Caro Direttore, come sai Legambiente non considera le teorie politico-localistiche del Signor Mantovani cose con la quale doversi confrontare, se non concedendogli la divertita attenzione che si deve a chi ha fissazioni così radicate ed avversioni così inossidabili per persone e associazioni che non conosce. Ho sempre evitato di farmi tirare dal Signor Mantovani dentro polemiche assurde basate sul niente, ma siccome stavolta è stato veramente impagabile, se mi permetti, vorrei dare una risposta personale al Che Guevara dei ricchi che, come l’Ernesto in Bolivia, sprona alla rivoluzione gli indigeni inconsapevoli e maldisposti e viene tradito (elettoralmente, s’intende) da chi vorrebbe salvare dalla dittatura. Certo in Bolivia il Che aveva a che fare con un governo fascista e la Cia, All’Elba Mantovani fortunatamente si accontenta di Tozzi e Mazzantini come despoti da spodestare…. Vorrei iniziare dalla fine, perché mi sembra l’unica cosa seria del proclama mantovaniano: «esiste una regola certa che ha funzionato sempre: ognuno deve comandare in casa propria!»; verrebbe da dire: allora perché Mantovani, che non mi pare esattamente di origini pomontinche, pretende di comandare in casa nostra? Ma siccome io credo che chiunque viva e lavora all’Elba, ed anche chi ci viene in vacanza, abbia diritto di dire la sua su cosa succede nella nostra isola, i cui abitanti per un terzo non sono nati all’Elba (compresi molti degli amministratori che ci invitano all’orgoglio elbano pro domo loro), non riesco a capire come qualcuno possa pensare che questa nostra isola, che vive di turismo (quindi trae risorse da chi elbano non è), che questa terra e questo mare siano di proprietà di qualcuno per diritto ereditario, tanto più se l’eredità è la fresca costruzione di un’attività redditizia, una speculazione edilizia, l’appropriazione di un pezzo di territorio…. Cose che el Che, quello vero, chiamava colonialismo, mentre el Che de noantri chiama colonialismo le leggi e le direttive europee accolte dall’Italia, gli accordi internazionali che valgono per tutti, ma che dovrebbero subire una speciale moratoria all’Elba e al Giglio, in attesa che Mantovani o Ortelli decidano il da farsi, alla fine della vittoriosa secessione rivoluzionaria dalla provincia, dalla regione, dall’Italia, dall’Europa, dall’Ocse, dal G8 e dall’Onu e dal sistema solare. Informo anche il Signor Mantovani che non sono animalista e che non lo è nemmeno Legambiente (anche se in Legambiente gli animalisti non mancano). Sono animaliste l’Enpa, la Lipu, la Lav, le varie associazioni anticaccia, in gran parte il Wwf… Mantovani dovrebbe saperlo bene, visto che noi chiediamo l’eradicazione dei cinghiali (importati e dannosi alieni, quasi come certi nuovi autoproclamatisi maître à penser), mentre el caudillo de la revolucion elbana Mantovani chiede di salvarli in quanto fauna pregiata, che poi sarebbe quella alla quale si spara… Quindi la parola “gorillaio”, fulminante invenzione del professor Tanelli, continuerò ad usarla, rende bene l’idea, nonostante debba ammettere che è leggermente offensiva per i gorilla che sono molto più riflessivi, intelligenti e coraggiosi di certi insultatori professionali da blog. La cosa più comica è però che Mantovani e i suoi guerriglieri parolai del Frente para la Liberacion Nacional de l’Isla Elba accusino Legambiente di citare leggi e salvaguardie che escluderebbero l’uomo dalla fruizione dell’ambiente (sic!), quasi le avessimo fatte approvare noi. E’ evidente che i libertadores dell’Elba sono alla canna del gas, si sono accorti che quelli che li hanno sospinti a guerreggiare nella selva non solo si accordavano con il nemico… ma sono il nemico. E, come il Che deluso da Castro, si gettano in una impossibile avventura per non guardare in faccia la realtà, cercando un nemico nuovo, ma sempre uguale, a cui dare la colpa. Certo è dura ammettere di essere stati presi per i fondelli per vent’anni, ma alla fine troveranno uno specchietto retrovisore per farlo. Mi dispiace per il Signor Mantovani, ma le Important Bird Areas che tanto lo turbano non se l’è inventate o le ha approvate Legambiente: esistono in tutto il pianeta e qualche giorno fa, presentando il Bilancio sullo stato o di salute degli habitat e delle specie protetti dalle Direttive Europee, il commissario all’ambiente dell’Ue Stravros Dimas ha sottolineato la necessità di rafforzare le I.B.A., le Zps ed i Sic e l’intera Rete Natura 2000. Dimas è un esponente di spicco del Partito greco Nuova Democrazia, aderente al Partito Popolare Europeo