Code e resse alle pompe di benzina. L’ultima volta è successo appena due anni fa a causa dello sciopero nazionale dei gestori delle stazioni. In un futuro prossimo l’emergenza carburante potrebbe ripetersi in termini più gravi e questa non è un ‘ipotesi del tutto campata in aria. Di certo c’è che il sistema di rifornimento che fa capo alla Elbana Petroli può andare in crisi di qui a un anno. Il motivo? Il deposito deve essere messo a norma, entro il 2005. In parole povere, dovrà trasferirsi perché non rispetta le distanze di sicurezza dagli altri compendi e strutture. Nella fattispecie, dal cantierino, a stretto contatto di gomito. Il problema non è semplicissimo. L’Elbana Petroli ha cercato alternative da anni senza finora riuscire a trovarne una valida. Ha provato alcuni anni fa con la Sales (circa 10 mila mq. con porticciolo alle Antiche Saline dove attraccano i suoi rimorchiatori) ma la trattativa di una permuta delle due aree (con la mediazione del Comune di Portoferraio) è fallita. Chiusa dal cantierino da un lato, dall’altro a confine con un terreno di privati (dove era attiva la ditta edile Angelo Bolano), L’Elbana Petroli non ha molte scelte. Il prossimo anno rinnoverà la concessione demaniale? Corrado La Rosa, titolare della Elbana Petroli, dice di aver rappresentato da tempo le difficoltà dell’azienda e le conseguenze che potrebbero ripercuotersi sull’approvvigionamento del combustibile. Prefettura, Capitaneria di Porto, Dogana, Sindaci, Comunità Montana, associazioni di categoria ne sono state messe al corrente anche nel marzo scorso. Risultati? Al momento, nessuno. Trasferirsi, ma dove? Ci sono terreni adatti a trasferire un deposito di carburante? A Portoferraio che è baricentrico rispetto agli altri Comuni e dispone di una rada al riparo di ogni vento? Traslocare l’attività in altro Comune non è , secondo La Rosa, praticabile ma “fuori di ogni logica imprenditoriale” , si tratterebbe di investire una decina di miliardi. E poi, con la circolazione dei nostri giorni, sulle nostre strade, come la mettiamo? Il futuro preoccupa non poco. Il servizio della Elbana Petroli, dagli anni 60 è essenziale. L’Elba “beve” oltre 20 mila tn. all’anno di benzina e gasolio (intorno alle 350 mila litri al giorno) trasportati con bettoline che fanno la spola tra Livorno e Portoferraio. Da qui, le autobotti dell’azienda riforniscono 23 stazioni : Portoferraio (8); Marina di Campo (5), Porto Azzurro (3), Capoliveri (2), Marciana Marina (2), Procchio, Rio Elba e Cavo . A Portoferraio, Marina di Campo e Cavo ci sono anche distributori per la nautica. La bettolina trasporta in media 500 tn. per volta e in piena stagione si fanno fino ad 8 viaggi. In caso di cessazione da parte dell’Elbana Petroli, il carburante potrebbe arrivare ugualmente, tuttavia le autobotti hanno una capacità ridotta (15 mila litri circa) ed è certo che i problemi di distribuzione verrebbero non poco a complicarsi. Entro l’estate lo scalo avrà più ricettività. In prospettiva, come sappiamo, c’è anche la terza compagnia pronta ad affiancare Toremar e Moby Lines e lungo la fascia costiera nuove strutture per l’approdo(pontili galleggianti al cantierino, ad esempio) sono già in funzione. Altri interventi restano ancora da definire, cominciare dall’approdo turistico di S.Giovanni di cui tanto si parla e si parlerà. E’ in atto un processo di adeguamento, come è logico, in funzione del traffico, stradale e marittimo in tutta la fascia costiera della rada e delle esigenze della nautica da diporto. Le attività produttive, di servizio, artigianali e industriali collocate nell’arco che va dal pontile Lucchesi al cantiere grande della Esaom Cesa soffrono della mancata pianificazione della città “fuori delle mura”, di una zona strategica per l’economia. Si è costruito senza guardare lontano. Davanti al palazzo della Bricchetteria, negli anni 60 aprono l’Helios (scaffalature metalliche, macchine affrancatrici, pannellature) e la Cappellino (bruciatori), quindi una piccola azienda artigiana per natanti in vetroresina. Nei decenni successivi , nuovi insediamenti, pubblici e privati, le scuole e i cantieri navali sul demanio, il “ Panariello” e quindi i cantieri navali fino alle Antiche Saline. “Operiamo da oltre 40 anni in una zona demaniale - ripete Corrado La Rosa - ma con quali prospettive? Si sviluppano imprese confinanti con la nostra proprietà ma non si può prescindere dalla presenza della nostra azienda”.
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