Siamo fortemente preoccupati per il disastro ambientale provocato dall’incendio doloso che ha colpito il versante occidentale dell’Isola d’Elba. Si tratta di un danno incalcolabile per il sistema forestale. Per questo motivo non possiamo che ribadire ulteriormente la necessità che le Autorità Competenti si adoperino per individuare gli incendiari (a questo proposito ci pare importante che i residenti collaborino con le Forze dell’Ordine, rendendo note anche informazioni all’apparenza insignificanti che possano, comunque, contribuire all’individuazione dei colpevoli). E, come se la distruzione non fosse sufficiente, probabilmente sono in arrivo ulteriori problemi con i cinghiali. Infatti, a causa del rogo , un gran numero di ungulati si è spostato dalle zone percorse dal fuoco a quelle adiacenti. Tutto ciò contribuisce ad aggravare ancor di più l’emergenza cinghiali. A tal proposito è impossibile tacere sugli sconcertanti comportamenti del Consorzio “caccia al cinghiale”, chiamato in causa dalla Provincia di Livorno per effettuare interventi di controllo. Ultimo episodio in ordine di tempo è quello di sabato 9 agosto: dopo tante riunioni, discussioni, promesse e impegni il Consorzio “caccia al cinghiale” sembrava deciso ad iniziare una serie di abbattimenti per limitare l’azione degli ungulati, almeno nelle zone dove essa risulta più devastante, programmando 2 “braccate” nel versante orientale. I risultati sono stati i seguenti: una battuta è stata annullata, l’altra (16 cacciatori presenti) ha consentito l’abbattimento di un solo cinghiale. E come se non bastasse i cacciatori stanno, attualmente, allestendo numerosi punti di foraggiamento, con il tacito consenso della Provincia di Livorno. Nutrire gruppi di cinghiali con grandi quantità di cibo significa, di fatto, ridurre notevolmente la mortalità giovanile e creare le condizioni per un’ulteriore esplosione demografica, così da rendere praticamente inutili, ai fini di un ridimensionamento della popolazione, gli abbattimenti e le catture degli ungulati fino ad oggi effettuati. Purtroppo, nonostante che da anni gli agricoltori chiedano, al fine di proteggere le colture dai danneggiamenti, collaborazione alle Associazioni Venatorie, le risposte sono apparse deludenti. Infatti, mentre le richieste di abbattimento di cinghiali che causano danni alle colture e/o pericolo alla sicurezza pubblica sono in aumento rispetto agli anni passati, a dimostrazione che i prelievi degli ultimi mesi sono del tutto insufficienti, i cacciatori non fanno niente per risolvere tale situazione, anzi si preoccupano di mantenere la popolazione del cinghiale “in salute”. Ecco perché Assessore, è necessario fare ulteriori sforzi per abbandonare vie difficilmente praticabili e incoraggiare al meglio attività che forniscano risposte adeguate ai cittadini. Adoperarsi affinché la Provincia di Livorno impegni risorse economiche per potenziare gli interventi di abbattimento con la Polizia Provinciale (gli unici fino ad ora che si sono dimostrati efficaci). Collaborare con il Parco Nazionale che, già da tempo, come apparso recentemente sulla stampa, ha richiesto l’ausilio di personale istituzionale della Provincia di Livorno, estendendo gli interventi suddetti all’Area Protetta; anche se questo significa superare eventuali incomprensioni politiche, fuori luogo quando si opera insieme per la tutela della tranquillità e del lavoro dei cittadini. Predisporre il divieto assoluto di foraggiamento dei cinghiali (non serve a evitare danni alle colture e pericolo per l’incolumità delle persone, causa ulteriore incremento della popolazione). Progettare un piano straordinario di abbattimenti in accordo con il Parco Nazionale che, prevedendo precise quote di prelievo che le squadre per la caccia al cinghiale devono rigorosamente garantire, permetta di raggiungere l’obiettivo di 400 cinghiali presenti all’Isola d’Elba, come Lei ebbe già ad indicare. Sarà nostra cura verificare se è intenzione delle Autorità competenti assecondare ulteriormente le iniziative di una categoria, i cacciatori, che ha dimostrato di pensare unicamente ai propri interessi e non a quelli degli agricoltori e di tutti gli elbani non cacciatori.
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