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Controcopertina. Gabbiotti piombinesi: ma per quale sicurezza?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 10 giugno 2009

Andrà a finire come le barriere antiterrorismo installate qualche tempo fa e poi smontate dopo che qualcuno ha scoperto che nessuna normativa internazionale od europea obbligava a metterle o la nuova “pensata” della Autorità portuale sarà una cosa seria? Confessiamo che non abbiamo ancora bene approfondito la materia, ma anche questa volta il riferimento fatto dal Segretario generale Avv.Paola Mancuso , ad una non ben precisata “normativa internazionale” ci lascia molto interdetti. Se esiste davvero una normativa che impone di regolamentare con determinate misure ( in questo caso i caselli) l’accesso dei passeggeri e degli automezzi ai moli di imbarco in un porto con le caratteristiche che ha quello di Piombino per il 90% destinato a servire collegamenti regionali, perché non la si cita esplicitamente? In sostanza vorremmo che il Segretario dell’Autorità portuale, ci indicasse quale direttiva internazionale od europea o quale norma di legge nazionale impone la misura di sicurezza infelicemente “inaugurata” nei giorni scorsi. Abbiamo tanto la sensazione che, come è successo per le barriere a Portoferraio, anche questa volta siano state interpretate le direttive e le norme in materia di sicurezza un po’ troppo rigidamente; che gli Organi di gestione dell’Autorità abbiano voluto essere più realisti del re. Il Vice Sindaco di Porto Azzurro Banfi, unico tra gli Amministratori elbani, ha denunciato i disagi che i “caselli autoportuali” stanno producendo a tutti i passeggeri ( residenti e turisti). In occasione del ponte del 2 giugno il caos nel traffico in entrata al porto è stato notevole. E’ facile prevedere che lo sarà anche in tutti i fine settimana ed i fine mese della stagione estiva. L’Avv.Mancuso si è subito affrettata a dichiarare la disponibilità della Autorità portuale ad adottare misure correttive, ad esempio istituendo una corsia preferenziale per i residenti. E’ prevista per la prossima settimana una riunione della Autorità con l’Azienda di promozione turistica, le Amministrazioni comunali, le Associazioni di categoria e le Compagnie di navigazione. Ma questa riunione non poteva essere fatta prima? Innovazioni così rilevanti nella definizione delle procedure di imbarco sarebbe bene che non venissero prese “ clandestinamente” senza una preventiva consultazione di chi rappresenta i cittadini residenti, gli interessi economici dell’isola e le Società marittime. L’Avv.Mancuso ha espresso la speranza che, come è successo con le barriere nel nostro porto, possa “essere trovato il modo di minimizzare i disagi”. Certo che a Portoferraio il modo per “minimizzare i disagi” lo si è trovato. Come? Dopo qualche tempo di riflessione, le inutili “gabbie” sono state completamente tolte. Buttando a mare una discreta quantità di pubblico danaro che forse poteva essere meglio impiegata nella realizzazione di opere e di servizi che a Portoferraio mancano, mentre su Piombino se ne creano in abbondanza. L’idea di riservare ai residenti una corsia preferenziale ci pare un rimedio insufficiente e quindi inutile. Un pannicello nemmeno caldo. Non sono certo i residenti che nei periodi di maggior traffico creano difficoltà per l’ingresso al porto. Attuando tale deroga, si dovrà pensare poi a come spiegare al turista che magari perde la nave sulla quale ha la prenotazione, che alcuni privilegiati, arrivati sul porto anche dopo di lui, sono tranquillamente imbarcati per il fatto di essere residenti. Se inoltre la realizzazione dei caselli la si deve alla necessità di garantire condizioni di sicurezza nella zona portuale o nei traghetti, non comprendiamo come si possa essere più tranquilli con il semplice controllo del biglietto di imbarco. Anche perché è molto improbabile che un terrorista dichiari al casellante o scriva sul biglietto di avere all’interno del proprio automezzo qualche chilo di tritolo! Auspichiamo che nell’incontro della prossima settimana si approfondisca bene la questione e prevalga la volontà di applicare con attenzione e con “parsimonia” la normativa internazionale ed europea. Può darsi, ad esempio, che in alternativa ai caselli, per evitare ingorghi, disagi e sacrosante proteste, si possa ricorrere a sistemi di controllo diversi, che non siano di intralcio o comunque che non rendano inutilmente difficoltoso l’accesso alle banchine.


barriere antiterrorismo rimozione

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