Leo Lupi 15 voti, Marotti 12, Bertucci 5, Marini 4. Questo il risultato della votazione in consiglio comunale che ha eletto i primi tre consiglieri citati nell'Unione dei Comuni ed ha lasciato fuori della porta dell'Ente Comprensoriale il capogruppo della più numerosa opposizione. Qualcuno (anzi qualche 2 consiglieri) all'intero della maggioranza non ha seguito l'indicazione che voleva che (potendo esprimere due nominativi) il voto si concentrasse compatto su Lupi e Marotti, lasciando che le minoranze di accordassero sul terzo rappresentante o che decidessero con i loro voti chi doveva essere eletto. E invece andata diversamente perchè mentre Marini ha raccolto i quattro voti del suo gruppo, Bertucci oltre i suoi tre voti ne ha avuti altri 2 evidentemente provenienti da "franchi promotori" del centronistra scavalcando il rivale Marini. Ma anche Lupi otteneva 1 voto (o 2 se non si è votato) oltre quelli massimi del centrosinistra. La lettura più semplice è che qualcuno tra i DS che appoggiano Peria si sia così indispettito per la campagna elettorale molto aggressiva che è stata condotta dalla lista di Marini da approfittare del voto segreto per punire il capogruppo. La cosa ha irritato le vittime del sorpasso in aula, per loro parla il coordinatore della lista Paolo Del Bruno: "I consiglieri della maggioranza si sono resi responsabili di una grave scorrettezza istituzionale - ci dichiara - determinando non solo chi li doveva rappresentare ma scegliendosi anche l'oppositore. Non è tollerabile questa prepotenza che esclude dall'ente comprensoriale il gruppo di minoranza più consistente per consiglieri e voti". Sul fronte dei supporter di Provenzali si osserva che il voto segreto è funzionale alla libera valutazione delle persone e della loro capacità, e se tra i consiglieri di minoranza Bertucci è stato giudicato dal consiglio più adatto a rappresentare le minoranze occorre prenderne atto.
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