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Carto-Traghetti il dibattito sul Vicinato: Bramanti, Marchetti, Prianti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 16 luglio 2009

I problemi del turismo elbano sono dovuti solo al costo dei traghetti? Il parere di Stefano Bramanti del Circolo Pertini, di Lorenzo Marchetti e di Fabrizio Prianti raccolti dal Forum del ilvicinato.blogspot.com Stefano Bramanti Circolo Pertini Importante sviluppare il dibattito, dialogare, cercare verità. Si possono raggiungere risultati utili alla comunità. Quindi accolgo il nuovo invito di Marchetti affinché io intervenga come circolo Pertini (www.circolopertinielba.org), anche se le idee che esprimo sono personali. Caro traghetti. A monte, ribadisco quanto ho già detto altre volte, è determinante che sindaci, sindacati e varie forze sociali, si mobilitino con decisione e forza, per mettere le mani sui problemi da risolvere. Senza di questo non si va da nessuna parte e prevarranno l’interesse economico di parte e le disfunzioni. Le critiche che emergono da più parti sul caro traghetti, sentenziano che sono molti i colpevoli di tale situazione con in testa compagnie navali e governanti. C’è sempre tempo per rimediare, basta coordinarsi, ritrovare unità. Anche Provenzali, esperto politico presente da anni nel consiglio regionale, lo dice: bisogno di unità per difendere l'isola dai mali di sempre. Forse uno dei pochi personaggi della destra che lancia un messaggio del genere. Non sono certo un esperto di trasporti, ma cliccando su Internet ho trovato la tariffa da Milazzo a Lipari: 2 ore di traghetto, 3 persone e un'auto, per 90 euro. In tv promuovono Civitavecchia -Olbia, ancora più ore di viaggio, a 32 euro. Ma quanto costa la stessa tratta di solo un'ora per il viaggio Piombino-Portoferraio, per una famiglia non residente? Anche circa 120 euro di sabato. Ma per un’ora sola di viaggio. C'è qualcosa che non torna. Chi vuole attuare una nuova strategia, diversa, per salvare l'Elba dalle ingiustizie? Lorenzo Marchetti No! I problemi vanno ben oltre il semplice costo dei traghetti. La crisi economica internazione ha aperto nuove sfide e ha fatto emergere i limiti dell'industria vacanziera elbana. Occorre, allora, rifondare il “modello Elba” partendo dagli elementi di forza (robusta risorsa ambientale, culturale e storica) e da quelli di debolezza (rischio di forte degrado dell'ambiente soprattutto per quanto riguarda le coste, la flora e la fauna). Un modello che deve articolarsi sul geoturismo, cioè sui turismi che sostengono e accentuano il carattere geografico del territorio visitato: quello che qui c’è, grazie alla natura e agli uomini, ed altri non hanno! In definitiva tutto ciò che l’antropizzazione del luogo contribuisce a renderlo caratteristico, unico nel suo genere. Su questo modello, una volta discusso e concertato, occorrere far convergere tutte le rappresentanze istituzionali, economiche e sociali e quindi predisporre una pianificazione unitaria sia in campo economico (fondi strutturali) che territoriale (strumenti urbanistici) e indirizzando su quegli obiettivi la formazione professionale, ovviamente, salvando e migliorando i servizi di base (trasporti, viabilità, sanità, scuola). Da dirsi è una cosa facile, da farsi un po’ meno. Occorre che tutte le energie vive della società elbana e gli enti del territorio condividano il progetto, che i nostri amministratori si presentino “senza il cappello in mano” nelle sedi provinciali, regionali e statali, mostrando di avere le carte in regola, e quindi chiedere/ottenere i necessari finanziamenti… perché chi fa da se fa da solo e chi fa da solo non va da nessuna parte. Fabrizio Prianti Se continueremo a pensare che fare turismo significhi vendere il traghetto più l’Hotel, ristorante, ombrellone, gelato, lo shopping e tutti i servizi che ci vengono in mente faremo ben poco per rilanciare di nuovo L’Elba come destinazione ambita, pare che non ci siamo resi veramente conto che di tempo ne è trascorso e con esso la composizione dei desideri di chi va in vacanza a spendere i propri denari. Ma aldilà della capacità di applicare tecnicismi, o sviluppare azioni promozionali crediamo logico fare ogni sforzo per ritrovare la nostra identità culturale, le nostre caratteristiche intime che sono stati i reali punti di forza nel passato e che hanno permesso all’Elba di diventare importante, ambita e ricercata realtà, permettendo alla grande maggioranza di vivere con agio. Riteniamo dunque, che solo se saremo in grado di recuperare quei valori, di farli tornare ad essere patrimonio di tutti, di superare particolarismi e personalismi strumentali, allora sì che potremo sperare di tornare ad essere la “Perla del Tirreno” e riconosciuta come tale. Le differenziazioni giustamente sono sempre esistite ed è forse giusto che ci siano, ma devono rappresentare la ricchezza sulla quale sviluppare il confronto e l’incontro e non la divisione; ed era proprio questo l’aspetto che in passato aveva fatto sentire e percepire all’esterno l’Elba come la “Barca” di tutti e non di qualcuno, ed oggi paragonabile ad una flottiglia senza alcuna rotta. Probabilmente se riusciremo umilmente a ritrovare la nostra sintesi culturale e non ci vanteremo di essere tutti strateghi o maghi potremo senz’altro ritrovare quell’apprezzamento che sembra ormai lontano.


Incrocio Navi traghetto capitaneria

Incrocio Navi traghetto capitaneria