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Controcopertina: La rivoluzione nell'agriturismo in Toscana

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 05 agosto 2009

E' “semplificazione” la parola chiave nella proposta di legge, varata ieri dalla Giunta regionale, in materia di agriturismo. Quando il testo avrà avuto disco verde dal Consiglio, sarà più semplice e più rapido avviare una nuova attività agrituristica e modificare quelle già esistenti in una regione che detiene il maggior numero di agriturismi (circa 4 mila sui 18 mila dell'intero Paese): i tempi, infatti, per l’autorizzazione da parte delle amministrazioni comunali scenderanno da un anno a un solo giorno. “Tre – spiega Claudio Martini – gli obiettivi di una modifica che apre, prima in Italia, la nuova stagione legislativa per questo tipo di attività economica a forte ricaduta ambientale: rafforzare il legame fra ristorazione negli agriturismi e produzioni tipiche; dare più efficacia ai controlli da parte dei Comuni anche per combattere gli abusivismi; semplificare le procedure e farlo in modo così radicale che ogni imprenditore, da casa e con procedure on-line, potrà in ogni momento avviare o modificare la tipologia della sua attività, sempre però nei limiti del concetto fondante le autentiche attività agrituristiche: la prevalenza dell'attività agricola”. Le modifiche che il governo della Toscana ha apportato alla legge di settore (la 30/2003) intendono rispondere con efficacia alla domanda, proveniente dagli operatori agrituristici, di procedure più semplici e di strumenti nuovi per una maggiore competitività sui mercati. Viene, ad esempio, eliminato un complicato passaggio burocratico (un parere da chiedere alla Amministrazione Provinciale) in materia di “principalità” (termine tecnico che indica come, nelle aziende agrituristiche, l'attività agricola debba comunque rimanere “principale” rispetto alle altre) e di destinazione dei fabbricati esistenti: ciò è possibile perché la “fotografia” esistente di tutte le aziende agricole toscane è già disponibile tramite la banca dati di Artea (l'agenzia che regola i finanziamenti all'agricoltura). Come conseguenza sul piano tecnico, il calcolo sulla prevalenza dell'attività agricola potrà avvenire in modo automatico (e i controlli su quanto dichiarato dagli imprenditori potranno avvenire in tempo reale, grazie al confronto con i fascicoli aziendali detenuti da Artea). Altri aspetti tecnici di semplificazione riguardano la cancellazione dei limiti numerici relativi al numero massimo di camere e di posti letto/tavola negli agriturismi. “Questo – spiega Martini – consentirà di valorizzare il criterio secondo cui le attività agricole devono restare principali e, quindi, sia di incrementare l'attività agricola stesse che di premiare gli imprenditori più attivi”. La nuova legge introduce, inoltre, l'obbligo di usare prodotti di origine toscana dando la prevalenza proprio a quelli di produzione aziendale. In questo modo “il biglietto da visita degli agriturismi nel prossimo futuro sarà il mangiare davvero toscano, come richiesto da tutti gli ospiti, italiani e stranieri, che frequentano queste strutture destinate dunque a diventare sempre più canali di promozione e di sviluppo dei prodotti toscani di qualità”. Per quanto riguardi i controlli, terzo pilastro della riforma, il mandato della Regione ai Comuni è di controllare per ogni anno solare un numero elevato di strutture (almeno il 10% e il 20% dove si offre ristorazione). I controlli dovranno puntare in particolare sul permanere della prevalenza dell'attività agricola e, nella ristorazione, sull'effettivo uso dei prodotti toscani. Ciò – conclude Martini - “a garanzia degli agriturismi in regola e per combattere l'abusivismo di chi si appropria del valore aggiunto rappresentato dal marchio Toscana”. La Toscana degli agriturismi, ecco tutti i numeri In Italia un agriturismo su 4 è toscano. La Toscana è la regione leader in questa forma di turismo