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A Sciambere dei parà, delle parannanze e dei paraculi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 19 maggio 2009

caro sergio, il turista che arrivava a portoferraio la prima volta fino a qualche tempo fa si beava come prima visione di quei du' bei caccami che noi portoferraiesi continuiamo a chiamare grattacieli. ma da un pò di tempo il turista(solo quello a piedi) può godere anche della visione, tra una schiaccia briaca e un busto di napoleone,di un particolare grembiule da cucina esposto in un paio di negozi sotto i portici al porto. non si tratta,come verrebbe da pensare,della solita cartina dell'elba o della toscana ma di una bella foto in piano americano del duce in divisa con le mani sui fianchi e una scritta che recita: benito mussolini statista con le date di nascita e morte. mi chiedo.... ma chi c..zo ritornerebbe dall'elba esibendo un souvenir del genere? tanto tanto se uno andasse in vacanza a predappio o salò ma così sarebbe come andare a taormina e tornare con la gondola che cambia colore a seconda del tempo... tra l'altro se non mi sbaglio l'etnia di uno dei gestori dei suddetti negozi non è proprio amata da chi comprerebbe una parannanza siffatta....bah...non ho parole. o forse si ma meglio che le tenga per me... ciao francesco cimino Caro Francesco Ebbi a scrivere qualche tempo fa di uno strano incontro: quello che feci davanti all'ingresso dei giardini delle Ghiaie dove si stava svolgendo quella che doveva essere la versione aggiornata della festa dell'unità. Da una macchina all'interno della quale stavano acquattati tre o quattro giovanotti, provenivano le inequivocabili e sgradevolissime note di "Faccetta Nera" (che non è solo razzista ed esecrabile come testo ma che fa anche musicalmente cacare). Stavano lì a bella posta a provocare chi neppure se li filava, ed era evidente che si sentivano dei rivoluzionari, degli eroi, non comprendendo di risultare invece tre (o quattro) imbecillotti a giro, anzi in sosta. Non mi pare che l'ostentazione di un grembiule inneggiante alla buonanima sia un'azione tanto più furba, almeno come operazione di minimo marketing: non ci pare che, nonostante tutti i revisionismi, la crapa pelata mussoliniana possa essere di supporto a dei "brand" vincenti, poi se c'è chi si vuol sentire un Junio Valerio Borghese redivivo indossando la parannanza del Cavaliere Autocrate (quello di prima) facci pure come direbbe Villaggio. Spezzerà le reni alla Grecia squartando il conigliolo, conquisterà le Ambe Abissine con un eroico soffritto, ridurrà i nemici di Roma in poltiglia anzi in besciamella. Piuttosto, visto che siamo in argomento delle parannanze inizio a vedere un corposo (figurato) spuntare un po' ovunque di altri simbolici grembiuletti (e relativi spadini) sparsi o meglio ancora spalmati un po' ovunque sulla geografia politica e amministrativa isolana. Tu che sei uomo di buone letture e di ottime frequentazioni cinematografiche ti ricorderai certo quel passaggio del "Dittatore dello Stato Libero di Bananas" nel quale Woody Allen fa parlare due parà statunitensi in procinto di essere lanciati sul teatro delle operazioni di una guerra centroamericana. "Questa volta - dice uno - la CIA non ha sbagliato, saremo certo dalla parte giusta" "Perché - gli chiede un collega - da che parte si combatte?" "Mezzi da una parte, mezzi dall'altra!" risponde l'ineffabile guerriero. L'impressione è che comunque vada questo turno elettorale, un po' ovunque, i parà, le parannanze (e i paraculi) vincano.


woody Allen

woody Allen