che predicate, non so quanto convinti che si possa ancora caricare antropicamente e sostenibilmente questo posto, e quel "decremento felice" che vi proponiamo, l'unica soluzione che può salvarci da catastrofi globali e locali, non c'è una "lieve frattura", c'è la Fossa delle Marianne. Intendiamoci, in democrazia la ragione ce l'ha chi ha i voti, voi i voti li avete avuti (pure il mio ripeto) siete quindi legittimati pure a compiere scelte miopi come quella che avete compiuto in 90 minuti di consiglio comunale (!). Le scelte che ora (a scelte fatte) vi dichiarate disponibili a discutere con la popolazione ed i soggetti interessati, proponendoci una sorta di "partecipazione a posteriori" che qualcuno potrebbe pure intendere come una (vaga eh!) presa di culo. Quello che vi chiedo è di assumervi a pieno le vostre responsabilità e quindi a ad avere la decenza di non infiorettare con argomentazioni para (o pseudo) ambientaliste una operazione che di ambientalista, di conservazionista e di naturalisticamente riqualificante non mi pare abbia proprio nulla. Delle piste ciclabili per andare a vedere i ricchi sui megayacht o per portare i ricchi in bicicletta (ma dove?) o ancora per consentire alle massaie ed ai pensionati portoferraiesi di fare moto frequentando lo Yacht-Club e facendo prima una puntatina al nuovo mercato del pesce (!) potremmo fare a pure a meno con buona pace dell'ambiente. Non essere ambientalisti (veri) non è un reato e neppure un disonore, perfino non essere di sinistra non lo è, capita pure di peggio nella vita, consolatevi.


Goletta Verde NO Water Front

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