che abbina la quiete della campagna, la genuinità dei cibi, costi contenuti, una vacanza fatta anche di socializzazione con gli altri ospiti e scoperta di come si fa il vino, di come si raccolgono le susine, di come si intreccia un cesto di vimini. Erano circa 1.800 gli agriturismi in Toscana nel 2000, oggi superano quota 4.000, con un’offerta di oltre 50.000 posti letto e un giro d’affari stimato in circa 243 milioni di euro (fonte Agrisole). Ecco, di seguito, una fotografia dell’attività agrituristica in Toscana. Tutti i dati si riferiscono al 31 dicembre 2008. Fonte: elaborazione Settore statistico regionale su dati Istat. Le aziende agrituristiche divise per provincia e i posti letto In Tosca na sono 4.061 le aziende che svolgono attività di agriturismo (3% in più rispetto al 2007). Ce ne sono ovunque nella campagna toscana, dalla Val d’Orcia al Casentino, dalla Garfagnana alla Maremma, dal Mugello all’Appennino pistoiese. Siena (1.050 agriturismi) e Grosseto (899) sono le province che contano il maggior numero di aziende. Seguono Firenze (590), Arezzo (450), Pisa (378), Livorno (219), Lucca (197), Pistoia (159), Massa Carrara (92) e Prato (27). Più di 50mila in tutta la regione (per l'esattezza 50.636) i posti letto, con un saldo di + 876 posti letto rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso sono Siena (13.744 posti letto) e Grosseto (9.946) le province in testa alla graduatoria. Seguono Firenze (7.857), Arezzo (6.173), Pisa (5.194), Livorno (3.064), Lucca (1.993), Pistoia (1.512), Massa Carrara (818) e Prato (335). Le presenze totali, i clienti italiani e quelli stranieri I clienti che nel 2008 hanno soggiornato negli agriturismi toscani (i dati non comprendono la provincia di Firenze) sono stati 459.212, per un totale di 2.450.948 presenze. I clienti italiani sono stati 257.554 (986.360 presenze), quelli stranieri 201.658 (1.464.588 presenze), con un notevole balzo in avanti (+11,69%) rispetto al dato dell’anno precedente (sostanzialmente stabile invece il dato che si riferisce ai clienti italiani). La palma nella composizione delle presenze negli agriturismi toscani spetta ai tedeschi (45.975 arrivi per 373.791 presenze). Seguono gli olandesi dei Paesi Bassi (23.331 arrivi e 188.538 presenze), inglesi (18.102 arrivi e 127.116 presenze), statunitensi (19.575 con 117.839 presenze), francesi (15.434 arrivi e 104.750 presenze). In percentuale (e sempre escludendo la provincia di Firenze per il cui territorio i dati non sono ancora disponibili), la composizione - per nazionalità straniere - delle presenze 2008 negli agriturismi tosca ni fornisce questa “classifica”: tedeschi (25,5%); olandesi (12,9); inglesi (8,7); statunitensi (8,0); francesi (7,2), belgi (7,1); svizzeri (4,4); danesi (4,3); austriaci (2,9); canadesi (2,0). Altri Paesi: 17%. La normativa L'art. 29 della LR 30/2003 (“Disciplina delle attività agrituristiche in Toscana”) prevede che alle imprese agricole che esercitano l'attività agrituristica si applicano le norme di incentivazione finanziaria previste dalle vigenti leggi di finanziamento nel settore agricolo. L'anno 2008 è stato l'anno di partenza per i primi bandi previsti dalla nuova programmazione finanziaria (Piano di Sviluppo Rurale – PSR – 2007/2013). La dotazione iniziale della programmazione rurale per la Toscana è pari a 840 milioni di euro (190 m. in più – cioè il 15% in più – rispetto alla programmazione precedente). E' stato stimato che nei sette anni della programmazione questa cifra sarà capace di attivare oltre un miliardo e mezzo di investimenti. Un’attività a misura di donna Un dato interessante riguarda la conduzione degli agriturismi in Toscana. Secondo i dati Istat, infatti, il numero delle aziende toscane a conduzione femminile si attesta al 44,8% (rispetto al 39% dell’anno precedente), con punte del 71,4% a Prato e del 47% a Pisa. Una gran fetta delle 4.061 aziende agrituristiche sono quindi condotte da donne.


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