Hugo Pratt, nato a Rimini veneziano di adozione, ama scoprire il mondo, disegnarlo e offrirlo come opportunità per emozionarsi. Figlio di militare, massone appassionato di esoterismo e sciamanesimo, grazie ai sui personaggi rappresenta lo strumento più poetico per lasciarsi travolgere dalle onde fra le isole del Pacifico, o nei vicoli dei porti levantini. Giuseppe (detto Peppino) Impastato nasce e cresce a Cinisi, forse la peggiore Sicilia in quel momento, comunista legato alla sua terra e ai contadini, un trentenne con una grande ironia e capacità di linguaggio, usati come armi al servizio di un immenso coraggio. La mafia che da parentela diventa bersaglio non può lasciare scampo. Un esempio di lotta e voglia di gridare in faccia al mondo il proprio rifiuto per lo schifo che sta a soli “Cento passi” da casa sua (vedi l’ottimo film di M.Tullio Giordana del 2000). Pratt e Impastato non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro se non fosse che per una particolare coincidenza editoriale a maggio i loro destini si sono magicamente incrociati, grazie al fumetto. Lizard (gruppo Rizzoli) pubblica una serie di strisce che si credevano perdute di Hugo Pratt, disegnate negli anni settanta, un soggetto forse incompleto, ma sicuramente di grande fascino, come solo può essere l’accostamento del padre di Corto Maltese con Emilio Salgari e il suo Sandokan. Poche tavole in bianco e nero che rompono finalmente il legame con lo sceneggiato televisivo e strappano alla Tigre della Malesia la maschera falsa dell’attore indiano per restituirgli quegli occhi penetranti del pirata malese, gli zigomi alti e il volto incavato, feroci abbordaggi al tintinnio dei monili che pendono al collo e alle orecchie. Un selvaggio? Forse, ma ci mette un attimo a innamorarsi. Un tratto di china e dalla giungla un kriss trafigge una tigre, «la pelle è vostra Milady», un’unica linea e il sole sorge o tramonta al largo del Borneo, mentre un praho cerca la rotta per Mompracem e il vezzo dell’artista si ritrae nelle sembianze del fido Yanez. L’uomo che come Pratt non ha patria vera se non quella delle emozioni che creano legami senza confini né latitudini. Un libro costoso, ma per veri cultori dell’erede della poetica di Melville nel mondo del fumetto. Imperdibile per chi ha sognato con “La ballata del mare salato”, per chi si è lasciato avvolgere dal misteriosi fascino della strega Bocca Dorata. Becco Giallo (piccola etichetta indipendente) si confronta, attraverso il fumetto, con uno dei fenomeni più discussi della lotta alla mafia: Peppino Impastato, ammazzato trentenne, lo stesso giorno di Aldo Moro. Il rischio dell’oblio sarebbe quasi certo. Ma il messaggio è stato troppo forte, la sua personalità invadente allora a cento passi da casa, devastante ora riscoprendo l’attualità delle sue denunce, della sua spudorata ironia dalle frequenze di Radio Aut, un ragazzotto di famiglia mafiosa che schernisce il potere e il prestigio di Tano Seduto Badalamenti «con le armi che i boss odiano di più: l’ironia e lo sfottò». Un “pazzo idealista” che si scaglia contro Mafiopoli e i vari affiliati politici e conniventi, un ragazzo che crede ancora nella lotta di classe, che usa la musica e le parole come armi per gridare il rifiuto di abbassare la testa e per abbattere il muro di omertà che lo opprime. Peppino Impastato ha il profilo ideale di un personaggio surreale dei fumetti, senza però perdere tutta la sua forza di simbolo assoluto di una battaglia combattuta duramente ma ancora lontana dall’essere vinta. Un messaggio da gridare a chiunque abbia barattato la propria coscienza per un pugno di voti e permesso che il suo nome finisse dimenticato per anni, prima di riscoprirlo come voce assoluta di rottura con il crimine organizzato e colluso con il potere. A trent’anni, a costo della vita. Hugo Pratt SANDOKAN Lizard- Rcs € 25,00 Rizzo/Bonaccorsio PEPPINO IMPASTATO (Un giullare contro la mafia) Becco giallo € 14,00