La presenza squilibrata di alcune specie animali sul territorio, con conseguenti danni all'attività agricola e forestale, ma anche alla sicurezza dei cittadini (come dimostra il crescente numero di incidenti stradali causati da impatti con animali di grossa taglia), è al centro di un programma di misure straordinarie decise dalla giunta regionale. Si tratta di un atto deliberativo che prende atto della situazione oltre ogni soglia di sostenibilità per quanto riguarda la presenza di cinghiali, ungulati e anche dei piccioni di città; e per questo autorizza le amministrazioni provinciali ad adottare piani straordinari di intervento a tutela del territorio agro-silvo-pastorale regionale, in modo da garantire la coesistenza di queste popolazioni faunistiche con le attività umane e con le altre specie di piccola selvaggina stanziale. Prosegue dunque l'applicazione normativa delle linee programmatiche approvate nel febbraio scorso ad Arezzo, nel corso della conferenza regionale sulla caccia. Per quanto riguarda in particolare il cinghiale, la Regione sta stipulando una convenzione con l'Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale); avrà compiti di controllo e validazione scientifica degli interventi messi in atto a partire dai piani provinciali, che dovranno diventare operativi entro la prossima metà di giugno. Il cinghiale è attualmente presente in Toscana con una densità tripla di quella ritenuta sostenibile, cioè due capi e mezzo per ogni cento ettari di superficie agricolo-forestale. Quest'ultima è valutata al momento in regione intorno ai 2 milioni di ettari; quindi a fronte dei 150mila cinghiali stimati presenti, il numero dovrebbe essere invece pari a 50mila esemplari. I numeri spiegano le cifre dei danni risarciti, che pari a 1 milione e 420.000 euro nel 2005, sono cresciuti ai 2 milioni e mezzo del 2007, dato rimasto costante nel 2008. Grazie alle norme approvate, i soggetti preposti ad intervenire (cioè le Province di concerto con i comitati di gestione degli Ambiti territoriali di caccia e gli enti gestori delle aree protette) avvieranno i piani annuali di abbattimento e cattura, a seconda delle diverse tipologie delle zone interessate.
cinghiale sassoso