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Del Punta risponde ad uno scrittore

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 14 luglio 2009

Gentile Scrittore, mi scuso per la mia ignoranza, ma non sapevo che il Giovanni Muti scrittore fosse l’uomo raffigurato nella foto di Camminando. Adesso che ne sono venuto a conoscenza, mi sento sollevato perchè credevo che Giovanni Muti, chiaramente solo un omonimo, fosse “quel Giovanni Muti” detto “Attila”, proprietario di un noto ristorante a Marina di Campo, famoso anche per le sue risapute ambizioni politiche. Fatta la dovuta precisazione mi sento in dovere di ringraziarla per avermi concesso la possibilità di replica al fine di chiarire, nel caso ce ne fosse bisogno, quello che avevo inteso esprimere nella mia precedente lettera. Innanzi tutto ritengo importante che Lei abbia condiviso con me, spero sinceramente, quanto concerne l prima parte della mia lettera e cioè che non c’è più tempo né per lotte intestine, né per faide assassine. Subito dopo, però, Lei asserisce che per ben valutare la sua “opera” bisognerebbe aver soggiornato nelle patrie galere, o, quanto meno, aspettare con pazienza, se meritevoli, di poterci andare. Tutto questo al solo scopo, dice Lei, di ricevere l’illuminazione per poi così meglio comprendere i vari momenti di sconforto e di dolore trascorsi dai protagonisti. Allora, caro Scrittore, penso che il Suo libro abbia fatto veramente “cilecca”, come asserito da “certastampa”, e come si usa spesso affermare, nella Toscana continentale, per tutte le “cose che non funzionano”, perchè la maggior parte dei lettori (tanti .... o presumibilmente pochi) non lo ha certamente capito! Asserisce, inoltre, di aver intuito fuoriuscire dalle mie righe la “presunzione” e il “seme del dubbio” e quindi mi esorta come depositario della “mia verità” , di divulgarla pubblicamente oppure di tacere e “prudentemente” (è una minaccia o un consiglio?) starmene buono. Per me, e scusi ancora la mia più profonda sincerità, Lei si è fatto troppe “seghe mentali” e, quindi, La invito a leggere un buon libro, quello scritto da Giulio Giacobbe autore di una affascinante tematica per nevrotici e aspiranti tali. Credo, invece, che Lei abbia volutamente frainteso il mio intervento rivolto unicamente a sollecitare il PD, attuale reggente del Comune di Portoferraio, ad una forma di collaborazione con la parte “sana” del centro-destra, quella più preparata politicamente, senza altro intendere. Con Lei, e come Lei, sicuramente si saranno risentite “ certepersone”, le stesse che hanno cercato fino all’ultimo, riuscendoci, di opporsi all’unificazione del centro-destra, le stesse che hanno cercato di influenzare l’opinione pubblica presentando la Sua “opera” su improvvisate bancarelle davanti ai supermercati come per dire ...... “dateci il voto perchè noi rappresentiamo “il bene” offeso e umiliato e questo libro ne rappresenta la prova”.... Mi creda, caro Scrittore, anche questa “straordinaria stronzata” ha contribuito alla sconfitta elettorale perchè i cittadini di Portoferraio non avevano bisogno di “ certiconsigli”. Se poi il Destino, come Lei profetizza nel Suo intervento, effettivamente, mi sta facendo sperimentare lo stato d’animo e le sofferenze patite dai protagonisti del Suo libro, ed anche se il mio “caso” non è stato e non sarà mai così eclatante come “affari e politica”, l’accusa nei miei confronti, mi creda, è stata di quelle infamanti. Non per questo però scriverò, o farò scrivere un libro, nel caso, come spero, di riuscire a dimostrare la mia innocenza. Sono bastate le motivazioni dell’accusa per far ridere un’isola intera e non vedo il motivo di continuare a farla ridere ..... Andrea Del Punta Abbiamo ospitato questo scritto anche se le risposte a cui Del Punta faceva riferimento sono state pubblicate altrove. Non entriamo però nella querelle, che pure per qualche verso ci riguarda. Per quanto attiene alle argomentazioni degli "scrittori a gettone" di carta da macero profumatamente pagata e pochissimo letta non abbiamo infatti molto da aggiungere a quanto abbiamo già detto, né bisogno di replicare alle reiterate accuse di parassitismo. Ci viene in mente quello che disse il vecchio Baroni ad uno che faceva lo spiritoso affermando che se i cornuti avessero avuto un fanale in testa Portoferraio sarebbe stata illuminata a giorno: "Già - disse il Baroni - e te saresti il Faro di Forte Stella!". E passando per Bertold Brecht "gli idioti lo chiamano idiota" si potrebbe approdare al raffinato pensiero di Tardò: "quando ho voglia di parla' co' 'na fava me lo tiro fori che faccio prima". In sintesi ed il fondo la domanda: "Perché continuate a farvi del male?"


carta penna calamaio

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