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Un' opinione sul referendum sulla legge elettorale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 18 giugno 2009

Cari amici, siamo chiamati ad andare a votare per il referendum sulla legge elettorale. E’la legge elettorale che durante la legislatura precedente, pur essendo stata aspramente criticata, è riuscita a consegnare uno snellimento del sistema partitico con la esclusione di molti “cespugli” alle ultime elezioni politiche ci ha consegnato un quadro politico parlamentare semplificato. Ho capito che sono tre i quesiti. I primi due quesiti propongono di abrogare la disciplina che permette il collegamento tra liste alla camera e al senato : se passa il referendum il premio di maggioranza verrebbe assegnato alla lista singola che abbia ottenuto il maggior numero di seggi e un altro(terzo quesito) abrogazione di candidature multiple. Se questi sono i quesiti,pare di capire che si desideri un bipartitismo:due soli grossi partiti come esiste in molte democrazie occidentali. C’è a chi non va giù e afferma che la priorità è restituire all’elettorato il voto di preferenza: ai parlamentari della XVI legislatura si nega l’attributo di “eletti” e li si definisce “nominati”. Il Sole 24Ore ha pubblicato una inchiesta dal titolo “Voto europeo a prezzi stracciati” dove vengono documentati ,attraverso precise testimonianze,i tentativi,in alcune regioni italiane,di vendere i voti europei di preferenza. Il voto di preferenza fa aumentare costi e corruzione –così afferma Giuliano Cazzola deputato - ed è stato il motore della corruttela diffusa presa a pretesto per l’epurazione politica di tangentopoli. Secondo me ci sono soggetti – tantissimi- che non verrebbero toccati né dalla nascita di un sistema bipartitico né dal ripristino del voto di preferenza con eventuali annessi motivi di corruzione. Sinceramente non ricordo sin dai tempi della cosiddetta prima repubblica di avere mai dato un voto di preferenza. Quando ho votato con preferenza che cosa ho fatto se non scegliere chi era già stato scelto dagli apparati di partito? Chi vota senza avere possibilità di esprimere preferenza vuol dire che accetta la scelta della candidatura fatta dal partito che è accettata anche quando c’è possibilità di esprimere preferenza: c’è molta differenza ? Col voto di preferenza dicono poi che il candidato si deve dare da fare per avere il voto e dunque viene conosciuto,si stabilisce un rapporto elettore-eletto.Ma anche qui non ricordo di aver più visto l’eletto una volta eletto col voto di preferenza.E poi,come sopra ricordato,il voto di preferenza aumenta costi della politica e la possibilità di corruzione. Con questo meccanismo sono in circolazione soggetti che hanno fatto da sempre “professione politico” caratterizzata da carriera politica dentro il partito.Sono tutti quelli che da varie legislature siedono o si sono sieduti alla camera e al senato.Se viene loro domandato che lavoro fanno nella vita assai frequente è questa la risposta: giornalista,scrittore...Ma sarebbe troppo riduttivo indicare solo questa schiera.Esiste una schiera di professionisti della politica,chiamati amministratori pubblici, disseminati a tutti i livelli delle istituzioni(province regioni comuni) e a tutti i livelli degli enti partecipati dalle istituzioni. Dal dopoguerra ad oggi il sistema è stato tale che chi perde un confronto elettorale passa ad “altro incarico” nel partito per poi ripresentarsi alla prossima tornata. Tutto legale e legittimo:continua la carriera politica.Il sistema conserva tutto e tutti anche chi cambia più volte casacca politica. Vi ricordate dei collegi elettorali dagli addetti ai lavori chiamati “sicuri” ai fini dell’elezione del candidato? Uno di questi era ritenuto quello di Livorno,dove Nilde Jotti è stata sempre eletta. Antonio Di Pietro,deposta la toga di magistrato, è divenuto onorevole in un altro collegio elettorale “sicuro” :quello del Mugello,dopo la dimissione di un altro soggetto che se ben ricordo se ne andò alla nazioni unite. Se nel passato storico ciò poteva essere normalità poiché era il monarca o il dittatore o la oligarchia o la teocrazia che sceglieva,oggi è repubblica democratica : è normalità quanto sta accadendo? Non so se tutto questo accade anche nel resto delle repubbliche democratiche d’Europa. Se negli Stati Uniti d’America la più alta carica,quella del presidente, non può essere ricoperta più di due volte ci sarà pure un motivo ? Anche in Italia la carica di presidente della repubblica non può essere ricoperta più di una volta. Ma,cosa succede? L’ex-presidente diviene senatore a vita. Articolo numero 59 della costituzione lo consente insieme ad altri cinque cittadini che hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale,scientifico,artistico e letterario.Lo stato che siamo tutti noi,tutti noi italiani riteniamo che sia giusto essere rappresentati a vita da chi lo merita. Ora è possibile che i senatori a vita non siano consapevoli che quando vanno a votare non essendo stati eletti rappresentano tutti gli italiani? E’ possibile che il loro voto sia stato politicamente determinante per tenere in piedi un governo come è accaduto nella passata legislatura quando rappresentano tutti gli italiani? E’ corretto che il senatore a vita sia schierato o faccia politica se rappresenta tutti? C’è qualcosa che non funziona,che non va bene. Andrei a votare il referendum molto più volentieri se invece del quesito di abrogazione di candidature multiple si fosse posto il quesito: nessuno può ricoprire cariche elettive nello stato per più di due legislature.Dieci anni (due legislature) non sono sufficienti per realizzare un programma elettorale ?Dieci anni non sono sufficienti per dire basta e tornare alla normale lavorativa vita civile? Dieci anni non sono sufficienti per farsi da parte e lasciare il passo ad altri? Sono contrario alla professione politico a vita. Beppe Grillo,che non ho mai votato, sostiene l’ineleggibilità per più di due legislature e hanno definito tutto ciò con un termine strano: antipolitica. Il colonnello Gheddafi durante la recente visita in Italia ha affermato: ”il partitismo è un aborto della democrazia”.Seppur il colonnello non brilli per democrazia la sua frase mi ha fatto non poco riflettere. Nessuno conosce il futuro e ragionare per ipotesi non va bene. Tre parole penso però possono dirsi.Se passasse un referendum che impedisce la rielezione dopo due legislatura e diventasse legge cosa potrebbe accadere alla schiera bipartisan di legislatori parlamentari e a quella degli eletti nelle istituzioni periferiche per più di due legislature? Nessuno conosce il futuro ma un proverbio dice:fatta la legge… Vi ricordate che fine ha fatto il referendum sul finanziamento pubblico ai partiti del 1993?


referendum seggio voto teresa

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