Caro Direttore, Da settimane leggo, divertendomi, le repliche e contro-repliche che tu e Umberto “Veleno” fornite a i vari legaioli, anti-parco, anti-elettrodotto, anti-aree marine protette… ecc. insomma gli avete fatto una serie di “cappotti”. Data la stagione non certo adatta ai cappotti cercate di capire che le chiacchiere estive sono da scusare perché il sole, l’alcool e l’età contribuiscono al proliferare di queste cazzate vacanziere. A Bagnaia abbiamo anche il morbo denominato “il cantone di Giannino”, ma per spiegare cos’è ci vuole un “a sciambere” completo. Caro Umberto non solo nel tuo versante Ovest, tra il bianco di Pasquale e il blu di Cimabue ma anche qui a Bagnaia divisi come siamo tra il rosa pallido (allungato?) di Peria e il rosso acceso (ristretto?) di Totanino è tutto un lamentarsi per le strade vecchie con le buche, i ponti nuovi senza scale, i tegami rifatti senza manico, i giornali che non ci sono…,il mare che è salato. Insomma Umbè sopporta, e se proprio devi fare qualche replica a un campese doc come Mantovani, fai come Zio Pietro (il tuo), che un giorno durante un derby Elba Ovest, fra Campese e Marciana Marina, a uno arrabbiato con l’arbitro disse, facendolo incazzare ancor di più, questa frase “elbana”: OHPERCHÈNONTIVAIAMETTEDÙGORED’AGHI ? Sergio per favore traduci per non elbani e per l’assessore…… Saluti bagnaiesi (anche a Zio Pietro) Firmato il bagnino del Volterraio Solo per ottemperare al compito affidatomi dal saggio bagnino collinare (a cui si deve anche l'indimenticabile ammaestramento di evitare di cacare nel ventilatore perchè si fa più danno) vediamo di spiegare cosa Zio Pietro veramente voleva significare. Dicesi per iniziare "gora" (sf) una buca o pozza o meglio leggera conca ricavata nel terreno al centro della quale viene trapiantata o seminata un specie orticola e che ha la funzione di trattenere e ottimizzare quindi l'acqua che si dà alla pianta che così non scorre e dilava. Ciò conosciuto l'interrogativo-esortativo dello Zio Pietro fa assumere alla voce verbale tronca mette', la valenza di "seminare" vel "mettere a dimora" (nelle appunto all'uopo parate gore, cesellando con la zappa le zolle di terra). Ne risulterebbe quindi "Perché non vai a seminare un po' d'aghi?" che visto il target dello Zio Pietro, un indigeno della piana campese, si configura come un estremo insultante dileggio. Sbaglierebbe infatti il lettore pensando che col termine aghi gli isolani appellassero una specie vegetale altrimenti nominata, no, l'accezione di aghi, nel caso, è quella italiana e corretta del piccolissimo ma utile strumento da cucito che un tempo era assai costoso. Come infatti avemmo in altre occasioni a spiegare c'è una leggenda elbana che narrava che gli occupanti delle ubertose terre campesi fossero tanto sciocchi da pensare che gli aghi crescessero sulle piante, che li seminassero, e che poi "tastando il terreno col culo" controllassero se le nuove piantine d'ago erano spuntate. Per parte nostra invitiamo però Mazzantini a soprassedere (non sugli aghi eh!) e non seguire la scia del suo beffardo parente, anche perchè se tutti gli sciocchi o gli sprovveduti seminassero gli aghi, l'Isola sarebbe piena di gore e per par condicio l'invito sarebbe da estendere territorialmente, non di poco.
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