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A Sciambere: Anglofilia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 26 novembre 2002

Sarà che saremo invecchiati, e che l’essere gravati d’anni ci fa conservatori ma tra i tratti che ci stanno più sulle palle di questo governo, che in effetti di carichi ponderosi sull’apparato riproduttivo ce ne ha collocati parecchi, c’è il linguaggio burino che adopra, ci sono perfino i titoli che si è dato. Siamo letteralmente inorriditi quando abbiamo saputo che avremmo avuto un ministro alla “devolution”, si d’accordo che ancor più orrore misto a sconcerto lo abbiamo provato dopo che abbiamo saputo chi sarebbe stato (Bossi ministro è logico quanto un elefante con le calze a rete autoreggenti o uno Zallo che legge Proust), ma l’uso pacchiano e provinciale di un termine inglese per definire una carica governativa della Repubblica Italiana non lo abbiamo buttato proprio giù. Eccheccazzo (trad. Diamine!) ci siamo detti ma possibile che i 135.000 vocaboli della lingua italiana non ci ne sia uno adatto a definire il ruolo di questo ombuto coll’occhiali a goccia? E sapete cosa ci spaventa? La possibile proliferazione, l’emulazione, che scendendo dai livelli più alti ruzzoli giù per le balze della piramidale Cassa delle Libertà, fino a giungere qui nella estrema provincia insulare dell’impero, e impazzi finchè anche l’addetto all’Apipisciatoio delle Ghiaie, incaricato dalla Octopus (polipo) De Medici non pretenda di essere definito “Pissing Officer” Good Bye