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Martini: «La Gorgona è un’esperienza da esportare»

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 07 agosto 2009

Isola della Gorgona (Li) Carceri, isole e turismo: una convivenza difficile, ma possibile. Come dimostra l'esperienza della Gorgona, territorio livornese d'oltre mare. Ne parla il presidente della Toscana Claudio Martini, a margine della conferenza stampa in cui oggi, sull'isola dell'arcipelago, è stato presentato il progetto di formazione e lavoro in carcere che, grazie all'accordo firmato tra Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura (Arsia) e amministrazione penitenziaria, sarà ora esteso ad altri istituti di pena toscani. «Il sistema penitenziario delle isole, come l'esperienza della Gorgona insegna, è un contributo utile e positivo – sottolinea Martini - perché consente di tenere l'isola abitata e curata e serve a prevenire il degrado. In generale però la valutazione deve essere più approfondita, perché ci sono esp erienze carcerarie che se riproposte oggi, come Pianosa e Capraia, sarebbero un passo indietro». «Se invece – aggiunge - si caratterizzassero per progetti di qualità come quello della Gorgona, che aiutano tra l'altro il reinserimento dei detenuti nella società, noi siamo disponibili a sederci attorno ad un tavolo ed affrontare il problema. Una soluzione può essere trovata. Certo serve intelligenza e disponibilità e tener conto delle migliori esperienze realizzate, in modo che la soluzione sia capace di conciliare le esigenze di tutti: amministrazione penitenziaria, enti locali e residenti». Sulla colonia penale agricola della Gorgona il presidente della Toscana spende parole di vivo apprezzamento. «E' un progetto particolarmente valido – dice - Autogestione, responsabilizzazione dei detenuti e acquisizione di una professionalità, spesso rara e dunque più ricercata, ne sono i cardini. E l'esempio di carcerati che una volta liberi hanno trovato lavoro dimostra che il modello funziona davvero». “Questo – prosegue - non ci può però far dimenticare la situazione d'emergenza complessiva in cui vive l'intero sistema penitenziario italiano. Quello della Gorgona è un laboratorio dove il carcere è uno strumento di pena ma anche di rieducazione, valori fondanti di un sistema carcerario moderno che sono difficili da assicurare in una situazione di sovraffollamento che perdura nel tempo». «Quella della Gorgona – conclude – il presidente Martini - è un'esperienza da valorizzare anche perché frutto di una forte collaborazione tra l'autorità penitenziaria e l'amministrazione locale: un progetto da replicare ed estendere perché innovativo, capace di recuperare detenuti e di offrire loro una prospettiva di lavoro una volta tornati in libertà. L'insegname nto che ci offre è che serve uno sforzo comune, ma che insieme molti problemi si risolvono”. Durante la conferenza, proprio il provveditore regionale alle carcere Maria Pia Giuffrida aveva confessato che l'amministrazione penitenziaria sarebbe in difficoltà se non avesse al suo fianco la Regione. Il direttore del carcere Carlo Alberto Mazerbo ha sottolineato la grande motivazione delle guardie, che hanno creduto nella scommessa vincente della Gorgona. “Un carcere rinato dopo il pozzo profondo in cui era caduto” spiega Dessi dell'amministrazione penitenziaria toscana, riferendosi evidentemente ai due casi di omicidio di qualche anno fa e al rischio di chiusura. «Il progetto della Gorgona – ha concluso Maria Grazia Mammuccini, direttore dell'Arsia – dimostra la multifunzionalità delll'agricoltura: non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sociale».


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