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A Sciambere del totano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 27 giugno 2009

Tre volte, in tre occasioni distanti negli anni, ci è capitato di stringere la mano a Massimo D’Alema, e tre volte abbiamo avuto la identica sensazione: quella che ci mettessero in mano un totano appena uscito dal surgelatore. Per questo lo abbiamo ribattezzato Massimo Findus D’Alema. E come un totano surgelato ingoiato senza cottura D'Alema ci è sempre rimasto sullo stomaco, per il suo modo sprezzante di confrontarsi col prossimo, per la supponenza con cui ha guidato (spesso verso catastrofiche sconfitte) un partito che era pure nostro, per essere stato l’ideatore e padrino (tra gli altri) anche di quel micidiale errore politico (dal nostro punto di vista) fattosi tentativo di partito chiamato PD che è riuscito a spappolare la sinistra, e soprattutto per non avergli mai sentito pronunciare una frase sinceramente autocritica. Ciò premesso troviamo infame il trattamento che gli hanno riservato i famigli scriventi di Berlusconi che producono un bollettino propagandistico definito Giornale, nel tentativo di rendere la pariglia e così alleggerire la posizione del loro padrone, sempre più intramagliato nelle sue stesse bugie, sempre più schiacciato da puttanopoli, l’ultima delle cazzate che ha combinato (e neppure la più grave) ma quella che ha definitivamente devastato la sua immagine internazionale e purtroppo anche la nostra. Come da manuale delle giovani marmotte del dittatore, di fronte alla rivelazione di comportamenti almeno disdicevoli e più che confermati da decine di dichiarazioni, ammissioni, immagini, per prima cosa si è tentata la congiura del silenzio, imponendo a cinque delle sette emittenti nazionali che informano (si fa per dire) l’85/90% del pubblico televisivo di non dire una parola su una vicenda di cui si sono occupate e pure con lunghi servizi TUTTE le maggiori agenzie internazionali, tutte le più prestigiose testate giornalistiche e tutte le importanti emittenti televisive estere. Quando neppure il silenzio dei servi è stato sufficiente è scattata la fase due, si è tirata fuori una storia di 10 anni fa accostando il nome di D’Alema ad una vicenda di puttane esercitanti tra l’altro la loro arte episodicamente nel sancta sanctorum di Montecitorio. Ha funzionato? Benissimo; una nostra conoscente ci ha immediatamente detto “Hai visto .. pure D’Alema …”. Incuranti del voltastomaco ci siamo allora avventurati nelle “rivelazioni” leggendo il foglio dei valletti-scrivani in maniera attenta e scoprendo che la vecchia storia (molto incasinata e scritta in modo molto confuso, crediamo intenzionalmente) è zeppa di allusioni si fa qualche nome, ci si riferisce a persone “vicinissime a D’Alema”, espressione ripetuta più volte, ma non c’è una frase dalla quale si affermi un diretto di coinvolgimento D’Alema in una transazione denaro – passera o favori – susina, del tipo di quelli di cui al Cavaliere si fa carico. Ma facciamo un gioco, poniamo di esserci totalmente sbagliati nel giudizio, e iniziamo a pensare che il baffino in realtà ha “due baffoni da sparviero”, che nell’intimità lo chiamino “il trapanatore di Gallipoli”, che quando telefona al marinaio per dirgli di “fare cambusa” su Ikarus intenda in codice di stivare a bordo un carico di finte educande rigorosamente smutandate e minorenni selezionate da Rosi Bindi, a sua volta partecipante in costume sado-maso a tutti i festini di bordo, in un sabba navigante finché la barca poi approdasse nella villa segreta con porto abusivo (sanato per ragioni di sicurezza statale) del nostro, dove con aerei di stato fossero condotte altre fanciulle, musici e rofiani (ruffiani) dove Tony Blair e Bill Clinton si aggirassero col pipo all’aria e dove si inscenassero finti matrimoni tra D’Alema e una zoccoletta estratta a sorte, e dove le serate finissero in gloria con l’anfitrione che canta melanconicamente “Contessa” accompagnato da Paolo Pietrangeli e “compagni dai campi e dalle officine .. prendete la falce portate il martello …” una lacrima spuntasse sul ciglio del nostro mentre mandrugia la Serracchiani …... Beh sarebbe l’occasione bona per tentare di togliercene dalle palle due in un colpo solo.


calamaro

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