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Il Parco ha chiesto aiuto al Ministero per rafforzare la dotazione antinquinamento

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 11 agosto 2009

Quello che è accaduto Domenica 9 agosto poteva trasformarsi in un disastro. Fortunatamente la capacità operativa della Capitaneria di Porto di Portoferraio ha permesso di superare una grande vulnerabilità, intervenendo con tempestività e con i pochi mezzi a disposizione. In tal modo si è potuto limitare i danni grazie ad una cooperazione fattiva tra la protezione civile, le amministrazioni locali, volontari residenti e bagnanti che hanno improvvisato squadre efficienti. Il Parco Nazionale ha immediatamente contattato il Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente per ottenere un contributo straordinario per acquistare panne e solventi da mettere a disposizione in caso di emergenza, in attesa di poter contare ancora sull’attività di antinquinamento a mare della Castalia, il cui servizio non è attualmente attivo. Il Reparto Ambientale Marino (RAM) del Ministero dell’Ambiente ha inviato nella mattinata di ieri un aereo per monitorare la situazione lavorando a stretto contatto con la Capitaneria di Porto di Portoferraio ed il Ministro Prestigiacomo ha elogiato l’operosità dimostrata. “Sappiamo bene che l’Arcipelago Toscano è zona ad alto rischio di sversamenti a causa della concentrazione di rotte petrolifere - dice il Direttore Zanichelli – e che interesse di tutti prevenire questi episodi controllando adeguatamente i movimenti nell’area. Per questo l’Ente si è impegnato nel mettere a punto il progetto Argomarine, di cui il Parco è capofila, già finanziato dalla Unione Europea con 3,5 milioni di euro e che partirà da settembre” Argomarine, in pratica “un occhio che scruta il mare” ha proprio l’obiettivo di creare una centrale operativa di controllo che si avvale di sofisticate attrezzature per il monitoraggio. In particolare, l’integrazione del rilevamento satellitare con un sistema di sensori chimici e ottici potranno consentire di acquisire in tempo reale i segnali di sversamenti nel mare e stabilire con tempestività gli interventi idonei e le bonifiche opportune. Da un lato si punta a minimizzare i danni ma soprattutto si conta sull’effetto vigilanza come deterrente per i responsabili. L’impiego di una tecnologia avanzata e una rete di collaborazioni transfrontaliere con esperti che saranno all’opera per costruire il sistema di controllo che avrà bisogno di ancora due anni prima di mettere in atto le campagne di sperimentazione. Tali prove saranno svolte nel Parco dell’Arcipelago Toscano e nel Parco Nazionale dell’isola di Zacinto in Grecia, per poi essere estese a tutto il Mediterraneo. Infine ricordiamo che il sistema radar di Pianosa, da poco inaugurato alla Capitaneria di Porto, permette di esaminare le registrazioni del traffico nautico acquisite tramite il sistema AIS, per cui esaminando i dati memorizzati non si esclude di poter individuare i colpevoli. Il Parco ringrazia la Capitaneria di Porto di Portoferraio e tutti coloro che fisicamente hanno arginato la pericolosa macchia nera. Nell'immagine una mappa che indica le rotte delle petroliere che interessano l'Arcipelago Toscano.


rotte petroliere

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