Sembra che il Sindaco Ciumei se la sia presa a male per un comunicato della Sinistra Marinese che ripropone l’annosa questione della Torre di Marciana Marina e accusa l’Amministrazione di “velata omertà”. Tanto a male da minacciare una querela per diffamazione alla quale ha prontamente e saggiamente rinunciato. Sarebbe stato infatti difficile capire il perché. Per il vocabolario della lingua italiana “omertà” significa (citiamo testualmente): “Consuetudine di non rivelare alla giustizia il nome dell’autore di un delitto”. Ora è un dato di fatto che a distanza di quattro anni da una sentenza definitiva pronunciata in nome del popolo italiano da un Tribunale della Repubblica che ha stabilito che la Torre è un monumento di proprietà dello Stato, qualcuno continui ad occuparla abusivamente pur non avendone alcun titolo. Ed è un altro dato di fatto che a fronte di tale situazione non ci sia stata nessuna iniziativa della Amministrazione Comunale, se non i tentativi di riconciliazione tra quelli che il Sindaco chiama ancora i “proprietari-protempore” e lo Stato, che una sentenza definitiva ha dichiarato il vero proprietario da sempre della Torre. Il Sindaco non è voluto uscire da questo strana e premurosa ricerca di dialogo con degli occupanti abusivi. Non lo ha fatto neppure quando Legambiente ha presentato un esposto alla magistratura e il PD una interrogazione in Parlamento. Più che il termine “omertà” a noi sembra improprio, in quel comunicato, l’aggettivo “velata”, che sempre secondo il vocabolario significa “che non si presenta chiaramente”. Ora, il nostro Sindaco è stato investito della questione per iniziative politiche, articoli della stampa, blitz di Goletta verde (al quale ha assicurato che avrebbe partecipato se fosse stato avvertito), interrogazioni e mozioni consiliari. Se quindi si è rifiutato di assumere iniziative concrete per far cessare questa situazione di illegalità non lo ha fatto “velatamente” ma in modo chiaro e forte, come rivendica anche oggi, e secondo noi anche in violazione dei propri doveri d’ufficio, come abbiamo detto in Consiglio Comunale. Inoltre, nonostante che il Consiglio abbia istituito una Commissione per restituire la Torre alla pubblica disponibilità e nonostante che il Regolamento del Consiglio obblighi il Sindaco a convocare la commissione entro venti giorni, il Ciumei non ha rispettato i suoi doveri nei confronti dei Consiglieri Comunali e dei cittadini e finora non ha convocato la commissione, arrogandosi un potere che non ha. E, visto che siamo a discutere di linguaggio, la questione della Torre ci rimanda ad altri due vocaboli: “vergogna” e “paradosso”. “Vergogna” è “sentimento penoso provocato da errori commessi” ed è sicuramente privo di vergogna chi non assume alcuna iniziativa reale e decisa per restituire la disponibilità della Torre almeno a quelle centinaia di marinesi che hanno firmato una petizione, ma non prova disagio a presentarsi in piazza per un premio letterario intitolato, appunto, alla “Tore”. “Paradosso” è invece una “azione in contrasto con l’evidenza logica” come quello che dichiara oggi il Ciumei prospettando trattative con occupanti abusivi di un bene pubblico, nonostante vi sia una sentenza definitiva che affida la proprietà di quel bene alla collettività. Il tutto accade in un’isola dove si fa giustamente rispettare la legge a chi ha commesso l’abuso di aver occupato con gli ombrelloni qualche metro quadrato di spiaggia, ma si tollera da anni che qualcuno occupi abusivamente e ceda per soggiorni estivi un monumento nazionale. Il sindaco di Marciana Marina fa male ad offendersi, il trucco di rispondere aggredendo non funziona più e non impressiona più nessuno quando grida al complotto, alla lesa maestà o addirittura alla distruzione morale del nemico da abbattere (?!) ed all’inciviltà (boom!). Non si sopravvaluti e si abitui: le forze politiche, l’opposizione, i cittadini hanno il diritto-dovere di chiedergli conto di quel che fa… e soprattutto di quel che non fa. In altri Paesi si chiama Democrazia.
torre marciana marina