L’avvistamento della foca monaca fotografata davanti alle frequentate coste del Campese, all’isola del Giglio, rilanciate dal sito Giglio News, hanno suscitato una grande attenzione su molti giornali nazionali, arrivando fino all’Ansa ed alle pagine del Corriere della Sera, con commenti favorevoli ovunque ed una grande curiosità. Invece al Giglio, fresco di elezioni e cambio di maggioranza la comparsa del pinnipede più raro del pianeta nelle chiare acque dell’isola sembra aver causato un certo spavento. Forse a qualcuno della nuova maggioranza gigliese ha fatto più paura questo pacifico animale che qualche Giunta favorevole ai parchi, perché alla fine, la comparsa di questo indicatore biologico dell’eccezionale qualità del mare potrebbe anche essere la prova della bontà di certi ragionamenti che alla fine potrebbero davvero portare all’istituzione definitiva di un’Area marina protetta che i detrattori della foca vedono come il fumo negli occhi.. Il consiglio che sembra circolare al Giglio in alcuni ambienti dichiaratamente antiparco è di parlare il meno possibile dell’eccezionale avvistamento che avrebbe portato altre isole ed altri amministratori (basti pensare a quelle greche che sulla sporadica presenza della foca hanno costruito una fortuna turistica) a vantarsi della presenza di un mammifero marino che rappresenta la più rara garanzia della qualità ambientale di un’area costiera. Altro che 5 vele o bandiere blu! In vece al Giglio in molti sollevano il dubbio che si tratti di una montatura giornalistico-ambientalista (fatta da persone che nemmeno si conoscono…) o magari che in realtà la foca fosse qualche ambientalista mascherato da pinnipede che faceva il bagno sotto la Torre di Campese. Speriamo che a qualcun altro non venga in mente di “valorizzare” la fastidiosa e non invitata foca alla canadese: trasformandola in giacche e cappelli di pelle. Intanto, prima che chiudano le scuole, qualcuno insegni agli scolari che le foche sono animali pericolosi da cui stare lontani, sono ambientaliste per natura e, si sa, che gli ambientalisti hanno preso il posto dei comunisti e mangiano i bambini. Intanto, mentre la foca ha destato sospetti e apprensione, ed è diventato un problema politico da tenere sottotraccia, manco a farlo apposta, poche sere dopo, nella stessa baia di Campese è apparsa una grande peschereccio a strascico. E questo non fa paura perché tanto se l’’Area marina protetta non si farà potrà venire a pescare al Giglio come prima e più di prima, magari togliendo di mezzo anche il fantasma della foca.
Foca Monaca Giglio 2