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Alle Prade si scava con la benna nella posidonia per recuperare una barca

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 07 luglio 2009

Per recuperare l’imbarcazione “Samba”, arenatasi circa due settimane fa alle Parade, nel comune di Portoferraio proprio davanti alla zona umida e Sito di importanza regionale (Sir), secondo la Provincia di Livorno destinato a diventare, la Sales ha effettuato un recupero utilizzando un pontone con l’ausilio di un sommozzatore e scavando una trincea in una delle più belle ed integre praterie di posidonia oceanica delle coste elbane, tra l’altro un Habitat prioritario dell’Unione europea per il quale occorrerebbe una valutazione di incidenza anche per lavori molto meno impattanti. L’intervento è stato autorizzato in data odierna (6/7/2009) con l’ordinanza 77/09 della Capitaneria di Porto di Portoferraio che specifica che « La ditta SALES responsabile dei lavori, dovrà munirsi di tutte le ulteriori autorizzazioni previste per legge» ci chiediamo se queste autorizzazioni esistano e quali indagini siano stati svolte sulla prateria di posidonia che aveva indotto la scorsa estate il Comune di Portoferraio a proporre l’area di mare prospiciente alle Prade per l’inserimento nell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano. Infatti, lavori per disincagliare la barca sembrano consistere nello scavo (di cui non ci pare si faccia menzione nell’autorizzazione della Capitaneria di Porto) con una benna per creare un canale che consenta di raddrizzare la barca e toglierla dal basso fondale in cui è abbattuta.. L’area è un basso fondale coperto di posidonia, la benna ( come da foto) ha strappato per ore piante di posidonia, depositandole sul lato sinistro del pontone. Lo scavo di sabbia e melma prosegue con la deposizione del materiale a destra e a sinistra del pontone. Oltre al danno alla Posidonia, il lavoro della benna ha cambiato l’orografia del basso fondale, chi naviga quelle acque a memoria da domani ci rimane insabbiato. La zona è ricchissima di pesce, saraghi in particolare, ma ricca anche di numerosi esemplari di polpi. Oltre al danno diretto, la posidonia per un largo raggio è soffocata dal materiale di scavo scaricato dalla benna. In sostanza: Danno diretto alla posidonia; Stravolgimento dell’orografia del fondale; Danneggiamenti alla fauna ittica presente; Soffocamento di altra parte della prateria di posidonia. Ce lo chiediamo e lo chiediamo soprattutto al Comune, alle Provincia ed alla Regione Toscana che sull’area ha posto chiari vincoli ambientali che valgono anche a mare in un’area considerata alla stregua di un Sito di importanza comunitario (Sic). Ci chiediamo e chiediamo se esistano le necessarie autorizzazioni per lo scavi o eseguito ed in base a quale valutazione di incidenza e impatto ambientale sulla posidonia e sui fondali davanti ad un Sir. Ce lo chiediamo e chiediamo alle autorità un urgente intervento per verificare la natura dei lavori e il loro impatto sull’ambiente di tutti per recuperare un’imbarcazione privata che poteva essere tranquillamente prelevata con sistemi certamente meno impattanti sulla posidonia.


legambiente recupero barca posidonia

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legambiente recupero barca posidonia1

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legambiente recupero barca posidonia2

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