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Rossi: assicurata anche agli extracomunitari l'assistenza sanitaria

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 09 luglio 2009

Firenze «Desidero invitare tutti voi a proseguire in assoluta tranquillità nella vostra opera di garanzia della abituale assistenza e cura, che il nostro Servizio sanitario regionale ha sempre assicurato, a favore di tutti gli individui presenti sul territorio toscano, senza distinzione alcuna, invitando espressamente la popolazione immigrata a continuare ad avvalersi della assistenza sanitaria fornita dalla Regione Toscana.» L'assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi conclude con queste parole una lettera inviata ai direttori generali delle Aziende sanitarie, a tutti gli operatori del Servizio sanitario regionale e agli Ordini professionali del settore sanitario in relazione all'approvazione del cosiddetto “decreto sicurezza”. «A questa posizione non mi spinge un generico “buonismo” - spiega l'assessore Rossi – Nel caso l'assistenza sanitaria rivesta carattere d i urgenza mi sembrerebbe semplicemente disumano un comportamento che potrebbe tener lontane le persone dai servizi. E' poi noto che le malattie possono diffondersi e quindi curare tutti, a prescindere dal loro status legale, significa tutelare la salute di tutti». Nella lettera infatti l'assessore esprime la preoccupazione «che, a fronte della situazione di incertezza che si è creata, venga, anche nei casi di necessità, condizionato e reso più difficile l’accesso ai servizi sanitari da parte delle persone immigrate, con conseguente pericolo per la tutela della salute di tutta la popolazione della Toscana, potendo così pregiudicare l’interesse generale della collettività.» Dall'analisi delle normative, prosegue l'assessore «risulta chiaramente che chi deve prestare la propria opera sanitaria è esonerato dal richiedere al cittadino immigrato i documenti inerenti la regolarità del soggio rno e che l’accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun obbligo di segnalazione all’autorità. Pertanto, lo spirito della legge è quello di garantire al cittadino immigrato le cure e l’assistenza necessarie per garantire il rispetto di quegli elementari principi e diritti della persona in quanto tale. In merito alla introduzione del reato di clandestinità, quale reato contravvenzionale procedibile d’ufficio, e ai dubbi interpretativi connessi agli eventuali obblighi che deriverebbero a carico dei pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che venissero a conoscenza del reato in questione nell’esercizio delle loro funzioni, ritengo che ipotizzare che a carico dei soggetti suddetti sussista un vero e proprio obbligo di segnalazione all’autorità determinerebbe una vera lesione oltre che delle elementari regole di etica e di civiltà di questo Stato, dei principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale e dell’ordinamento regionale toscano, nonché del codice deontologico medico.» La lettera contiene riferimenti specifici all'articolo 32 della Costituzione, allo Statuto della Regione Toscana e al Codice deontologico del medico. L'assessore Rossi conclude assicurando che «sarà cura di questo Assessorato, nella convinzione che sia impossibile imporre al medico la violazione dei diritti fondamentali dell’individuo e dei principi normativi ed etico-deontologici, che sorreggono la professione sanitaria, approfondire, anche in collaborazione con gli Ordini dei medici, la tematica in questione e, conseguentemente, percorrere tutte le vie giuridiche e politiche consentite dall’ordinamento per garantire la tutela della salute individuale e collettiva e per sostenere pienamente la scelta operata dal medico.»


malato ospedale

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