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Pestato a domicilio da tre romeni Carabinieri compiono due arresti, denunciato il terzo Sequestrati due stabilimenti balneari abusivi nel capoliverese denunciati i gestori - Elettrodotto il Sindaco Roberto Peria: "Occorre far chiarezza"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 17 luglio 2009

Marcianese pestato selvaggiamente da tre rumeni poi catturati dai Carabinieri La Stazione Carabinieri di Marciana Marina, nella serata di ieri, ha tratto in arresto due cittadini romeni di 18 e 20 anni, residenti in nord italia, che, unitamente a un minorenne connazionale, si sono introdotti abusivamente in una proprietà privata del Comune di Marciana, probabilmente con l’intento di compiere azioni illegali, ove, rifiutandosi di uscire, hanno cominciato a discutere con il proprietario, un marcianese di 45 anni. Quest’ultimo, dopo aver allertato una pattuglia di Carabinieri, prontamente intervenuta, precisamente della Stazione competente di Marciana Marina, è stato anche aggredito fisicamente con un bastone e un crick idraulico, riportando lesioni giudicate guaribili in 10 giorni, dopo essere stato visitato presso l’Ospedale di Portoferraio. All’arrivo dei Carabinieri i maggiorenni, insieme al minorenne, sono stati identificati e denunciati, i primi in stato di arresto e il secondo in stato di libertà, per aver commesso in concorso tra loro i reati di lesioni personali aggravate, minacce e violazione di domicilio. I due arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Livorno. Saranno ora giudicati dai magistrati del Tribunale di Livorno e del Tribunale dei Minori di Firenze. Compagnia Carabinieri di Portoferraio Capoliveri: Denunciati due noleggiatori per occupazione abusiva di spiaggia Le Fiamme Gialle della Sezione Operativa Navale di Portoferraio (LI) hanno portato a termine in questi giorni un’articolata attività di indagine in materia di corretto uso del demanio marittimo, riguardante, nello specifico, due dei tratti di spiaggia libera tra i più suggestivi e frequentati dell’Elba, ossia quella di Morcone e di Capoliveri. L’attività investigativa, iniziata nelle scorse settimane, ha consentito di appurare e reprimere l’abusiva occupazione di due significative porzioni di spiaggia libera per oltre 200 mq. ad opera di due noleggiatori di attrezzature balneari. Questi, anziché limitarsi al noleggio delle attrezzature come da regolare licenza rilasciata loro dal Comune di Capoliveri, sistematicamente posizionavano lettini prendisole ed ombrelloni alle prime ore del mattino direttamente in prima fila fronte mare, ordinatamente disposti ed allineati al pari di uno stabilimento balneare. L’illecita condotta, preordinata ad un più proficuo e redditizio esercizio del semplice noleggio attrezzature, ha trovato la puntuale azione repressiva delle Fiamme Gialle elbane, volta in questo caso a tutelare il pubblico e gratuito uso della spiaggia libera da parte di vacanzieri e bagnanti in genere. GdF ROAN Peria: sul nuovo elettrodotto Terna è necessario riportare un po’ di chiarezza Partiamo dal 2004, quando gli elettrodotti erano due, uno di Terna ed uno di Enel Distribuzione: il primo serviva a portare all’Elba l’energia, il secondo a distribuirla. Le infrastrutture esistenti erano –e sono- insufficienti per un territorio sempre più energivoro ed il rischio di una crisi permanente sempre più concreto. Nacque così questo mega progetto, avallato da tutti gli enti interessati, compreso il Parco Nazionale e che ebbe, nell’estate 2004, sulla procedura di impatto ambientale, il solo parere negativo del Comune di Portoferraio. Ciononostante, nell’autunno, la Giunta Regionale, con i suoi poteri, chiuse la procedura di V.I.A. e dette il disco verde ai due elettrodotti. Poiché una parte dell’impianto passava in aree del Parco e poiché il Comune di Portoferraio si espresse negativamente rispetto agli aspetti paesaggistici, la procedura si riaprì dopo un paio di anni. Con Tozzi, Alessi, gli altri Comuni interessati, la Provincia, la Regione, riprendemmo in mano il tutto e, anche attraverso un confronto continuo e molto proficuo con i comitati dei cittadini, cercammo di cambiare sostanzialmente il progetto originario. Riuscimmo quindi in un’impresa tutt’altro che irrilevante: chiudere il cosiddetto “anello” di sicurezza, quello che poteva garantire la certezza dell’arrivo in emergenza di energia elettrica all’Elba anche in caso di guasto grave, con un nuovo cavo sottomarino da Piombino a Portoferraio, cancellando di conseguenza tutto l’elettrodotto di distribuzione Enel, che, da Porto Azzurro a Procchio, avrebbe devastato il paesaggio. Dei