Scampato il pericolo dell’acquazzone che poteva dilavare violentemente le ceneri dell’incendio provocando problemi alle valli dell’Elba Sud-Occidentale, si sta ora lavorando per rendere l’impatto del fenomeno, laddove dovesse verificarsi, il più possibile leggero sia per gli abitati, che per il litorale ed il mare più prossimi ai corsi d’acqua, che prima o poi sono destinati a raccogliere la “scomoda” eredità dell’incendio: i residui della combustione che, calcolati in decine di migliaia di metri cubi, potrebbero in grande parte essere trascinati in basso dalle “vie d’acqua”. E la riunione tenutasi presso il Centro Operativo Comunale Campese della Protezione Civile a La Pila ha fornito indicazioni interessanti. I tecnici di Regione, Comunità Montana e Comune di Campo nell’Elba hanno compiuto un sopralluogo sul campo risalendo gli alvei delle valli di Seccheto e e Cavoli fino a giungere in quota alla Valle dell’Inferno. Le due misure tecniche più importanti che sono state decise prevedono che nella parte più prossima al “bruciato” vengano poste in opera sugli argini dei fossi delle “griglie di laminazione” che tendano a trattenere i materiali più grossolani e far defluire i più fini con le acque, dall’altra che si proceda ad una urgentissima pulizia degli alvei, in modo che il deflusso delle acque meteoriche sia facilitato e non si verifichino esondazioni. Sul principale fosso di Vallebuia di questa operazione si farà carico il personale della Comunità Montana dell’Elba e Capraia ed i lavori avranno immediatamente inizio. E se poi tutto ciò non dovesse bastare, mentre la situazione meteo è costantemente sotto controllo da parte del servizio regionale LAMMA, poiché l’eccesso di prudenza in questi casi non è peccato, sono stati già messi a punto dei piani di sgombero delle zone a rischio, differenziati per date, visto che la presenza umana in zona varia molto in ragione di una stagione turistica, che le alte temperature permanenti tendono a prolungare.
Incendio gentini Orti