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65.000 metri cubi di cenere incombono sulle valli campesi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 13 agosto 2003

La lista dei danni causati dall’incendio dell’Elba sud-occidentale è ancora aperta e non solo per le “riprese” (per fortuna sempre più marginali) che continuano a manifestarsi a giorni e giorni di distanza, ma perché ora, pare impossibile dirlo con il cielo sgombro ed il termometro che sfiora i 40°, dopo il fuoco ci sarà da temere l’acqua. Si stima infatti che l’incendio abbia lasciato sul terreno una quantità spaventosa di ceneri pari forse a 65.000 metri cubi di materiale assolutamente non consolidato e non consolidabile che il dilavamento delle piogge porterà fatalmente a mare. A questo punto, anche se molto dipenderà dalla intensità dei primi fenomeni piovosi (ovvio che la migliore delle condizioni sarebbe un lento e progressivo scivolamento delle ceneri a valle sotto piogge leggere) il “fango dell’incendio” potrebbe causare guai alle valli campesi ed agli abitati sulla costa, e tra tutti quelli da guardare con maggiore attenzione paiono quelli che hanno a monte valli più strette e con maggior pendenza (Cavoli e Seccheto-Vallebuia). Di questi temi si è parlato in una riunione tecnica tenutasi presso il Centro Operativo Comunale di La Pila nella mattinata di mercoledì 13 luglio a cui hanno partecipato Regione, Provincia, Comune di Campo, Comunità Montana, Parco e C.T.A.. Nell’incontro si è iniziato a mettere a punto le strategie di una possibile emergenza alluvionale che dovesse verificarsi nelle zone sulle quali incombono le ceneri, una situazione di fronte alla quale sarebbe essenziale la preparazione della popolazione. Intanto si è lavorato molto sul fronte delle previsioni meteo. Il servizio LAMMA della Regione punterà i suoi radar in modo da avere una certa di previsione di precipitazioni di forte intensità con almeno sei ore di anticipo. Nelle zone a rischio di esondazione dei corsi d’acqua verranno apposti avvisi alla cittadinanza per informarla dei rischi in termini realistici e perché si prepari a comportamenti conseguenti. Solo in prospettiva si potrà ragionare di consolidamento dei versanti resi più instabili dalla distruzione della vegetazione che li copriva.


incendio gm fianco collina

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