due elettrodotti, così, ne rimase uno, quello di Terna. Rispetto a quest’ultimo, come Comune di Portoferraio avevamo già ottenuto, fin da 2004, grazie alla nostra posizione rigida, l’interramento di un vasto tratto in località San Giovanni- Bucine; a seguito di ulteriori trattative facemmo quadrato col Parco e ottenemmo l’interramento nella ZPS del Volterraio ed un altro tratto interrato al Bucine. In alcune aree, però, Terna dimostrò a tutti gli Enti che l’interramento era tecnicamente impossibile, sia per le pendenze, sia per l’asperità del territorio, ma soprattutto perché fare una trincea nel bosco, ammesso che si riuscisse, avrebbe comportato un danno ambientale incalcolabile. Rispetto ai pochi tralicci rimasti, però, ottenemmo comunque tre garanzie: la minimizzazione dell’impatto paesaggistico, l’allontanamento dalla linea di costa e quindi dalle aree più sensibili, la garanzia della lontananza da aree abitate e civili abitazioni. Nell’ultima riunione tenuta in Comunità del Parco, a cui parteciparono anche esponenti dei comitati cittadini, fu dato quindi il via libera al progetto così completamente ridisegnato. La nuova versione progettuale, compreso il cavo sottomarino e gli interramenti, comportò per Terna, se ben ricordo, un aggravio di costi di circa 10 milioni di euro, ma fu doverosa ed opportuna. La Regione, quindi, Ente competente per l’approvazione, portò a termine il procedimento- Ho voluto ricostruire questa complessa vicenda perché, avendo nell’ultima settimana parlato con una decina di proprietari interessati dagli espropri e dalle servitù, ho avuto quasi la sensazione che si parlasse di un altro elettrodotto rispetto a quello che con un faticosissimo lavoro ottenemmo nel 2008. Poiché questi cittadini non mi sono sembrati dei fanatici estremisti, ma delle persone ragionevolissime, legittimamente preoccupate per i destini dei loro terreni e del nostro paesaggio, mi sono sentito in dovere di telefonare al responsabile del procedimento di Terna, principalmente per capire se, nel frattempo, come si dice, fra il via libera in Comunità del Parco e l’approvazione finale da parte della Regione, avessi perso qualche puntata. In tal senso risposte conclusive ancora non ne ho avute, ma ho ottenuto un primo incontro chiarificatore con i tecnici di Terna per la prossima settimana, dopo di che ritengo che Unione di Comuni, Parco, Comuni interessati, Provincia, Regione dovrebbero favorire un serio momento di confronto fra tutti noi, Terna ed i cittadini che protestano. Nel frattempo sarebbe indispensabile che da parte della Società realizzatrice vi fosse la massima capacità di ascoltare e ragionare con tutti, prima di procedere ad atti esecutivi. Ciò detto, vorrei chiudere con un’altra riflessione, forse un po’ più amara: è vero che questo elettrodotto (purchè sia realizzato bene) è un’opera indispensabile per il futuro e persino anche per la sicurezza del nostro territorio. Ma lo è soprattutto perché vi è, all’Elba come altrove, una sorta di corsa sociale ad avere tutti l’aria condizionata, le città sempre più illuminate, i nostri frigo sempre più potenti. E’ come con i rifiuti: sempre più imballaggi, sempre più breve la vita degli oggetti che usiamo, sempre più plastica e quindi discariche sempre più grandi. Quando vedo esplodere questioni come questa mi viene da preoccuparmi per il paesaggio, ma un po’ di più per il nostro destino sociale. Portoferraio, scrivendo una norma di poche parole (sono obbligatori in tutti gli ampliamenti di edifici e nelle nuove costruzioni i pannelli solari e fotovoltaici) ha introdotto un cavallo di Troia che, a soli due anni di distanza, produce qualche migliaio di metri quadri di impianti per l’autosufficienza energetica. Al Palazzetto dello Sport Monica Cecchini l’energia elettrica non costa, anzi i pannelli fotovoltaici del suo tetto ci consentono di venderla all’Enel. Pertanto, preoccupiamoci dell’elettrodotto, del suo impatto, facciamo degli aggiustamenti, ma ricordiamoci anche che se non cambiamo la prospettiva generale, il nostro modo di affrontare il futuro, anche se l’elettrodotto fosse tutto interrato, l’energia che eroga viene poi prodotta da una centrale a carbone, o nella immaginifica visione futurista del Governo, da una bella centrale atomica (di vecchia generazione). E che un Paese che ragiona così non è un Paese normale. ROBERTO PERIA (Sindaco di Portoferraio)


portoferraio caserma carabinieri

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peria solo e sconsolato

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Guardi di Finanza sequestro attrezzi balneari 2009

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