Francis è in divisa la sera che si presenta al ballo, non vedrà mai la Grande Guerra in Europa ma il seme per il suo capolavoro è gettato. L’attimo che divide la sua chiamata al fronte dalla gloria è inconsapevolmente inscindibile. Hemingway sente il fuoco della mitraglia, il sangue macchia la giubba, i cadaveri scorrono sull’Isonzo. Francis pur intuendo la frattura senza confini nella storia, non raggiungerà mai il fronte, ma la generazione è la stessa, perduta nell’innocenza di una divisa da indossare per forza, bandiera di una gioventù che non potrà più essere innocente, perduta nella voglia di non farsi dimenticare. Francis e Gatsby, l’apparenza si manifesta per nascondere l’essenza di una storia personale che si intreccia con il suo capolavoro. L’uno in abito bianco da reduce a Coney Island, l’altro vestito da cadetto, Zelda è lì, non aspetta altro. Francis o Gatsby, basta che sia quotidiano da frantumare nei sogni e nei balli, l’emozione di perdersi in un amore deviato già al primo sguardo, e per questo inimitabile, estremo nell’anima, nel cuore, nei gesti, nei respiri e nelle consuetudini da stravolgere. È Alabama Song Zelda, metti i gioco la tua anima da ragazza del sud, in un mondo che sta inesorabilmente cambiando, che si prende i tuoi vent’anni, che ti strappa le radici dall’appartenenza a una tradizione che sta morendo. Sei una donna che balla questa sera Zelda, non temere i giudizi. Sfidali. Alabama Song, un uomo ti guarda ballare e si innamora, o forse ama più se stesso, la sua arte e i suoi amanti che forse sono anche i tuoi, ama i suoi personaggi perché sono il ponte gettato fra sé e la gloria eterna. Francis non scrive di Gatsby, Francis è Gatsby, a modo suo si innamora di chiunque lo possa impersonare, ma Zelda è di più. Balla Zelda, e fatti amare, ama Francis e quindi Gatsby, prenditi i tuoi vent’anni che finiscono questa sera di fronte al sottotenente Scott Fitzgerald, la vita sarà altro, sarà anfetamine, alcol, un aborto, il tradimento. Ma una generazione perduta in partenza, può mai essere sconfitta? Zelda tiene per la prima volta un diario, lo scrive postumo Gilles Leroy, rendendo omaggio ad una donna che ha avuto la sfortuna di vivere un amore mai rinnegato in un epoca in cui i suoi balli, le sue manie, le sue emozioni, nonostante la costringessero ad essere additata, segregata, mai le hanno impedito di guardare in faccia il mondo e la vita, sentire che il cuore poteva battere al ritmo di musica per un aviatore. Occhi diversi che però non sono luce. Ma poi Francis, o forse Gatsby, inevitabilmente illuminavano quei momenti di buio, quelle pause nell’ansia di ballare, e la memoria cade lì -Alabama Song- la musica scorre, il dolore e l’anfetamina scavano dentro, ma Zelda è Francis: «Sono Zelda Sayre. La figlia del Giudice. La futura fidanzata del grande scrittore». Parigi, New York, la Costa Azzurra, “Tenera è la Notte” anche se la sabbia nasconde l’ansia di volersi perdere e il tradimento è l’inevitabile ponte fra la storia personale e l’appartenenza collettiva. La Zelda di Gilles Leroy si nasconde fra le pagine, per rivelarsi spogliata dall’intreccio con una vita che la travolge, ma fino all’ultimo non trattiene una gentile violenza verso chi, Francis o Gatsby, l’immortalità è loro, avrà voglia di farla ballare, esistere e vivere come vivono gli uomini. «Povera bambina senza ali!» «E’ tanto difficile amarmi?» Michele Castelvecchi Gilles Leroy ALABAMA SONG Baldini Castoldi Dalai € 16,50