La legge è di quelle da sempre attese, ma gli effetti potrebbero essere disastrosi. Se da una parte, infatti, il nuovo decreto sui rifiuti delle imbarcazioni stabilisce, tra le altre cose, che le acque di lavaggio delle petroliere sono da considerarsi "rifiuto" – così non era fino a qualche settimana fa - e che gli impianti portuali destinati a raccoglierle devono rispettare standard rigorosi ed essere autorizzati ai sensi degli artt. 27 e 28 del D.L. 05.02.1997 N. 22 (Legge Ronchi); dall'altra mettono fuori legge ogni sistema di raccolta delle acque di lavaggio delle petroliere attualmente in uso impedendo di fatto di scaricare legalmente queste acque in Italia. La norma in questione è il D.L. 182 24.06.03, entrato in vigore il 7 agosto scorso, in attuazione della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi ed i residui del carico. Col solito ritardo, questo decreto cerca di adeguare i porti del nostro Paese dotandoli delle strutture necessarie per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti prodotti dalle navi. Facendolo però da vita ad un pericoloso paradosso, visto che al momento non esiste nel nostro Paese alcuna raffineria in possesso dell'autorizzazione ora richiesta. Risultato: le acque di lavaggio non possono più essere scaricate a terra per poi essere sottoposte a processi di recupero e di depurazione. Le operazioni sono già bloccate nei porti Augusta e a Genova. "Le conseguenze delle disposizioni di legge, - ha commentato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - che non prevedono un congruo periodo transitorio per consentire alle raffinerie di chiedere ed ottenere le prescritte autorizzazioni, sono facilmente intuibili e fanno paventare un mare che nelle prossime settimane, oltre che più caldo per lo scarico delle acque di raffreddamento delle centrali termoelettriche, diverrà ancora più sporco di prodotti petroliferi". Infatti dal giorno 7 agosto le raffinerie italiane non ricevono più le acque di lavaggio e le navi petroliere ancora per qualche giorno potranno tenerle a bordo "ma poi.....da qualche parte bisognerà pure scaricarle! I risultati sono intuibili da tutti. E' urgente che il Ministro dell'Ambiente intervenga subito per evitare che si producano danni irreparabili". "Legambiente – spiega Enzo Parisi, della direzione nazionale dell'associazione - propone un periodo di transizione in cui sia consentito alle raffinerie italiane, che già lo facevano, di continuare ad accogliere gli slops, le acque di lavaggio e di sentina. In tempi rapidi tutte le raffinerie dovranno essere fornite di impianti per la raccolta dei rifiuti liquidi prodotti dalle navi, siano essi acque di lavaggio o residui oleosi di sentina. Queste caratteristiche debbono essere rispettate da tutti i porti, in osservanza della direttiva 2000/59/CE".