Torna indietro

Legambiente: Finalmente il Sindaco Ortelli scende dalle barricate

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 05 luglio 2009

La prudente e un po’ acrobatica lettera del Sindaco del Giglio Sergio Ortelli a La Stampa speriamo metta fine al linguaggio (e anche a qualche manifestazione) estremista che ha contraddistinto gli antiparco del Giglio in tutti questi anni, quando le amministrazioni di centro-destra precedenti alla sua arrivarono a negare l’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e a rifiutare addirittura i finanziamenti ad essa collegati. Quel tempo pare definitivamente passato se Ortelli oggi si dice perfettamente d’accordo con il ministro Stefania Prestigiacomo che ha, come ricorda Lei stessa su “La Stampa” istituito diverse Aree marine protette. La contraddizione del neo-Sindaco del Giglio sta forse tutta proprio in questo: dichiararsi d’accordo con il Ministro e poi criticare le leggi che il ministro utilizza per istituire le Aree marine protette che, evidentemente, tengono conto (perché lo possono fare!) di tutte quelle “aperture” che il ministro chiede e Ortelli diceva non possibili. D’altronde si tratta dello stesso ministro dell’ambiente che solo ad aprile parlando dei parchi nel documento preparatorio del G8 ambiente di Siracusa ha scritto: «Vi sono numerose possibilità di trasformare le spese per la conservazione della biodiversità in veri e propri investimenti. Aree protette, reti ecologiche, piani di ripristino degli ecosistemi, etc. devono essere considerati come "infrastrutture verdi" e dei loro costi similarmente conteggiati nei bilanci di governo». E ancora: «Proteggere importanti aree naturali sembra essere una buona strategia per mantenere il costante flusso di servizi ecosistemici per le generazioni presenti e future, e ci siamo impegnati per proteggere sistematicamente importanti aree per tali servizi. Il miglioramento e l’estensione della rete delle aree protette, considerate come infrastrutture naturali, possono generare occupazione. Il ripristino ed il mantenimento della connettività ecologica fra le diverse aree protette è essenziale per il continuo flusso di servizi ecosistemici. E’ inoltre necessario evitare ogni ulteriore distruzione di aree naturali nell´attuazione di programmi infrastrutturali che sono una componente dei “pacchetti di misure” per la ripresa economica, così come è necessario riservare una quota degli importi previsti per tali programmi per investimenti in “Green/Greening Infrastructure”»., Oppure: «La ricostituzione della biodiversità marina insieme ad interventi di gestione sostenibile della pesca, il controllo dell’inquinamento, il mantenimento degli habitat essenziali e la creazione di riserve marine si configurano come investimenti per la produttività e l’affidabilità dei servizi garantiti dal mare all’umanità» e che «Nella pianificazione territoriale, l´istituzione di aree protette deve svolgere un ruolo fondamentale, non limitato solo alla conservazione della biodiversità. Le diverse tipologie di aree protette raccordano tre dimensioni: il contesto spaziale, culturale e socio-economico. Di conseguenza, un sostanziale miglioramento del complesso dei servizi ecosistemici e la valorizzazione della conseguente qualità della vita devono essere considerati tra i principali obiettivi di creazione, pianificazione e gestione delle aree protette». Quindi anche noi speriamo che il ministro Prestigiacomo prenda sul serio il nuovo profilo istituzionale di un Ortelli sceso finalmente dalle barricate e che gli spieghi quello che ha fatto approvare al G8 da lei organizzato nella sua Siracusa. Cioè che bisogna incentivare subito la protezione delle aree costiere applicando i principi internazionalmente riconosciuti della Gestione Integrata della Zona Costiera (GIZC) e sfruttando al meglio, integrandole, le conoscenze scientifiche «fornendo le informazioni che il mondo politico necessita per prendere le decisione giuste. Il lavoro della comunità internazionale nel post 2010 dovrà includere questo processo di ripensamento di tutto il lavoro sulla biodiversità. Potremo ancora utilizzare delle risorse per un’area protetta o per una specie minacciata se non saremo in grado di quantificare i benefici dei servizi ecosistemici? Avremo ancora bisogno di cercare fondi per la conservazione una volta che saremo in grado di valutare gli inestimabili servizi di purificazione di aria e acqua?». Per dirlo come scritto solennemente sulla Carta di Siracusa redatta dall’Italia e presentata dalla Prestigiacomo ed approvata dai ministri dell’Ambiente di Australia, Brasile, Cina, Repubblica Ceca, Egitto, India, Indonesia, Messico, Repubblica di Corea, Sud Africa, Svezia e dalle Organizzazioni Internazionali partecipanti al meeting di Siracusa: «14. Promuovere la costituzione, la ristrutturazione e la gestione efficace di aree protette e la loro connettivita ecologica quale strumento essenziale per la continuità dei flussi dei servizi e delle funzioni degli ecosistemi. 15. Incrementare, promuovere e gestire efficacemente una rete protetta di aree marine e terrestri, al fine di favorire nuove opportunità economiche e di impiego, ed anche promuovere nuovi e innovativi meccanismi finanziari, come l’iniziativa Life Web. 16. Evitare o ridurre al minimo qualsiasi impatto negativo sulla biodiversita derivante dall’attuazione di programmi di sviluppo delle infrastrutture, cosi come considerare in che modo tali programmi possano effettivamente contribuire agli investimenti nelle “Infrastrutture Verdi/Infrastrutture Ecologiche». Certo, la risposta di Ortelli ignora tutti questi impegni nazionali ed internazionali per le Amp che magari al Giglio non è bene far arrivare, ma siamo contenti che lo necessità di scrivere su un giornale nazionale (al di là dello scivolone sulla strumentalizzazione della foca e qualche maldestro tentativo di mischiare le carte in tavola….) lo abbia indotto ad assumere un contegno e ad esprimere idee apparentemente condivisibili. Se l'Ortelli pensiero è diventato questo la discussione sulle Amp sarà senz’altro più facile quando si avvicinerà la scadenza del 2012 che il nostro governo ha di fronte con la sottoscrizione degli impegni europei di Barcellona per le Amp, colme ricorda un dossier di Greenpeace di un paio di giorni fa. L’impressione è però che il neo-Sindaco del Giglio abbia compreso che il governo amico di Roma (come nel passato) non può certamente proporre moratorie mentre sollecita passi avanti nei suoi documenti ufficiali e che le posizioni localistiche insostenibili andranno comunque riviste (magari gradualmente, con un lento scivolamento verso la ragionevolezza e con qualche “concessione”). Lo stesso intervento del Sindaco gigliese è permeato da questa difficoltà e da questa doppiezza che denuncia la necessità di “prendere tempo” con moratorie a leggi che risalgono addirittura a 27 anni fa. Su una cosa la Prestigiacomo e Ortelli hanno ragione: i Parchi non hanno risorse, ma questa è una scelta politica (accentuata dal centro-destra ma non certo contrastata dal centro-sinistra). Potremmo anche qui adottare il modello francese che tanto piace a molti elbani e gigliesi: il Sindaco pensi solo la Corsica destina alle sue aree protette circa 6 milioni di euro all’anno, quanto noi destiniamo a tutte le Aree marine protette italiane.


Giglio  La Rocca

Giglio La Rocca