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Un regolamento urbanistico a misura d'amministratore

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 22 agosto 2003

Abbiamo atteso qualche giorno per valutare l’effetto che avrebbe prodotto l’elenco delle domande accolte, relative alla cosiddetta “prima casa”, una lista pubblicata il 12 agosto, dal settimanale “Lisola”. In particolare si è attesa la reazione delle forze politiche che hanno dato vita, sostenuto e sostengono, l’attuale (dis)amministrazione del comune di Portoferraio. Fino ad oggi si è registrato un silenzio assordante, forse dovuto alla calura estiva o alla mancanza di etica, non solo in chi ci amministra (si fa per dire!), ma anche di coloro che guidano le forze politiche del centro-destra. Purtroppo i cattivi esempi che vengono dall’alto hanno fatto scuola: se chi ci governa può fare leggi “ad personam” per evitare di presentarsi davanti ai giudici e di rispondere di reati gravissimi, chi ci amministra può ben fare un prezioso "regalo" ai propri parenti prossimi! Si osserva che aver pubblicato l’arido elenco di tutti i nomi di coloro che potrebbero avvalersi di una norma, che noi continuiamo a ritenere illegittima, per costruire la “prima casa” è nella sostanza una denuncia gravissima. Sapere che cittadini, eletti a cariche che prevedono si operi per gli interessi della intera comunità, abbiano prodotto scelte che "casualmente" venivano incontro ai desiderata urbanistici di uno stuolo di parenti e affini più o meno prossimmi, è un fatto che ha destato grande riprovazione e scalpore tra la popolazione di Portoferraio, ed è giusto che tali disinvolti atteggiamenti siano stigmatizzati dall'opposizione, per evitare il ripetersi di simili episodi di (almeno) scarsa sensibilità politica. Gli assessori ed i consiglieri interessati avrebbero dovuto avere il buon gusto di uscire dall'aula durante le votazioni che più direttamente li interessavano, anche correndo il rischio di andare "sotto" ma salvando almeno la faccia. L’elenco pubblicato spiega anche l’incredibile accanimento con il quale gli attuali amministratori difendono l’indifendibile: un R.U. pasticciato, in alcune parti incomprensibile anche per gli addetti ai lavori, con una normativa comica ed assurda che ha sollevato una miriade di opposizioni. Di fronte a prese di posizione di Enti, quali la Provincia di Associazioni a carattere nazionale (Lega Ambiente) di comitati di cittadini (Carpani, Centro Storico) sorti all’uopo spontaneamente, il Sindaco per recuperare qualche voto alle prossime elezioni ha inviato a coloro che avevano fatto domanda di “prima casa” una lettera circolare in cui invita i cittadini a presentare i progetti di costruzione. Forse il Sindaco non si rende ben conto di quali effetti saranno prodotti, quando le norme illegittime saranno cancellate dal TAR, a cui stanno per fare ricorso (il termine ultimo scade il 18 ottobre) i movimenti, le Associazioni e molto probabilmente l’Amministrazione Provinciale. Da parte nostra si ricorda a tutti i cittadini interessati che una volta ottenuto il “permesso di costruzione” è opportuno soprassedere all’effettivo inizio dei lavori ed attendere le decisioni del TAR. E’ evidente che il costo per l’eventuale costruzione di opere eseguite in base ad una concessione successivamente annullata, farebbe carico all’Amministrazione Comunale ed a chi materialmente ha rilasciato l’autorizzazione, ma è indubbio che resterebbero costi che difficilmente potrebbero essere indennizzati, oltre considerare i lunghi tempi necessari per il recupero del denaro speso. In ultimo ci permettiamo di dare un suggerimento al Sindaco: invece di ascoltare soltanto i cosiddetti consulenti di cui si è circondato, sottoponga la normativa ad un buon avvocato esperto di diritto amministrativo. Caro Sindaco, revocare tutto ciò che risulta illegittimo, oltre a conservarle la considerazione di cui godeva prima di questa brutta avventura amministrativa, dimostrerebbe la sua onestà intellettuale.


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