Torna indietro

Tre lettere perché i ragazzi intendano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 15 luglio 2009

Prof, ma oggi interroga? Sto male, non riesco a non pensare allo strazio dei tuoi genitori, nemmeno alla tua giovane età, a quello che avresti potuto essere, diventare, a quello che avrebbero potuto dirti, fermarti, impedirti di andare incontro a quel tragico appuntamento. Sono mamma anch’io e non posso neanche immaginare un dolore così… Mi domandano, ma lo conoscevi? Sì, era un mio alunno. Ma gli piacevano le moto? Non lo so. Che carattere aveva? Era socievole? Non lo so, non ho avuto il tempo di conoscerti così a fondo. Il mio ricordo è quello di un ragazzo con lo sguardo schietto, la faccia pulita, senza piercing, senza i pantaloni calanti, anzi sempre vestito bene, lindo, un “signorino” , avrebbe detto mia nonna, in una classe con tanti maschi, a volte anche un po’ bruschi, chiassosi. Tu mai, mai sopra le righe, gentile, educato, rispettoso, sobrio, riservato. Ho saputo la notizia del tuo incidente da Facebook, da quel contenitore di pensieri, parole dei ragazzi, non ci volevo credere e tanti hanno scritto un pensiero per te. Qualcuno di loro ha detto che se ne è andato un angelo, un angelo gentile, aggiungo io. Per me sei sempre lì, di fronte alla porta della IIA geometri, vicino alla finestra, schierato con il gruppo dei tuoi compagni, aspetti che io entri, mi saluti, anche da lontano e mentre entriamo, mi domandi: “Prof. ma oggi interroga?” Lara Biagini Un ricordo per Ruben Da ieri, un profondo dolore mi è stato compagno per la tua tragica fine. Non ti conoscevo! ma ho visto mia figlia, diciassettenne come te, piangere per il tuo pauroso incidente e continuare oggi per la tua immatura scomparsa. Ieri, mentre mia figlia piangeva, mentre cercavo di consolarla gli sussurravo “vedi Clarissa, ora piangi e soffri perché questo tuo amico è in pericolo di vita, pensa solo un attimo quanto devono soffrire i suoi genitori, che strazio è entrato in quella famiglia con quello che è accaduto!” Oggi purtroppo Ruben ci ha lasciato, ha lasciato la sua famiglia nella più grande disperazione, non ho parole per il suo babbo e la sua mamma, vorrei abbracciarli per fargli sentire il calore e la sofferenza che noi tutti genitori, sentiamo in questo tragico momento. Anch’io come loro ho trascorso notti insonni in attesa del tuo rientro, ti ho tempestato, come sicuramente hanno fatto loro con Ruben, di raccomandazioni e consigli, quanto poi valgono, se in un momento si perde la vita. Vi sia, purtroppo, di insegnamento questo momento che state vivendo in maniera così sofferta, ma ricordate che la vita è una cosa meravigliosa e viverla è un dono di Dio. Ragazzi, siate prudenti non fate si ché altre famiglie debbano soffrire quello che ora sta soffrendo la famiglia di Ruben. E tu piccolo angelo riposa in pace! Damiano Damiani La nostra comunità si sente più unita Gent.mo Direttore - ho appena letto il suo pezzo per la tragica scomparsa di Ruben. (...). La sua lettera mi ha profondamente colpito, sono certo che non ha commosso solo me, e anche se in occasione di un evento molto triste , oggi la nostra comunità si sente un po’ più unita. Grazie Marco Mantovani


Ruben Plattner

Ruben Plattner