Dice un adagio che a lavare la testa al somaro si perde tempo e sapone e certe volte ci viene in mente che pure a fare del bene agli elbani si rischia il medesimo risultato delle abluzioni capitali equine. Ciò vale specialmente sul fronte ambientale. Ieri si è inaugurata l'entrata in servizio di un sofisticatissimo attrezzo, un radar che può fornire un sostanziale aiuto nell'individuare i bracconieri del mare che vanno a pescare a Pianosa e a Montecristo e quelli che strascicano sotto costa, a indirizzare meglio eventuali soccorsi etc. Un'opera meritoria, a dispetto dei soliti noti e ignoti (soprattutto campesi) che tanto per sparlare del Parco hanno cercato di spacciare l'ennesima palla nei soliti sfogatoi, che stare a quattordici miglia dalle parabole un radar era come mettere il pipo in un forno a micro-onde. Orbene l'opera meritoria in questione è stata degnamente salutata da tutta una serie di autorità che giustamente hanno sottolineato la civica importanza dell'iniziativa. Mancava però (e mancava clamorosamente) qualcuno cioè chi aveva pagato, e che più di tutti poteva menare vanto dell'opera, vale a dire il Ministero dell'Ambiente, non il ministro, tutto il Ministero. Mancava il Ministro Prestigiacomo, forse perché indispettita dopo "il franco scambio di idee" (come dicevano i comunisti) mediatico con Tozzi, mancava il sottosegretario padano che, nella precedente ispezione federale al parco, invitato (per capire che vento era) da un ufficiale ad orientarsi guardando la bandiera tricolore del natante disse che lui quella neanche la vedeva (immaginiamo la felicità dei camerati!), che così al pari della titolare del dicastero si è pure risparmiato qualche domanda scomoda del tipo: "Visto che il piano nucleare è blindato, in modo che "i signori del no" non possono opporsi, potete assicurarci almeno che a Pianosa NON si farà la centrale nucleare?". Poi, passando alle persone competenti e serie mancava perfino il Dott. Aldo Cosentino Direttore Generale dello specifico comparto ministeriale, che si deve considerare uno dei padri del Parco, ma si sa un funzionario, per quanto di alto rango, non può decidere di essere o non essere presente ad un evento, deve "attaccare il ciuco dove dice il padrone". Allora se dietro questa assenza la decisione è politica, sarà mica che i politici supportati localmente da antiparco genuini o mascherati, sono in imbarazzo a presentarsi "al campo sportivo" nel loro ruolo di difensori istituzionali degli strumenti di salvaguardia, siamo essi tecnologici o legislativi? Meditate please
Busdraghi al radar