del quale fa parte anche il Pdl di Berlusconi. Il documento è stato fatto proprio dalla Commissione europea, a maggioranza di centro-destra, che comprende commissari italiani del Popolo delle Libertà. Se el Che Mantovani cerca i sostenitori delle I.B.A. può rivolgersi ai parlamentari europei che probabilmente ha contribuito ad eleggere con il suo voto e per i quali hanno votato quasi tutti i suoi irriducibili guerilleros autonomisti. Se invece Mantovani vuole sapere chi sono i "colpevoli" della proposta e dell’approvazione della Direttiva europea sulla protezione dell’ambiente marino, può andarli a cercare sempre a Bruxelles: uno dei più accesi sostenitori è stato l’ex presidente del Parlamento Europeo Hans-Gert Pöttering, un democristiano tedesco appartenente anche lui al Ppe come Berlusconi, Fini e la Prestigiacomo, l’altro il solito Dimas e poi c’è Joe Borg, il commissario Ue alle politiche marittime ed alla pesca, uno dei capi del Partito Nazionalista cristiano democratico maltese, naturalmente nel Ppe insieme al centro-destra italiano. Tutto questo (ed altro ancora nel settore della protezione dell’ambiente) è stato approvato e presentato giustamente come una grande, ma non ancora sufficiente, conquista dal presidente della Commissione europea Manuel Barroso, esponente massimo del centro-destra portoghese, ed è proprio sotto la sua guida che in Europa sono state raggiunte le 5.174 Zone di protezione speciale (594 in Italia), 533 delle quali a mare (42 in Italia) e 21.633 Siti di importanza comunitaria (2.286 in Italia), 1312 dei quali marini (160 in Italia). Dentro questa rete di protezione europea c’è l’intero Arcipelago Toscano. Se invece il Signor Mantovani vuole trovare chi ha fatto approvare al G8 ed ai grandi Paesi emergenti la carta di Siracusa che chiede di estendere ed aumentare in tutto il mondo la rete dei parchi a terra e le Aree marine protette, può andare a Roma: la “colpevole” è il ministro Stefania Prestigiacomo, la stessa che ha appena approvato il marchio di qualità per le aree marine protette, come dimostrazione che al loro interno possono essere svolte tutte quelle attività che il centro-destra isolano dice impossibili, come confermato dall’Onorevole Tortoli, oggi presidente di Mareamico e ieri sottosegretario all’ambiente di Altero Matteoli.. Se il Signor Mantovani vuole trovare i “colpevoli” di aver firmato tutti i trattati internazionali che prevedono l’incremento di parchi ed Amp, può rivolgersi indifferentemente ai governi di centro-destra e di centro-sinistra che hanno sempre sottoscritto e ratificato tutto impegnandosi ad attuarlo: Convenzione di Barcellona, Convenzione sulla Biodiversità, dichiarazioni e protocolli Onu ed Iucn… Se poi vuole finalmente capire chi ha messo i vincoli a Montecristo, che lui pensa abbia istituito il perfido Mario Tozzi, deve risalire a molto lontano, quando Tozzi aveva i pantaloni corti ed andava alle elementari, quei vincoli li ha imposti un governo Dc, i comunisti erano all’opposizione e i Verdi e Legambiente nemmeno esistevano, così come sono stati sottosegretari democristiani di governi pentapartito a firmare, tra il finire degli anni ’80 e l’inizio degli anni ‘90 i decreti che istituivano i vincoli a mare intorno a Capraia, Gorgona e Giannutri, che sono passati al Parco dopo la sua istituzione. Il problema è che Mantovani ed il suo plaudente e digrignante gorillaio queste cose non le sanno, fanno finta di non saperle, non le vogliono vedere e soprattutto non se le vogliono sentir dire! Il problema è che hanno sostenuto gente che li ha utilizzati per prendere voti e che poi a Bruxelles fa quello che deve fare ogni politico che non voglia fare la figura del troglodita: vota le direttive proposte da un centro-destra serio che sa che alla difesa globale dell’ambiente non ci sono alternative, mentre a Roma a L’Aquila e Siracusa firma gli accordi per fermare l’erosione della biodiversità, ratifica le direttive Ue, propone al G8 di estendere le misure di salvaguardia dell’ambiente a terra e a mare. Io questi politici di centrodestra non li conosco, non li voto, ma li apprezzo perché sono una destra normale, che si assume responsabilità ed impegni. Vorrei tanto che anche in Italia e all’Elba ci fosse un centro-destra europeo che non cammina con la testa rivolta al passato, che ha capito che l’innovazione ed il futuro dell’economia hanno un nome: ambiente… almeno a sentire quello che dicono, propongono e votano ormai praticamente tutti i governanti di centro-destra europei.
convegno 2007 7 tozzi mazzantini