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A Sciambere del vessillo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 25 luglio 2009

No, non lo fare! Quando è apparsa la ferale notizia della possibile sospensione estiva della più brillante e scoppiettante rubrica di Elabareport (A Sciambere, of course), un lamento si è levato da Patresi a Cavo e le sue onde sismiche sono arrivate anche nella Capitale, lasciando nello smarrimento e nella disperazione migliaia, ma che dico, milioni, di assidui frequentatori. Ed anche le mie sempre più doloranti giunture ne hanno risentito, spingendomi ad unirmi al coro delle prefiche e dei flagellanti pronti a scendere a valle verso la città di Cosimo per impedire il ferale evento. Ma come, Tardò, mi sono detto: tu quoque, anche tu ci abbandoni e per di più lo fai nei periodo dello scirocco che potrebbe anche indurre a tentazioni suicide? Chi ci parlerà, durante questa stagione di stranezze, dei massimi sistemi, chì ci commenterà a caldo le passioni erotiche dell’ometto di Arcore e le passioni sempre più sopite dei suoi sodali elbani ormai dediti alla “reconquista” del piccolo regno napoleonico, forse immaginandolo come buen retiro per Silvio primo e la sua stirpe, quando –speriamo presto- costui abbandonerà la politica? Dove è finito il tuo spirito combattente e combattivo? Anche tu tiri i remi in barca? Capisco: è iniziato il periodo del fugace spenna mento e la nostra Gente tira a far ciccia (sempre meno, ahimè) e non ha voglia di sentire ciance sull’immarscescibile Pasquale o sul sempre rampante Leopoldo, ma vuoi che non troviamo quattro gatti volenterosi, come me, per scavalcare questo infausto periodo, in attesa che, con il settembre, ricomincino le nostre belle baruffe da cortile, così consone al nostro limitato confine ed alla nostra piccola fantasia, rispuntino come funghi alla ripresa autunnale i millantatori ed i venditori di fumo (quelli che risolvono i problemi risolti dagli altri), i profittatori, i gestori della piccola macelleria nostrana? Rovistando tra qualche pozzanghera rimasta sull’impluvio trovo la terzo compagnia di navigazione (qualcuno che ha lanciato l’idea per farsi zittire cum pecunia?), l’aeroporto che non decolla e continua a gravare sui comuni, il parco con quel chiacchierone di Tozzi e gli antiparco sottotraccia, la sofferenza del vorrei ma non posso, le circonvoluzioni dell’uomo forte della Regione (il matteoliano Conti) sul futuro della Toremar (non la vogliamo comprare, contrordine, compagni, la vogliamo comprare, come ai tempi di Guareschi, sempre trinariciuti sono questi compagni d’antan travestiti da Borghesi). Ne riparleremo alla rinfrescata? Che delusione! Allora non ti ci mettere anche tu, altrimenti lo dico a Papi. E Papi, lo sai…può far male…. Grondaia jr. Impagabile gronda Chi ha anche solo amatorialmente calcato le tavole di un pascoscenico, pure il peggiore guitto, uno come colui che tu citi in chiusa della tua, afferra presto una verità: che divertire il pubblico facendolo ridere, vieppiù intelligentemente, è molto più difficile che tenerlo buono rappresentando un dramma vero o inventato. Quello che fa la differenza è il silenzio dello spettatore che nel secondo caso può essere sempre classificato come attenzione, nel primo come segno di noia e "spallamento". Esemplificando pallonarmente, come ama fare Lui, nello scontro col comico il drammatico ha per buoni due risultati su tre, il silente pareggio per il comico, per il satiro è un fiasco. Per dire che è difficile e molto pesante trovare e rappresentare, ogni giorno o giù di lì da sette anni, un argomento e svilupparlo in più (ove possibile) divertendo; non è un ergastolo ma ci somiglia. Confesso: ho avuto, come talvolta si dice delle signore fedifraghe "un momento di debolezza" (luogo comune o frase fatta non proprio calzante, perchè per trombare un minimo di energia occorre applicarla), ma nel back-stage, come dicono quelli moderni, mi sono ritrovato a pensare che così facedo, avrei pagato un prezzo alto per il relativo riposo: mi sarei negato possibilità ed occasione di prendere per i fondelli a dovere (e a piacere) alcuni padreterni di cantonata il cui peggior limite è proprio non sapere prendersi adeguatamente per il culo. Insomma non posso dire "non lo fo per piacer mio ma per far piacere a Dio" come concedendo le sue grazie una signora più timorata dell'esempio precedente, mi ci stanco ma mi ci diverto pure, e penso che in fondo a qualcosa serva. Hai ragione anche su questo fronte occorre resistere, resistere, resistere. Tardò jr PS: Così come sono contrario al Casinò Vaporino, nel feudo di Saint Maurice Papì, che finirebbe per fare dell'Elba meta ambita di loschi figuri, mafiosi, sciacquatori di denaro sudicio, usurai e puttanone di elevato bordo più di quanti già ne abbiamo già in forza, inorridisco al solo pensiero di un principato del Papi e di una sua eventuale corte corte Barnum, così come dello scontato nuovo vessillo elbano che sostituirebbe quello napoleonico con le sue desuete api (laboriose perfino, ma scherziamo?): tre pipi ritti in campo azzurro.


Giochi delle isole 07 bandiera elba

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