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A Sciambere della Mini-Velina

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 03 luglio 2009

Dal passato e da Trieste emerge Andrea Sponza che mi manda una mail divertita ed affettuosa: ricorda una serata buffa con quattro calci una palla ed una scarpa ed un orologio (miei) finiti in mare alla Punta del Gallo. Mi strappa un sorriso in una giornata bestiale, mentre i due rami del parlamento di Yes-Man rinunciano per l'ennesima volta alle loro prerogative votando e/o apprestandosi a votare la fiducia. Usi ad obbedir tacendo gli eletti dai capi e confermati dal popolo sono alle prese con due provvedimenti vergognosi chiamati rispettivamente pacchetto sicurezza e nuova disciplina delle intercettazioni, che scrivono due dei capitoli più neri della storia della Rupubbica. Diventano legge dello Stato la cultura della paura del diverso, la discriminazione nei confronti di bambini nati in Italia come i nostri figli, la grettezza, l'egoismo, l'ignoranza, il razzismo e lo squadrismo della Lega; si avviano a diventare legge dello Stato la corda che lega le mani ai magistrati ed alle forze dell'ordine, il liberticida bavaglio posto a quella parte di informazione che continua a tenere la schiena dritta e non si prostra davanti al priapo sultano, con i disonesti che possono sbicchierare perchè tra un po' ci saranno meno occasioni di beccarli, mentre trattano le loro schifezze via telefono. Però non è la peggiore della giornata, quello che mi ha ferito è stata una scena alla quale ho assistito casualmente stamani, transitando in un angolo della città ancora quieto con poche auto in sosta e lo spazio necessario per giocare a palla avvelenata. Ma il gioco che facevano quelle tre bambine di nove, massimo dieci anni era diverso: a turno e sulle note gracchianti emesse da un telefonino, una di loro si esibiva davanti alle altre due "ballando" anzi scimmiottando provocatori scuotimenti di natiche e parate verso una immaginaria telecamera di pelvi e rotondità anch'esse immaginarie, di là da venire. Ed il peggio del peggio lo interpretavano due donne di età diverse (madre e nonna?) poco discoste che guardavano la piccola più "talentuosa", più mascherata da grande con ammirazione, orgoglio e trasporto. Ho provato repulsione, vergogna, rabbia, impotenza: stavo assistendo al massacro quotidiano di un'infanzia la cui segnalazione nessun telefono azzurro, nessun centro antipedofilia avrebbe accolto. Ho pensato a cosa sarebbero state disposte a fare le due adulte per vedere il loro virgulto crescere ed affermarsi, fino a raggiungere l'empireo, fino a poter esibire da letterina o altro del genere il proprio corpo in TV, così dimostrando realmente di esistere, fino a sbattere culo e puppe in faccia ad un pubblico di frustrati guardoni, fino chissà a diventare una Noemi. Ho pensato che se c'è qualcuno che si dice progressista, di sinistra etc., che non ha ancora capito che è proprio cedendo su questo fronte, alla voyeristica ignoranza, allo sbeffeggiamento della cultura, all'ostentazione orgogliosa del non sapere fatto pane quotidiano, che anche per tutto ciò si è spianata la strada al Cavaliere, non ha capito un cazzo, ma proprio un cazzo niente.


velina

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