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Parco, quel che il Sindaco Ortelli non sa (e non dice) della legge

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 09 agosto 2009

Il Sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli, ha dichiarato che: «Sulla questione del Parco abbiamo fatto un referendum, il 6 e il 7 giugno. E i cittadini si sono espressi, con voto contrario». Per chi non lo sapesse, quel “referendum” sono le recenti elezioni amministrative. Per chi non lo sapesse, quel “referendum” sono le recenti elezioni amministrative. Se si adottasse questo strano parametro di Ortelli, i parchi nazionali in Italia dovrebbero essere stati aboliti con la guerra di liberazione dal nazi-fascismo e poi col successivo referendum che rese l’Italia una Repubblica, visto che erano stati istituiti da Benito Mussolini e dal Re. Se si adottasse lo strano metodo Ortelli, l’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano dovrebbe essere stata validata dalle elezioni locali che si tennero nell’Arcipelago Toscano dopo il Decreto istitutivo del Presidente della Repubblica del 1996, visto che 7 amministrazioni comunali su 11 passarono al centro-sinistra (teoricamente) favorevole al Parco. Secondo la teoria di Ortelli con la vittoria del centro-sinistra, 5 anni fa al Giglio ci sarebbe dovuta essere e stata l’automatica istituzione dell’Area marina protetta… Secondo lo stesso strano criterio referendario, i Parchi Nazionali dovrebbero essere dismessi o riammessi se vince un partito o se perde un altro… si realizzerebbero così le uniche aree protette nazionali del Pianeta Terra a scadenza politico-amminiostrativa, con tanti saluti alle motivazioni scientifiche, alla biodiversità da difendere, alle leggi nazionali ed agli accordi internazionali… Ortelli cerca di svicolare confondendo e contrapponendo la depurazione delle acque (per la quale peraltro la legge prevede incentivi e finanziamenti prioritari dove ci sono Aree marine protette) con la necessità di ampliare ed estendere la tutela del mare e della sua biodiversità richiamata anche dalla Carta di Siracusa che il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha fatto approvare al G8. Siamo contenti che il Sindaco gigliese dica della sua richiesta di modifica della 394/91, indirizzata al Governo: «Di quella legge noi condividiamo i principi, che devono rimanere fermi. Sono gli strumenti a dover essere modificati, i titolari della gestione devono tornare gli enti locali». Si tratta di un bel passo in avanti rispetto alla totale contrarietà verso il Parco di solo pochi anni fa e visto che quella legge tra i suoi principi comprende due cose che il Parlamento italiano ha votato praticamente all’unanimità, dall’estrema destra all’estrema sinistra: l’elenco dei Parchi Nazionali che include quello dell’Arcipelago Toscano e l’elenco delle Aree marine protette, che include quella dell’Arcipelago Toscano. Il Sindaco Ortelli sbaglia invece quando dice che la gestione deve tornare agli enti locali, perché prima della legge 394/91 in Italia non esisteva nessuna legge nazionale sui Parchi e vigeva ancora la gestione voluta dal fascismo e dalla Monarchia, che escludeva i Comuni dalla gestione dei tre unici Parchi Nazionali di cui si era dotata l’Italia: Abruzzo, Stelvio e Gran Paradiso. Forse Ortellli non lo sa, ma questo dei Parchi gestiti centralmente dallo Stato è il modello più diffuso nel mondo e la legge italiana che coinvolge i Comuni nel Direttivo del Parco è una rarità… E’ la legge 394/91 che ha costituito le Comunità del Parco che, non certo per colpa della Legge, i Comuni dell’Arcipelago hanno trasformato in un “litigificio” dove regolare conti e faide politici che con la gestione dell’ambiente non hanno nulla a che fare , invece di lavorare perché diventi davvero quell’organo dell’Ente Parco con funzioni di controllo ed indirizzo previsto dalla legge 394/91. E’ grazie alla legge 394/91 che gli Enti Locali hanno il diritto di eleggere nel direttivo del Parco 5 loro rappresentanti (su 12 consiglieri), uno dei quali deve per legge fare il vice-presidente del Parco, ed è grazie a quella legge che è possibile che un consigliere antiparco del Giglio sieda all’interno di un Direttivo che vorrebbe probabilmente abolire perché gli sembra poco rappresentativo. Anche Legambiente pensa che la legge 394/91, a 18 anni dalla sua approvazione, abbia bisogno di un restyling, ma per cambiarla bisogna conoscerla e applicarla e non darne imbarazzanti interpretazioni politiche di comodo. Noi, ad esempio, proponiamo un Direttivo dell’Ente Parco più “tecnico” snello e meno politicizzato (magari anche senza rappresentanti delle Associazioni ambientaliste dentro) e una Comunità del Parco più rappresentativa che includa i rappresentanti di società civile, attività produttive, operatori turistici, agricoltori, pescatori e diving center. Una Comunità del Parco dotata di maggiori poteri e di capacità di progettazione e gestione delle politiche di tutela e di sviluppo sostenibile. Forse si potrebbe partire da qui per discutere di come migliorare la legge per far funzionare meglio i Parchi, non certo per non farli, credendo di ritornare ad un’esistente epoca dell’oro, sognando che i parchi nazionali fossero gestiti dai comuni…


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