La foca monaca avvistata al Giglio non sembra un ospite gradito a tutti perché è il parco che dovrebbe averne ‘cura’ come avviene in tutto il mondo ma l’idea da quelle parti non piace. Infatti il nuovo sindaco Ortelli anziché festeggiare l’evento ha detto subito chiaro e tondo che a lui il parco non piace. E siccome non gli piace col cavolo che vuole un’area protetta marina che se ne occupi di più e meglio. Così il nuovo sindaco ha voluto mettere subito nero su bianco che il parco lui non lo vuole e nessuno deve dirgli cosa deve fare specie ‘se estraneo alla nostra cultura e al nostro territorio’. Insomma Tozzi e tutti gli altri ‘nominati’ dal ministero sono avvisati; non rompano con articoli, proposte e richieste. E se la foca monaca si aggira nel santuario dei cetacei –che è un’area protetta internazionale votata da nostro parlamento e dalla Francia e dal Principato di Monaco-non pretenda anche di essere seriamente tutelata. Il sindaco Ortelli è fresco di nomina ma perché non ci fossero dubbi sulle sue reali intenzioni ‘ambientalistiche’ ha dichiarato che la legge quadro sui parchi approvata nel 1991 ha sottratto la gestione del territorio e del mare ai comuni per affidarli ad un ente di cui lui non si fida. A parte il dettaglio che i comuni non hanno avuto mai competenze sul mare sempre gestito direttamente e solo dallo stato, forse avrebbe potuto prima riflettere un momento. Pensa davvero Ortelli che un comune –diconsi uno- possa gestire con efficacia un’area marina o anche fluviale per le quali non certo a caso sono previste apposite autorità? E ha provato prima di sparare a pallettoni a informarsi -magari in Corsica ma anche alle 5 Terre- con qualche suo collega per verificare se la presenza di un parco è cosi disdicevole? Diciamo la verità, sentir dire da un sindaco per di più appena eletto e a 18 anni dall’entrata in vigore della legge nazionale sui parchi e mentre alcuni parchi regionali festeggiano anche in Toscana il loro trentennale ( quello della Maremma l’anno prossimo ne compirà 35) cose tanto assurde intristisce. Passi che certe cose si dicessero – come furono dette- all’indomani dell’entrata in vigore della nuova legge, ma ripeterle oggi con l’aria supponente di chi si fa interprete del ‘suo’ territorio e della nostra cultura è sconfortante. Una ragione in più per dare una mano al parco e non solo a quello dell’Arcipelago. Se il sindaco naturalmente non si incavola troppo.
Giglio castello