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Controcopertina- Legambiente: sull'elettrodotto c'eravamo assai prima di Rampini

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 24 luglio 2009

Caro direttore, vedo che il signor Michele Rampini, che non credo avere il piacere di conoscere, scrive sul tuo giornale a proposito dell’elettrodotto Terna: «Vorrei sentire su questo argomento anche la voce di Lega Ambiente attraverso il suo rappresentate Mazzantini, a difesa delle nostre ragioni come sembra essere il ruolo ufficiale della sua associazione. Se così non fosse per loro varrebbe, per me, lo stesso giudizio di scarsa credibilità anche per tutte le loro altre iniziative».. Se permetti, vorrei dare all’apodittico signor Rampini qualche suggerimento per trattare con Legambiente, che conosce molto poco, visto che ne sbaglia anche il nome. Il nostro ruolo ufficiale naturalmente lo decidiamo noi e se il signor Rampini ci riterrà poco credibili ce ne faremo una ragione, visto che non ci pare di avere mai avuto l’occasione di vederlo al nostro fianco in nessuna delle nostre iniziative a difesa dell’ambiente dell’Elba e dell’Arcipelago. Certo le sue argomentazioni intimidatorie non sembrano il modo migliore per farsi degli alleati o instaurare una qualche forma di collaborazione. Il signor Rampini sembra rendersi conto solo ora di una storia dell’elettrodotto dell’Elba che è molto antica e che è segnata da un impasto di indifferenza, faciloneria e accordi sottoscritti entusiasticamente dai vari comuni elbani. Un progetto presentato in occasioni pubbliche disertate dal pubblico e pubblicato su giornali che nessuno leggeva perché niente è importante fino a che non scopri che ti passa davanti all’uscio di casa, davanti al villaggio turistico, al residence o sul campo da golf. Eppure l’Enel, esattamente 7 anni fa scriveva in un suo comunicato: «Nell'Auditorium Congressuale di Portoferraio, Danilo Vannuci per Enel Distribuzione e Alberto Giorgi per Terna, hanno presentato nel pomeriggio del 9 luglio 2002, il progetto e lo studio relativo alla costruzione di nuovi elettrodotti per il completamento dell'anello a 132 kV nell'Elba. L'intervento si prefigge di fornire un servizio elettrico migliore all'Isola unificandone a 132 kV la rete attualmente composta da linee a 30 e 132 kV e alimentata da cavi sottomarini che approdano a Capo Cestello e Cala Telegrafo. In caso di guasto fino ad oggi l'alimentazione elettrica viene garantita dalla centrale turbogas di Portoferraio e dalla rete a 30 kV, impianti che la crescente richiesta di energia sta rendendo inadeguati. A fronte della costruzione dei nuovi elettrodotti, verranno demolite vecchie linee di Enel Distribuzione e di Terna, conseguendo un recupero ambientale notevole. Le nuove linee inoltre seguiranno tracciati molto più decentrati e in zone scarsamente antropizzate. Di questo si registra un unanime apprezzamento delle Amministrazioni Locali di Portoferraio, Porto Azzurro, Marciana Marina (in realtà Marciana), Rio Marina e Rio nell'Elba» Ma forse anche allora qualcuno era troppo occupato a polemizzare con gli ambientalisti, il parco, le pale eoliche ed a fare progetti di borghetti turistici in collina per accorgersi dell’arrivo degli oltre 100 piloni dell’elettrodotto dei quali Legambiente avvertiva non ascoltata. Poi, molto più tardi, dopo le osservazioni di Legambiente e del Parco e l’opposizione al progetto della nuova amministrazione di Portoferraio, quel progetto è stato cambiato da Terna, con l’arrivo del cavo sottomarino a Portoferraio e il cambiamento pressoché totale del percorso dell’elettrodotto, con l’interramento di una sua parte nell’area urbana di Portoferraio e lungo la strada di Volterraio all’interno del Parco Nazionale e nella zona di protezione speciale. Io stesso ho scritto per conto del Parco, in qualità di consulente dell’allora commissario Ruggero Barbetti, le osservazioni di carattere ambientale riguardanti il percorso all’interno dell’area