Finora per gli elbani comuni, sprovvisti di megayacht, c’erano due Corsiche. Una lontanissima, fatta di una lingua di montagne innevate a picco sul mare, a cui si portava rispetto e gratitudine perché ci faceva intravedere un pezzo d’Europa. Dietro Pianosa e Montecristo, l'isola francese per caso, ci regalava un fiordo alla deriva. L'altra Corsica era quella faticosa, da conquistare con troppi mezzi, un traghetto, un treno, un altro traghetto. Adesso c’è un'isola diversa. Quella che, a prezzi popolari, ti permette in tre ore di andare all’estero, cambiare lingua e architettura, passeggiare con la baguette sotto il braccio. E tutto questo viaggiando attraverso l’elemento più abituale per un elbano, il mare. Si parte da Portoferraio o Marciana Marina con la motonave dell’Aquavision, si scende a Macinaggio, nel “dito” puntato dell’isola ribelle, e ti ritrovi in una scheggia impazzita di Europa. Charme francese, pigrizia mediterranea, edera provenzale, facciate di calce bianca come nelle Grecia più insulare, balconcini in ferro battuto corrosi dal vento. Erba alta dietro la via principale, una spiaggia a mezzaluna e mucchi di posidonie. Alle spalle niente, solo una distesa di macchia mediterranea, campi, montagne punteggiate di pale eoliche. Forse è solo un paesino rapsodico e una spiaggia di sabbia grigia, in realtà si ha l’impressione che sia stata tolta una cataratta geografica. Per i turisti invece la dimensione sembra essere un’altra. Una gita “fuori porta”, molto piacevole, da raccontare, Capraia o Corsica fa lo stesso. Loro forse non lo sanno che per gli elbani arrivare in “Continente” è sempre stato non solo una concessione del mare, ma anche un passaggio obbligato in garage asfissiati di monossido, in orari decisi dagli altri. Il viaggio inaugurale della più grande delle motonavi della società Aquavision che, da ora in poi, nella stagione estiva, collegherà ogni giorno l’Elba e la Corsica è stato un successo. Tutto esaurito, 200 persone che, tra gli imbarchi a Marciana Marina e Capraia, hanno trascorso un’assolata e felice giornata còrsa. Al mare, tra i vicoletti, nelle brasserie di Macinaggio, ma anche su pulmino che li ha portati a Rogliano, il paesino con le case di pietra e gerani, che si intravede dal porto, in mezzo ad una piega delle montagne, vegliato dalle pale eoliche e da una chiesa sfilacciata in cui è caduto il cielo dentro. Al ritorno, sembrava che anche severo il profilo mediceo di Portoferraio fosse più arioso, con il mare meno guardiano e più disposto a trattare.
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