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Le proposte del Comitato per la difesa del patrimonio agricolo contro i cinghiali

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 20 agosto 2003

Con riferimento al comunicato del Consorzio “D” dell’A.T.C. 10, pubblicato su Il Tirreno del 18/08/03, è necessario precisare quanto segue. E’ vero che questo Comitato per la tutela del patrimonio agricolo e forestale dell'Elba non è “dentro il problema”, poiché, in realtà, ne è letteralmente schiacciato, visto che rappresenta agricoltori e cittadini intenti a difendere con tutti i mezzi i loro beni dalle continue incursioni degli ungulati. D’altra parte, il Consorzio è causa del problema, visto che i cinghiali non sono piovuti dal cielo, ma sono stati introdotti a scopi venatori, mediante una sistematica azione di ripopolamento, durata molti anni e operata dai cacciatori in accordo con la Provincia di Livorno. Peraltro, nell’ambito dell’A.T.C. 10, come più volte denunciato dai rappresentanti dagli agricoltori presenti nello stesso Comitato di Gestione, i cacciatori afferenti al Consorzio non hanno fatto niente per risolvere l’emergenza cinghiali : non sono state investite risorse per avviare una campagna di trappolamento, non sono mai stati finanziati o chiesti fondi alla Provincia per gli abbattimenti effettuati dalla Polizia Provinciale, non è stato migliorata la disastrosa procedura per il rimborso dei danni (ormai la maggior parte degli agricoltori sono scoraggiati e non chiedono più risarcimento !!), non è mai stato realizzato un piano di abbattimenti straordinario. Inoltre, è da sottolineare che gli abbattimenti effettuati nella passata stagione venatoria, per quanto cospicui, risultano insufficienti. Infatti, le richieste di intervento per eliminare ungulati dannosi da parte di agricoltori e semplici cittadini sono in aumento rispetto agli anni precedenti. Per quanto riguarda i foraggiamenti, è obbligo precisare che l’attuale normativa regionale prevede che i Comitati di Gestione degli A.T.C. promuovano e organizzino programmi per la difesa delle colture, nonché provvedano all’erogazione di contributi per interventi finalizzati alla prevenzione di danni arrecati alle produzioni agricole. Non esiste alcun riferimento circa la tipologia di intervento. Se il Consorzio reputa appropriato, per raggiungere tali obiettivi, effettuare foraggiamenti massicci (con lo sconcertante assenso della Provincia di Livorno), se ne assumerà ogni responsabilità, senza falsi pretesti di legge. Peraltro, ci chiediamo quale tecnico sceglierebbe il foraggiamento per limitare i danni degli ungulati su un territorio come quello dell’Isola d’Elba, caratterizzato da zone boscate frammiste a zone agricole e, sempre in maggior misura, a zone urbanizzate. Considerando, inoltre, i grandi spostamenti che gli ungulati effettuano, i foraggiamenti non servono ad allontanare i cinghiali dalle colture, ma, riducendo la mortalità giovanile anche del 60%, provocano un’ulteriore esplosione demografica. Riguardo alla natura politica che viene attribuita alle nostre dichiarazioni, non è nostra intenzione replicare ad affermazioni assurde e prive di fondamento. Invece, ci sembra che il Consorzio assuma atteggiamenti tipici del “Politicante”, senza argomentazioni da contrapporre all’interlocutore, introducendo problematiche estranee alla questione dibattuta. Cosa c’entrano gli inerti, le lavatrici, la pulizia dei boschi e la crisi idrica con i cinghiali ? Il Comitato non è un organo della Comunità Montana! Il Consorzio, si preoccupi che gli iscritti raccolgano le centinaia di cartucce di cui i boschi sono pieni! Comunque, è nostra intenzione superare le polemiche e collaborare con le associazioni venatorie al fine di risolvere l’emergenza cinghiali. Pertanto chiediamo che il Consorzio si impegni a: 1. Interrompere immediatamente i foraggiamenti; 2. Allestire nelle zone oggetto di foraggiamento, in collaborazione con la Polizia Provinciale, un piano di abbattimenti con la tecnica del balzello; 3. abbattere almeno 100 cinghiali all’interno del Parco Nazionale nel mese di ottobre, così da raggiungere e superare la quota prevista nell’accordo Parco – Consorzio; 4. non ridurre l’efficacia e la frequenza delle battute nel periodo riproduttivo degli ungulati (come accaduto nel periodo gennaio – marzo 2003 nel corso dei prelievi effettuati nel Parco); 5. Richiedere, mediante l’A.T.C. 10, finanziamenti alla Provincia di Livorno per gli interventi effettuati dalla Polizia Provinciale e che questi interventi vengano estesi all’Area Protetta; 6. Richiedere, mediante l’A.T.C. 10, finanziamenti alla Provincia di Livorno per un piano di trappolamento da realizzarsi nella primavera – estate 2004 al di fuori del Parco, gestita dal Consorzio medesimo e dagli agricoltori.


cinghiali 3

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