protetta, osservazioni che sono state poi fatte proprie dalla Regione Toscana e, con il nuovo tracciato e l’istituzione della Zona di protezione speciale dell’Ue nell’Elba orientale, sono servite da base per l’ottenimento da parte del presidente del Parco Mario Tozzi dell’interramento all’interno del perimetro del parco, lungo la strada del Volterraio. Mi chiedo dove fosse mentre accadeva tutto questo il distrattissimo signor Rampini che vedo fa anche un’altra richiesta molto interessante: «Vorrei che su questo punto si pronunciasse con parole chiare anche il Presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano Mario Tozzi e che con l’autorità che gli deriva dal suo ruolo non solo di difensore del territori rientranti nei confini del Parco, ma anche di tutti i territori dell’Arcipelago trasmetta queste nostre istanze al Capo del Governo Silvio Berlusconi, ai Ministeri competenti, in particolare al Ministero dello Sviluppo Economico perché modifichi il decreto ministeriale che autorizza la costruzione e l’esercizio del nuovo elettrodotto nella prospettiva dell’interramento di tutta la linea. Se perdurasse il suo silenzio, secondo il mio parere, perderebbe tutta la sua credibilità e sarebbe ricordato come il Presidente dei Tralicci all’Elba, così come sarebbe ricordato da tutti il Governo Berlusconi come quello che ha permesso un simile scempio». E’ chiaro che Tozzi ha ottenuto, grazie alla presenza del Parco e della Zps, quello che all’esterno del parco non è stato invece ottenuto: l’interramento dell’elettrodotto. Ora Rampini chiede a Tozzi di ergersi a difensore anche del territorio al di fuori dei confini del Parco, in caso contrario verrà scomunicato al pari di Legambiente. Peccato che Tozzi non lo possa fare, visto che gli autonomistici sindaci elbani hanno deciso che il parco non comprenda tutta l’Elba, per poter costruire in pace borghetti, residence e spargere cemento, spinti e sostenuti anche da alcuni di quelli che oggi partecipano ai comitati che chiedono al parco di difenderli. Intanto, visto che il parco difende un po’ troppo il suo territorio, il neo-presidente della Comunità del parco Barbetti ha annunciato che chiederà di rivederne i confini, come riuscirà a farlo senza l’avvio di una procedura di infrazione europea è un mistero, visto che ricalcano praticamente le Zone di protezione speciale dell’Ue istituite con l’accordo del governo. Le rivelo una cosa, signor Rampini, sa che una delle cartografie descrittive allegate al Piano del Parco delle quali i sindaci elbani hanno preteso subito la cancellazione riguardava proprio il sistema infrastrutturale dell’Elba anche al di fuori del parco? Era una carta descrittiva e ininfluente, ma dava fastidio per il solo fatto che tenesse conto anche del territorio esterno al Parco. Comunque Tozzi non potrà più rivolgersi al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, visto che il governo ha deciso di esautorarla da ogni possibilità di controllo su centrali (anche atomiche) ed elettrodotti. Pensi il signor Rampini che oggi i piloni di quell’elettrodotto probabilmente passerebbero anche dentro il parco e l’ipotesi di una bella centrale atomica a Pianosa non è più solo un brutto incubo. Legambiente ha fatto il proprio dovere, anche se qualcuno era troppo occupato in altre faccende per potersene accorgere, lo abbiamo fatto anche se l’elettrodotto passava lontano dalle nostre finestre, lo facciamo anche oggi denunciando la sciagurata Legge del governo che esautora ministero dell’ambiente, parchi e comuni da ogni potere riguardante le infrastrutture energetiche. Al signor Rampini non resta altro che appellarsi al ministro dello sviluppo economico Scajola, può chiedere magari l’intermediazione di qualcuno di quei partiti che all’Elba offre una pelosa solidarietà ai comitati e a Roma “ladrona” vota per eliminare ogni forma di controllo ambientale, locale e democratico. Auguri.


tralicci enel operai

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